Quanto dura nella prassi una causa di separazione?

Il processo di famiglia riformato consente al giudice già in prima udienza di formulare alle parti una proposta motivata

Giacomo
Giacomo Guerrini
28 Luglio 2025 14:44
Quanto dura nella prassi una causa di separazione?

Egr. Avvocato,

dopo quasi dieci anni di matrimonio, e nonostante due figli ancora piuttosto piccoli, io e mio marito abbiamo deciso di separarci.

Non riusciamo però a trovare un accordo sulle condizioni

Approfondimenti

Entrambi lavoriamo, ma c’è una notevole differenza di reddito.

Lui guadagna molto bene.

Io invece guadagno decisamente poco, ma purtroppo quanto basta per non poter beneficiare del patrocinio a spese dello Stato.

Mio marito ha gioco facile nel rifiutare ogni mia proposta di accordo perché sa bene che non ho le risorse per rivolgermi ad un legale ed affrontare le spese di un eventuale lungo processo di separazione.

Vorrei un consiglio.

Gentile Signora,

in questa materia, tanto più quando sono coinvolti minori come nel suo caso, è sempre consigliabile, e non solo per ragioni economiche, fare tutto il possibile per addivenire ad un accordo, e quindi per evitare l’avvio di un procedimento giudiziale contenzioso.

E’ consigliabile però avvalersi di un avvocato specializzato, anche per non prolungare il tentativo di accordo oltre un termine ragionevole.

Cercare di fare da soli, e lasciare la situazione di crisi priva di disciplina per troppo tempo, può davvero complicare molto le cose.

Per esempio, spesso purtroppo accade che la conflittualità aumenta e alla fine capita qualche spiacevole episodio che porta una delle parti, o addirittura entrambe reciprocamente, a sporgere una denuncia penale che rischia poi di pregiudicare ogni possibilità di accordo.

Se entro un tempo ragionevole, nonostante l’assistenza di un avvocato specializzato, non riuscisse comunque a trovare un accordo, e si rendesse necessario avviare una causa, avrebbe comunque buone possibilità di conciliazione in prima udienza.

Il nuovo processo di famiglia introdotto dalla Riforma Cartabia prevede infatti espressamente che il giudice in prima udienza possa interrogare le parti e formulare una proposta motivata di conciliazione.

Si tratta di una facoltà che generalmente i giudici esercitano, e anche la parte più recalcitrante difficilmente rifiuta la proposta proveniente dal giudice.

Insomma, nella maggior parte dei casi al più tardi in prima udienza si riesce a raggiungere un accordo, quindi il rischio di una causa lunga e costosa sebbene non possa essere escluso, ormai nella prassi è abbastanza remoto.

L'Avvocato Risponde — rubrica a cura di Giacomo Guerrini

Giacomo
Giacomo Guerrini

L’avvocato Giacomo Guerrini esercita la professione a Firenze da molti anni nell’ambito del diritto civile. E' arbitro alla Camera di Commercio di Firenze e docente presso l’agenzia di formazione professionale di Confesercenti Firenze. Il Consiglio Nazionale Forense gli ha riconosciuto il titolo di specialista nel diritto della persona, delle relazione familiari e dei minori. E’ socio dell'Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia e per i Minori. Maggiori informazioni sul sito www.studiocascianoguerrini.it - giacomo.guerrini@hotmail.it

Notizie correlate
In evidenza