A Firenze l'innovazione tecnologica che rivoluzionerà la medicina

I temi affrontati nella giornata conclusiva del Forum della Leopolda. Innovazione farmaceutica in campo oncologico, il 27 settembre workshop all'ITT. Convegno Mondiale da domani sulle ulcere cutanee. Genomica e medicina di precisione: ricerca del CNR/Università di Firenze su Nucleic Acids Research. Il medico in tasca, nasce la prima app per la salute a 360° da una startup fiorentina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
24 settembre 2016 13:16
A Firenze l'innovazione tecnologica che rivoluzionerà la medicina

Firenze, 24 settembre 2016 – Si chiude oggi a Firenze la prima edizione del “Forum della sostenibilità e opportunità nel settore della salute”, che ha visto riuniti nel capoluogo toscano i principali protagonisti della sanità italiana, in un confronto volto a delineare soluzioni e strategie per lo sviluppo del settore, all’insegna di una gestione oculata delle risorse. Un ricco e intenso programma di eventi, tavoli tecnici e workshop ha animato per due giorni la Stazione Leopolda, coinvolgendo 700 addetti ai lavori e registrando 2.000 visitatori. Parola chiave della seconda giornata dei lavori è stata l’innovazione, declinata in tutte le sue applicazioni, dalla tecnologia alla ricerca clinica: ne sono stati evidenziati i vantaggi che può apportare sia al miglioramento del benessere e della salute del singolo cittadino, grazie a diagnosi precoce e terapie sempre più personalizzate, sia al sistema sanitario, in termini di contenimento dei costi e riduzione della spesa nel medio-lungo periodo. Uno degli ambiti in cui si annoverano negli ultimi decenni le maggiori sperimentazioni è senza dubbio quello oncologico, cui il Forum ha dedicato l’area tematica “Il futuro senza cancro”.

Si sono alternati interventi di autorevoli esperti sulle nuove frontiere che si profilano nella lotta ai tumori, incontri con studenti e cittadini per ricordare il ruolo dell’alimentazione e dei corretti stili di vita come strumenti di prevenzione e l’importanza degli screening per l’individuazione precoce della malattia. E proprio sul fronte delle diagnosi innovative, un prezioso aiuto può arrivare anche dai nostri amici a quattro zampe, che, opportunamente addestrati, sono in grado di rilevare con il loro olfatto la presenza di neoplasie, come dimostrato dai cani dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, tra i protagonisti della manifestazione.

Sono stati, inoltre, presentati i risultati di uno studio attualmente in corso, condotto dall’Unità Operativa di Urologia di Humanitas, in collaborazione con il Centro Militare Veterinario di Grosseto (CeMiVet) e patrocinato dallo Stato Maggiore della Difesa, da cui è emerso che i cani, dopo un rigoroso addestramento, possono diagnosticare con un’accuratezza pari al 98% il tumore alla prostrata, annusando un campione di urine del paziente.

“Oggi abbiamo a disposizione diverse armi per combattere la lotta contro il cancro: - afferma Gianni Amunni, Direttore Operativo Istituto Toscano Tumori - dalla prevenzione primaria e l’adozione di adeguati stili di vita e sane abitudini alimentari, alla prevenzione secondaria e la diffusione degli strumenti di anticipazione diagnostica. C’è poi tutto il mondo della cura, dove si è assistito a un’incredibile crescita dell’innovazione: la chirurgia sempre meno invasiva, che tende a mantenere l’integrità corporea del paziente, la radioterapia, in grado di colpire con precisione millimetrica il tumore nelle sedi più improbabili, la chemioterapia con l’impiego di farmaci a bersaglio che risparmiano le cellule sane e l’immunoterapia per aggredire il cancro tramite gli anticorpi presenti nell’organismo.

Infine, la ricerca, che continua a fornirci informazioni sempre più dettagliate sulle caratteristiche della malattia. È però fondamentale l’organizzazione, la presenza di un network, di reti oncologiche dove unire prevenzione, terapia e ricerca, per poter garantire a tutti i cittadini la stessa prospettiva di cura”.

Il futuro della salute e della medicina” è il titolo di un’altra area tematica in cui sono stati illustrati avveniristici progetti di innovazione tecnologica applicata al campo medicale: dalla realizzazione di protesi e tutori con la stampa 3D, al software open source - SoundSight Training - per aiutare i non vedenti ad orientarsi nello spazio solo attraverso il suono. E ancora: lo specchio in grado di segnalare i rischi per la salute, interpretando le espressioni del volto, e il “Consciuos Hospital”, l’ospedale del domani, al cui interno tutto è interconnesso e non esiste più il confine tra uomo, macchina ed edificio.

Il futuro ci viene incontro con una grande velocità: ogni 5 anni assistiamo a un’innovazione digitale e tutto cambia”, spiega la coordinatrice dell’area tematica Giorgia Zunino, Direttore UOS IRCSS San Martino di Genova e Direttore Scientifico Alta Formazione Hedux.org. “La realtà che ci aspetta è il ‘cognitive’, l’intelligenza artificiale, che porterà a un cambiamento radicale del modo di concepire la medicina, il ruolo del medico e anche gli ospedali.

Quest’ultimi svilupperanno al loro interno una rete di interconnessioni tali per cui, proprio come un vero organismo vivente, saranno in grado di reagire e soddisfare le esigenze del personale che ci lavora, diventando più efficienti e riducendo i costi. Pensiamo, per esempio, ai letti che rileveranno direttamente peso, temperatura e pressione del paziente, oppure alle pareti della stanza che cambieranno colore e luminosità a seconda dello stato d’animo della persona, osservando semplicemente le espressioni del viso”.

Ma, in tema di innovazione e ricerca, in che modo è possibile rendere il nostro Paese più attrattivo per gli investimenti internazionali? “Per il sistema Università-Ricerca-Impresa italiano, la capacità di attrarre investitori internazionali richiede che i tre attori dialoghino costantemente tra loro e che dalla formazione superiore si passi alla ricerca e poi alla produzione, senza discontinuità”, dichiara Paolo De Natale, Direttore dell'Istituto Nazionale di Ottica del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR). “Il dialogo richiede, però, persone che abbiano un substrato culturale comune e siano, quindi, in grado di trasferire rapidamente ed efficientemente informazioni, fino a generare prodotti ad alto grado di innovazione.

Mentre Università e Ricerca, in Italia, hanno già un grado abbastanza elevato di integrazione, frenato soprattutto da un quadro normativo troppo eterogeneo, le imprese hanno ancora un numero troppo esiguo di personale con elevato livello di istruzione e con una adeguata esperienza di ricerca. Per ridurre questo dislivello culturale, il CNR ha in programma di lanciare dottorati di ricerca, che prevedano l’impegno paritetico di Università, CNR ed Imprese per creare delle nuove figure professionali, con il potenziale di rivoluzionare gli attuali rapporti, affidando a prodotti industriali sempre più innovativi il superamento dei problemi economici”.

“Professionisti che, in qualità di persone, gestiscono altre persone: questi sono gli infermieri”. Così il presidente del collegio Ipasvi di Firenze, Danilo Massai, ha iniziato il suo intervento al Forum in corso alla Stazione Leopolda diFirenze, che sta ospitando, la Conferenza Regionale Scienze Infermieristiche. Presenti all’evento, con vari momenti di approfondimento e di dibattito, i Collegi degli Infermieri di Firenze, Pistoia, Massa Carrara, Siena, oltre alla presidente della Federazione nazionale dei Collegi Ipasvi Barbara Mangiacavalli.

«Il mondo di oggi ci chiede di partire dalla persona e dai suoi bisogni – ha proseguito Danilo Massai – quelli del paziente, ma anche quelli dei professionisti che, solo lavorando in modo sereno e correttamente organizzato, possono assicurare cure e assistenza adeguate. La professione infermieristica deve ripartire da qui. E sono cinque gli ambiti di lavoro che riteniamo strategici: fragilità, gestione della presa in carico del paziente, gestione dei percorsi e dei contatti fra ospedale e territorio, attenzione ai percorsi specifici che sono necessari nell’ambito della salute mentale e dell’assistenza in carcere».

Lelesioni cutanee croniche(o ulcere cutanee) rappresentano una delle prestazioni sanitarie più costose in assoluto: nel mondo circa il 3% del budget sanitario viene speso per la cura di questa patologia che è sempre più diffusa e ha un elevato impatto sociale. In Italia le lesioni cutanee croniche affliggono oltre 2 milioni di persone, di cui 30.000 bambini.

In Europa più di 10 milioni. Si stima che circa 80 milioni della popolazione mondiale ne sia colpita. In Toscana circa 40.000 pazienti. Con l’obiettivo di trovare nuove strategie, nuove soluzioni e nuove “armi”, WUWHS – World Union of Wound Healing Societies organizza il proprioconvegno mondiale a Firenze dal 25 al 29 settembre 2016, presso il Centro Congressi Fortezza da Basso.

Il convegno è giunto alla quinta edizione, è laprima volta che si tiene in Italia e vede riuniti sotto lo stesso tetto più di 3.500 medici, infermieri e studenti, in rappresentanza di 70 Paesi, oltre a 350 relatori e più di 1100 abstract presentati. Più di 3.000.000 di euro l’impatto economico sulla città di Firenze, 5.500 camere di albergo prenotate a notte. Non la sola, ma sicuramenteun’arma rivoluzionaria” dal punto di vista della possibilità di cura delle ferite difficili, che verrà discussa dagli esperti presenti a WUWHS 2016, è SWAN iCare, un’importante progetto di ricerca europeo, finanziato con oltre 6 milioni di euro e che vede la ricerca italiana con l’università di Pisa in prima linea insieme a 10 partner in rappresentanza di sei Paesi europei: SWAN ICare, la cui realizzazione è prevista per la fine del 2016, mira a sviluppare un sistema integrato di nano sensori, inseriti nei dispositivi a pressione negativa per il monitoraggio e la gestione a distanza, in tempo reale, e con dati clinici sempre aggiornati sulle ferite cutanee croniche.

L’osservazionecontinua dei parametri clinici, commenta Il Prof. Marco Romanelli, Direttore della Clinica Dermatologica dell’Università di Pisa, oltre che Presidente del Convegno e Presidente eletto della WUWHS, grazie a SWAN-iCare, offre l’opportunità di ridurre il rischio di complicanze e fornire, se necessario, una terapia integrativa. Questo, a sua volta, porta al miglioramento della qualità di vita, riducendo al contempo il costo per il sistema sanitario. Spesso le ferite sono sottovalutate e sono una delle maggiori spese dei Sistemi sanitari dei vari paesi. Le ulcere cutanee sono un problema mondiale, l’1% della popolazione ne è colpita”.

L’ulcera cutanea è altamente invalidante, causa di forti dolori e di isolamento sociale. Considerevoli le conseguenze, tra cui le amputazioni e nei casi più gravi può portare alla morte. Studi clinici, nazionali e internazionali, hanno evidenziato che di ulcere si può morire; l’ulcera da decubito, ad esempio, aumenta il rischio di morte del 400%. Il costo umano ed economico delle ferite, definite “l’epidemia silenziosa”, è enorme.

In Italia, con 2 milioni di pazienti di cui 30.000 bambini, l’incidenza delle piaghe è in crescita, +8% l’anno e in 2 casi su 10 avviene un ricovero ospedaliero. Nel nostro Paese la cura delle ferite difficili rappresenta per il SSN una delle prestazioni sanitarie più costose in assoluto: 1 miliardo di Euro ogni anno per il solo costo ospedaliero al quale vanno sommati i costi indiretti, pari a 460 mila giornate lavorative perse dai malati e dai loro famigliari. Questi costi sono generati per il 15/20% dall’acquisto dei materiali di medicazione, il 30/35% è imputato all’impiego del personale infermieristico.

Oltre il 50% dei costi sono invece da additare all’ospedalizzazione. In Europa con 10 milioni di pazienti, tra il 25% e il 50% dei posti letto ospedalieri sono occupati da pazienti con ulcere cutane. Nell’assistenza domiciliare la gestione delle lesioni cutanee croniche consuma oltre la metà di tutte le risorse. L’incidenza della patologia è superiore a quella dei tumori, del diabete e delle malattie cerebrovascolari. Risulta che nel Regno Unito le lesioni croniche interessino circa 1 milione di persone/anno gravando sul bilancio nazionale per 700 milioni di Sterline/anno; negli Stati Uniti il solo dato pubblico parla di un costo superiore al miliardo di dollari/anno e la voce di spesa si colloca fra le prime 5 di tutto il sistema. Le ulcere cutanee sono ferite senza una spontanea tendenza alla cicatrizzazione, conseguenza di patologie quali quelle vascolari, il diabete e le malattie che causano l’allettamento di un paziente. Le forme più comuni sono l’ulcera venosa che interessa il 75% di quelle dell’arto inferiore; da piede diabetico che porta all’amputazione in una percentuale del 15% dei casi; da decubito, che colpisce per lo più gli anziani, causata da immobilità e malnutrizione; da vascolare arteriosaprovocata principalmente dall’arteriosclerosi e dal fumo, può degenerare nella perdita degli arti.

 Si tiene a Firenze dal 26 al 28 settembre la prima global consultation dell'Organizzazione Mondiale della Sanità "Setting priorities for patient safety", ospitata dal Centro Gestione Rischio Clinico della Regione Toscana a Villa La Quiete alle Montalve, sulle colline di Careggi.

Tre giorni di intenso lavoro, a cui parteciperanno circa 100 delegati da tutto il mondo, tra i massimi esperti della materia in ambito accademico e istituzionale, con l'obiettivo di condividere le esperienze sui successi e le sfide per la sicurezza dei pazienti nei paesi ad alto reddito, così come in quelli con risorse limitate per la sanità, in modo tale da costuire un'agenda di lavoro comune, con la guida dell'OMS, affinché la sicurezza sia garantita come parte integrante del diritto alla salute. La global consultation verrà inaugurata da una cerimonia di apertura alla presenza dell'assessore Stefania Saccardi, che sta sostenendo lo sviluppo delle iniziative per la sicurezza delle cure in ambito socio-sanitario, nonché il consolidamento delle strutture di gestione del rischio a supporto della riorganizzazione dei servizi sanitari. Ispiratore dell'evento è Sir Liam Donadson, inviato speciale dell'OMS per la sicurezza dei pazienti e professore di politiche sanitarie all'Imperial College di Londra, che ha progettato l'iniziativa in stretta collaborazione con i dirigenti del Centro GRC,divenuto collaborati ng centre dell'OMS nel giugno di quest'anno, grazie al lavoro decennale per la sicurezza delle cure, in Italia ed a livello internazionale.

Nel documento di preparazione delle giornate di lavoro si legge che "gli interventi per la sicurezza dei pazienti sono stati sviluppati e messi in atto da paesi e organizzazioni, ma sono stati applicati in modo talvolta disorganizzato ed incoerente, a seconda del contesto normativo e le capacità tecniche di ogni sistema sanitario. Nei paesi più ricchi sono stati adottati anche approcci proattivi per prevenire i rischi, ad esempio in ambito chirurgico, mentre i paesi a basso e medio reddito hanno considerato la sicurezza del paziente come qualcosa da affrontare una volta risolti i problemi infrastrutturali chiave.

Eppure ancora oggi, nel Regno Unito, recenti stime mostrano che, in media, un episodio di danno al paziente viene segnalato ogni 35 secondi, mentre negli Stati Uniti, circa 1,5 milioni di pazienti sono danneggiati ogni anno a causa di errori di terapia. In Italia, grazie allo studio guidato dal Centro GRC e pubblicato nel 2012 su Epidemiologia e Prevenzione, sappiamo che 5 pazienti ogni 100 ricoverati in ospedale vanno incontro ad un evento avverso, cioè a un danno attribuibile a carenze nelle cure, di cui più della metà potrebbero essere prevenuti adottando linee guida e buone pratiche basate sulle evidenze scientifiche. Il nostro Paese è stato tra i primi ad istituire un programma nazionale di lavoro per la sicurezza dei pazienti, con iniziative di formazione ad ampio raggio, finalizzate a incrementare la cultura della sicurezza, con l'istituzione di un sistema di monitoraggio degli errori in sanità (SIMES) e con la promozione di raccomandazioni e buone pratiche che in parte sono divenute livelli essenziali di assistenza.

Eppure c'è ancora molto da fare, sia per condividere e disseminare le buone pratiche in tutto il servizio sanitario, che per sostenere gli operatori, che spesso fanno fatica a rispondere alle crescenti esigenze di pazienti sempre più complessi, con risorse limitate e non sempre ben allocate. Per questo motivo al meeting OMS parteciperanno anche 20 rappresentanti di istituzioni accademiche e sanitarie italiane, sia per portare un contributo autorevole al dibattito, che per far tesoro delle idee e delle collaborazioni internazionali che verranno sviluppate per il futuro della sicurezza nei servizi sanitari.

Si tratta di una grande occasione per l'Italia e per la Toscana di affermare una leadership per le politiche sanitarie in materia di sicurezza e qualità delle cure. Il nostro Paese si sta distinguendo positivamente anche per la legge sulla responsabilità professionale degli operatori sanitari, già approvata alla Camera dei Deputati e ora in dirittura d'arrivo al Senato, che riconosce la sicurezza dei pazienti tra i capisaldi del SSN, offrendo le giuste garanzie agli operatori sanitari per l'apprendimento dagli errori e ai pazienti per un equilibrato e tempestivo risarcimento del danno che può conseguire dall'evento avverso.

Si terrà martedì 27 settembre, a Firenze, nella sede dell'Istituto Toscano Tumori, viale Pieraccini 6 (cubo 3, complesso di Careggi) il workshop dal titolo "Il governo dell'innovazione farmaceutica: modelli di gestione sostenibile dei farmaci oncologici innovativi ad alto costo". Il workshop (partecipazione gratuita fino ad esaurimento posti, con accredito obbligatorio) è organizzato da Motore Sanità, in collaborazione con la Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, Federsanità Anci, ITT e Ispo (Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica).

L'inizio dei lavori è previsto per le ore 9 di martedì 27. L'innovazione farmaceutica pone nuove sfide per la futura sostenibilità della spesa pubblica in ambito sanitario - dicono gli organizzatori del convegno - dove occorre favorire una ricomposizione tra spesa improduttiva e produttiva attraverso nuovi modelli che pongano il nostro Paese di fronte alla priorità di identificare una formula tecnico-organizzativa che permetta contemporaneamente di preservare l'universalità del diritto alla salute e la sostenibilità economica del SSN e di aumentare l'attrazione di investimenti in ricerca e sviluppo sul territorio nazionale. In quest'ottica l'evento ha come obiettivo il coinvolgimento dei decisori per fornire una linea di indirizzo istituzionale sui seguenti focus:

• La politica del farmaco oncologico innovativo a livello nazionale e regionale;• Nuovi sistemi di accesso e governance per i farmaci innovativi e sostenibilità finanziaria;• Cambiamento del contesto epidemiologico in oncologia e congruità del sistema economico-finanziario per farmaci innovativi ad alto costo in oncologia.

Per la Regione Toscana, parteciperanno al workshop Gianni Amunni (direttore ITT e Ispo e responsabile scientifico del workshop stesso), Monica Piovi, direttore diritti di cittadinanza e coesione sociale, e Lucia Grazia Campanile.

EXCAVATOR2: questo è il nome del nuovo algoritmo capace di identificare regioni del DNA con anomalie nel numero di copie, le cosiddette “copy number variants” (CNVs), coinvolte in moltissime patologie come tumori, malattie neurodegenerative, dello sviluppo e cardiovascolari. L’algoritmo è stato sviluppato da un team di ricercatori dell’Istituto di Informatica e Telematica dell’Area della ricerca di Pisa del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Romina D'Aurizio e Marco Pellegrini) e del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università degli Studi di Firenze (Alberto Magi e Betti Giusti) ed è stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica internazionale Nucleic Acids Research: "Enhanced copy number variants detection from whole-exome sequencing data using EXCAVATOR2". Il nuovo metodo sfrutta i dati prodotti da tecnologie di sequenziamento di seconda generazione (“Next-Generation Sequencing”, NGS) con un approccio totalmente innovativo.

"L'idea alla base del nostro algoritmo - spiega Alberto Magi - è stata quella di includere nell'analisi i dati che fino ad oggi erano considerati sequenze-spazzatura. Queste sequenze, opportunamente elaborate, ci danno la possibilità di valutare la presenza di anomalie cromosomiche sull’intero genoma sequenziandone solo l’1% (esoma) con una notevole riduzione dei costi sperimentali". “L’algoritmo EXCAVATOR2 – precisa Romina D'Aurizio - è stato usato per rianalizzare i dati di sequenziamento di popolazione (Progetto 1000 Genomi) e di tumori (prodotti dal CNIO di Madrid) ottenendo risultati sorprendenti con prestazioni nettamente superiori a tutti gli altri metodi attualmente disponibili.” La capacità di analisi del nuovo software apre a nuove collaborazioni nazionali e internazionali, quali, ad esempio, "Alleanza Contro il Cancro" attiva negli screening di pazienti oncologici, e il “The Qatar Genomes Project”, il più grande progetto di sequenziamento al mondo che prevede la caratterizzazione di più di 350.000 individui.

Ricordarsi di prendere la pillola, di ricomprare l’aspirina e di dare l’antibiotico a figli, nonni e nipoti, ma anche trovare la farmacia più vicina: da oggi ci pensa una app. Si chiama HuCare e promette di rivoluzionare il rapporto con il sistema sanitario, permettendo al cittadino di avere il proprio armadietto dei medicinali, il medico di famiglia e il farmacista di fiducia sempre a portata di mano. Anzi, di smartphone. A progettare e sviluppare la app è una giovane start-up fiorentina, che si è data come mission quella di semplificare la vita a chi deve seguire una terapia (dall’antibiotico per il mal di gola alla pasticca per la pressione) o prendersi cura della salute di tutta la famiglia, limitando al tempo stesso gli sprechi di medicinali e i costi per il servizio sanitario pubblico. HuCare, infatti, assolve prima di tutto alla funzione di pill reminder, ovvero ti ricorda quando devi prendere la medicina (e quale, se ne assumi più di una).

Ma non solo: si presenta graficamente come un vero e proprio armadietto dei medicinali e ti ricorda anche quali scatole hai in scadenza o stai per esaurire, aiutandoti a trovare le farmacie più vicine o più convenienti per il farmaco che stai cercando. La app, infatti, è integrata da una funzione di ricerca per individuare le farmacie nei dintorni e tra di esse quelle che hanno tariffe agevolate su medicinali da banco che possono interessare l’utente.

Il cittadino, però, non viene in alcun modo bombardato da messaggi pubblicitari: le offerte sono visibili solo nel momento in cui si attiva la funzione di ricerca. “Il futuro di HuCare passa dall’integrazione con il fascicolo sanitario elettronico e con la ricetta elettronica – dichiara Giacomo Sebregondi, cofondatore di HuCae - stiamo già lavorando alle soluzioni tecniche che permetteranno di accedere ai propri dati direttamente dalla app”. Dopo un breve periodo di test, HuCare è pronta a sbarcare sul mercato (gratuita e utilizzabile sia su device Apple che Android), a partire dai grandi centri urbani d’Italia.

La città pilota è Firenze: cinque gli hot-spot dove sarà possibile chiedere informazioni sull’utilizzo della app, tra cui l’Antica Farmacia del Cinghiale in Piazza del Mercato Nuovo 4/5R, la Farmacia Donatello in via degli Artisti 1, la Farmacia del Romito in piazza Bernardo Tanucci 12 e Farmacia Brizio – Mazzei in via XXVII Aprile 23. Innovativa nel panorama italiano ed europeo, HuCare ha dei competitor negli Stati Uniti, dove applicazioni del genere pill reminder hanno già totalizzato milioni di download, dimostrandosi capaci diportare l’aderenza terapeutica fino all’80%, rispetto ad una media del 50%.

L’esigenza è sentita anche in Italia, dove un over 65 su due prende tra i 5 ai 9 farmaci al giorno e un altro milione e mezzo di persone (l’11% della popolazione anziana) ne assume quotidianamente oltre 10. Il 38,3% degli italiani convive con una patologia cronica (dal diabete ai disturbi per la tiroide), cifra destinata a salire con l’invecchiamento della popolazione. E i dati sull’aderenza terapeutica fanno riflettere: nei casi di ipertensione è pari al 53,7% (Simg, Health Search 2010), per l’osteoporosi si registrano percentuali simili, mentre diabetici e depressi sono molto meno inclini a seguire la terapia.

Con quel che ne consegue in termini di progressione della patologia e di costi sociali. Al tempo stesso il 52% degli italiani ha un cellulare di ultima generazione. Solo a Firenze HuCare potrebbe potenzialmente interessare oltre 75mila persone, ovvero i malati cronici dotati di uno smartphone. Ma si tratta di una cifra approssimata per difetto: attraverso un solo account, infatti, è possibile gestire più profili diversi, in modo da tenere sotto controllo anche la salute dei propri cari.

Una funzione che sarà particolarmente utile per i care-givers – di solito le madri di famiglia - che dispensano attenzioni per più generazioni di familiari, dai nonni ai nipoti. Entro la fine dell’anno, inoltre, sarà attivo un portale gratuito dedicato ai medici di famiglia, grazie al quale sarà possibile monitorare in maniera semplice e immediata il paziente, sapere quali terapie sta seguendo e quali medicinali ha già a disposizione: un modo per evitare di prescrivere farmaci inutili, gravando sul sistema sanitario pubblico, ma anche di incorrere nel rischio di prescrivere principi attivi in conflitto tra loro. Per i farmacisti, invece, è già attiva una piattaforma virtuale su cui caricare offerte e sconti, in modo che i cittadini possano trovare direttamente ciò che cercano.

Per avere la salute a 360° sempre a portata di mano.

Allegati
Foto gallery
Video gallery
In evidenza