Martedì 11 (ore 16) in Aula Magna ricordo di Piero Calamandrei
Giovedì 13 (alle ore 18) al Grand Hotel Baglioni Alessandro Parronchi si racconta

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 novembre 2003 22:09
Martedì 11 (ore 16) in Aula Magna ricordo di Piero Calamandrei<BR>Giovedì 13 (alle ore 18) al Grand Hotel Baglioni Alessandro Parronchi si racconta

Giurista insigne, rettore dell’Università di Firenze, Piero Calamandrei è uno dei nomi più significativi non solo della storia dell’ateneo, ma anche di quella del nostro Paese, grazie al suo impegno culturale e civile.
In occasione delle manifestazioni per la ricorrenza degli ottant’anni dell’ateneo, Calamandrei sarà ricordato in un convegno martedì 11 novembre, con inizio alle ore 16, nell’Aula Magna (Piazza San Marco, 4). L’incontro – che è promosso congiuntamente con l’assessorato alla cultura della Regione Toscana – sarà aperto dai saluti del rettore Augusto Marinelli e dell’assessore Mariella Zoppi.
Bernardo Sordi parlerà, quindi, di Piero Calamandrei rettore (carica da lui ricoperta brevemente nel ’43 e poi dal ’44, nella Firenze appena liberata), Stefano Merlini approfondirà, invece, la figura e il contributo del docente nel contesto della ricostruzione della democrazia in Italia.

Nicolò Trocker illustrerà l’attualità del suo pensiero in tema di processo e giustizia. Non mancherà, con l’intervento di Giuseppe Nicoletti, un ricordo delle attività di Calamandrei letterato e scrittore. Conclude i lavori il preside di Giurisprudenza Alfredo Corpaci.

Il noto critico d’arte, alle soglie del suo 89° compleanno, si è reso disponibile ad un incontro con il pubblico. Il racconto di alcuni significativi episodi della sua vita di critico d’arte e di poeta – quando, amico di Eugenio Montale e di Giorgio Luti, ha vissuto la grande stagione dell’ermetismo e dei suoi successivi sviluppi – sarà intercalato dalla lettura di sue poesie, alcune delle quali inedite.
Introdurrà e modererà il dialogo con il pubblico, Pasquale Siano.
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Alessandro Parronchi è nato a Firenze nel 1914 ed è stato docente di Storia dell’arte medioevale e moderna presso l’Università di Urbino.
Ha diviso i suoi interessi, con uguale forza e successo, tra l’arte figurativa e la letteratura.
Prestigioso critico e storico dell’arte, ha al suo attivo una notevole serie di studi su autori antichi e moderni: da Cavallini, Botticelli, Paolo Uccello, Donatello, Masaccio, Caravaggio, ai più recenti Van Gogh, Fattori, Soffici, Faraoni, Rosai, Viani, Maccari, solo per citare i più conosciuti.

Fanno testo i suoi studi sull’opera giovanile di Michelangelo del quale, nel 1999, ebbe la ventura di riconoscere un crocefisso ligneo presso la chiesa dei santi Rocco e Giacomo di Massa.
Come poeta ha contribuito alla grande stagione dell’ermetismo, poi superata nel dopoguerra. I suoi libri di poesia più conosciuti sono I giorni sensibili (1941), I visi (1943), Un’attesa (1949), Per strade di bosco e città (1954), Coraggio di vivere (1961), Pietà dell’atmosfera (1970), Replay (1980), Climax (1990), Quel che resta del giorno (2001), Esilio (2003), oltre a varie antologie personali.
Di estremo interesse è il suo carteggio con altri rappresentanti della stagione artistica della metà del Novecento, quali Vittorini, Moranti, Pratolini, Luti ed i suoi saggi su Leopardi e sull’amico Eugenio Montale, del quale presenterà il prossimo anno un inedito.
Non possono essere trascurate le sue traduzioni di poeti francesi: Maurice Guérin, Stéphane Mallarmée, Gérard de Nerval, Arthur Rimbaud, Paul Valéry, poi raccolte in Quaderno francese (1989).
La sua attività poetica gli è valsa nel 2000 il premio “Eugenio Montale” e nel 2001 il premio “Dino Campana”.

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