Giurista insigne, rettore dell’Università di Firenze, Piero Calamandrei è uno dei nomi più significativi non solo della storia dell’ateneo, ma anche di quella del nostro Paese, grazie al suo impegno culturale e civile.
In occasione delle manifestazioni per la ricorrenza degli ottant’anni dell’ateneo, Calamandrei sarà ricordato in un convegno martedì 11 novembre, con inizio alle ore 16, nell’Aula Magna (Piazza San Marco, 4). L’incontro – che è promosso congiuntamente con l’assessorato alla cultura della Regione Toscana – sarà aperto dai saluti del rettore Augusto Marinelli e dell’assessore Mariella Zoppi.
Bernardo Sordi parlerà, quindi, di Piero Calamandrei rettore (carica da lui ricoperta brevemente nel ’43 e poi dal ’44, nella Firenze appena liberata), Stefano Merlini approfondirà, invece, la figura e il contributo del docente nel contesto della ricostruzione della democrazia in Italia.
Nicolò Trocker illustrerà l’attualità del suo pensiero in tema di processo e giustizia. Non mancherà, con l’intervento di Giuseppe Nicoletti, un ricordo delle attività di Calamandrei letterato e scrittore. Conclude i lavori il preside di Giurisprudenza Alfredo Corpaci.
Il noto critico d’arte, alle soglie del suo 89° compleanno, si è reso disponibile ad un incontro con il pubblico. Il racconto di alcuni significativi episodi della sua vita di critico d’arte e di poeta – quando, amico di Eugenio Montale e di Giorgio Luti, ha vissuto la grande stagione dell’ermetismo e dei suoi successivi sviluppi – sarà intercalato dalla lettura di sue poesie, alcune delle quali inedite.
Introdurrà e modererà il dialogo con il pubblico, Pasquale Siano.
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Alessandro Parronchi è nato a Firenze nel 1914 ed è stato docente di Storia dell’arte medioevale e moderna presso l’Università di Urbino.
Ha diviso i suoi interessi, con uguale forza e successo, tra l’arte figurativa e la letteratura.
Prestigioso critico e storico dell’arte, ha al suo attivo una notevole serie di studi su autori antichi e moderni: da Cavallini, Botticelli, Paolo Uccello, Donatello, Masaccio, Caravaggio, ai più recenti Van Gogh, Fattori, Soffici, Faraoni, Rosai, Viani, Maccari, solo per citare i più conosciuti.
Fanno testo i suoi studi sull’opera giovanile di Michelangelo del quale, nel 1999, ebbe la ventura di riconoscere un crocefisso ligneo presso la chiesa dei santi Rocco e Giacomo di Massa.
Come poeta ha contribuito alla grande stagione dell’ermetismo, poi superata nel dopoguerra. I suoi libri di poesia più conosciuti sono I giorni sensibili (1941), I visi (1943), Un’attesa (1949), Per strade di bosco e città (1954), Coraggio di vivere (1961), Pietà dell’atmosfera (1970), Replay (1980), Climax (1990), Quel che resta del giorno (2001), Esilio (2003), oltre a varie antologie personali.
Di estremo interesse è il suo carteggio con altri rappresentanti della stagione artistica della metà del Novecento, quali Vittorini, Moranti, Pratolini, Luti ed i suoi saggi su Leopardi e sull’amico Eugenio Montale, del quale presenterà il prossimo anno un inedito.
Non possono essere trascurate le sue traduzioni di poeti francesi: Maurice Guérin, Stéphane Mallarmée, Gérard de Nerval, Arthur Rimbaud, Paul Valéry, poi raccolte in Quaderno francese (1989).
La sua attività poetica gli è valsa nel 2000 il premio “Eugenio Montale” e nel 2001 il premio “Dino Campana”.