Mucca pazza: biologico e impegno per la Dop

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 febbraio 2001 07:28
Mucca pazza: biologico e impegno per la Dop

Massima attenzione in questa fase di emergenza, con il rafforzamento di tutte le iniziative di prevenzione e controllo, ma anche un impegno a più lungo termine, che nel giro di due o tre anni dovrà portare ad una riconversione complessiva della zootecnia toscana. Sono queste le due direzioni su cui si muoverà l'azione della amministrazione regionale in relazione al cosiddetto morbo della "mucca pazza", così come individuate dall'assessore all'agricoltura Tito Barbini, che su questo argomento ieri ha risposto anche ad un'interrogazione consiliare.

"Non c'è dubbio - ha ricordato l'assessore - che le problematiche relative alla Bse impongono la necessità di intervenire non solo per il sostegno alla zootecnia toscana, ma anche per una riconversione strutturale del settore, che pure già si caratterizza per una particolare attenzione ad una produzione di qualità". Un impegno, quest'ultimo, che si manifesterà sia nello sviluppo della zootecnia biologica, sia nell'azione per ottenere il riconoscimento Dop per razze autoctone toscane come la Chianina e la Maremmana.

E che comunque, ha ricordato l'assessore, può contare gi… su una buona base di partenza, considerando che la produzione biologica toscana ammonta a circa mille capi, mentre quella che offre adeguate garanzie non solo di qualità ma anche di tracciabilità conta 37 mila capi: una consistente parte dei circa 100 mila capi dell'intera produzione.
"A leggere ed ascoltare le cronache sulla mucca pazza e sui suoi riflessi sulla bistecca alla fiorentina, con tanto di amministratori che si fanno riprendere in questo o quell'altro ristorante, le minacce di clandestinita' di questo o quell'altro personaggio, ci vengono dei dubbi -Cosi' interviene il presidente dell'Aduc, Vincenzo Donvito- Non avevamo mai visto tanta carne viva in vetrina, con tanto di Sindaco di Firenze che, con ghigno da macellaio (senza offendere la categoria) si fa riprendere con in mano un bisteccone con l'osso di quelli che come minimo, al supermercato, costera' 50 mila lire.
Quest'immagine dell'Italia, e della Toscana soprattutto, dove tutto il popolo piange per il destino della sua bistecca fiorentina piatto tipico, proprio non ci convince.

Non tanto per la bistecca in se' e per il fatto che comunque sia un piatto tipico, ma per la mistificazione che si sta facendo ad esclusivo vantaggio di tre categoria (allevatori, macellai e ristoratori) e contro i consumatori che, nella stragrande maggioranza mangiano la bistecca alla fiorentina molto di rado.
Infatti la bistecca alla fiorentina, come si dice a Firenze, costa un fracco di sordi, al ristorante quanto dal macellaio, e sulle tavole delle famiglie e' un piatto raro, da grandi occasioni, anche per la sua notevole capacita' nutritiva a cui, quotidianamente, sono in pochi ad assoggettarsi.
Certamente il turista medio-alto che va in Toscana e' tentato dal gustarla, ma visti i costi alti nei ristoranti, attrae per l'appunto un numero limitato degli stessi: quanti sono coloro che in un ristorante sono disposti a spendere cifre intorno alle 100 mila lire a testa (perche' e' questa l'entita' media di denaro di cui si sta parlando per un pranzo e/o cena decente con vino, contorni, pastasciutta, etc..).
Quindi, tutta questa buriana su una bistecca che probabilmente potra' continuare ad essere venduta e consumata senza l'osso, ci sembra piu' che altro una grossa montatura ad arte da parte di chi -anche ingiustamente in alcuni casi- avendo messo al primo posto il pagatore piuttosto che il consumatore, sta pagando il prezzo dell'approssimazione e della faciloneria, e si appresta a farselo pagare dalla comunita' tutta attraverso le elargizioni risarcitorie dello Stato.
Per fortuna, grazie anche a questa vicenda della mucca pazza, il ruolo del pagatore sta passando in secondo piano rispetto a quello del consumatore: un soggetto attivo, consapevole dei suoi diritti di fruitore finale di un ciclo produttivo e commerciale, e quindi potenzialmente condizionatore degli stessi".

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