200 giorni all'Expo 2015: le idee innovative e le buone pratiche della Toscana

Cinque progetti dell'Università di Firenze premiati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 ottobre 2014 22:23
200 giorni all'Expo 2015: le idee innovative e le buone pratiche della Toscana

FIRENZE– La Toscana presenterà all'Expo 2015 le proprie eccellenze e il proprio genio creativo. I vincitori della "call for ideas" lanciata nel maggio 2014 dalla Regione per "idee innovative" e "buone pratiche" inerenti il tema dell'Expo "Nutrire il pianeta, energia per la vita" sono stati presentati oggi durante una manifestazione organizzata a Firenze dalla Regione Toscana insieme a Qn - La Nazione.

Intitolata "200 giorni a Expo 2015" la manifestazione si è svolta presso l'auditorium Duomo, in via Cerretani, e ha visto la presenza di Gianni Salvadori, assessore all'agricoltura della Regione Toscana con delega per le attività di Expo, di Marcello Mancini, direttore de La Nazione, di Diana Bracco, presidente di Expo 2015 Spa e Commissario per il Padiglione Italia, di Josep Ejarque di Explora Spa, l'organizzazione che si occupa dell'offerta turistica per Expo 2015 .

In particolare i contenuti delle singole proposte che si sono classificate nei primi 20 posti della "call for ideas", 10 per le idee innovative e 10 per le buone pratiche, sono stati illustrati nell'ambito di una sessione intitolata "Rinascimento delle idee: la qualità toscana è la risposta", moderata dal giornalista Pino di Blasio.

Approfondimenti

Sia le proposte pervenute nella sezione "idee innovative" sia quelle relative alle "buone pratiche" coprono tutta l'area geografica della Toscana, le sue università e centri di ricerca, il mondo imprenditoriale, ma anche le scuole e il mondo del sociale.

Dall'agricoltura "smart" ai "droni": ecco le vincenti di università e centri di ricerca

Fra i vincitori della sezione "idee innovative" troviamo ad esempio AgriSmaRT (Università di Firenze), piattaforma integrata per l'applicazione delle tecnologie "smart" all'agricoltura, con applicazioni nella meccanizzazione, nella difesa fitosanitaria e del suolo, nelle tecniche agronomiche innovative ecc. Sempre dell'Università di Firenze è anche il progetto che propone di sostituire i pesticidi in agricoltura con l'uso di sostanze attive naturali derivanti da funghi. Dalla Scuola Superiore Sant'Anna arriva invece la proposta di "Droni" per monitorare le colture, eventuali attacchi parassitari o patologie, carenze nutrizionali delle piante ecc.

Altri progetti riguardano le biomasse, la creazione di una "banca dei fermenti" per gli alimenti, un sistema informatico per gestire le risorse idriche, soluzioni innovative per imballaggi, derivati dal castagno per mantenere i formaggi, l'uso e il riuso dei rifiuti e il calcolo delle emissioni di Co2 per produrre olio extravergine di oliva.

Funghi in casa con i fondi di caffè, "pulmino contadino" e pesca in rosa: ecco le "buone pratiche" già in atto

Tanta creatività anche fra le "buone pratiche" . Troviamo ad esempio Funghi Espresso, una start up innovativa (Capannori-Lucca) che produce funghi freschi e kit per la coltivazione domestica riutilizzando i fondi di caffè. Dalla Vald'Orcia (Siena) arriva invece la "buona pratica" dell'azienda Grappi che lavora coltivazioni autoctone di cereali in equilibrio fra tradizione e modernità. Dalle Crete Senesi (Siena) arriva invece la "buona pratica" dell'Associazione tartufai che presentano metodi innovativi per la certificazione del tartufo bianco toscano.

Altre proposte riguardano un sistema di informazione turistica "Strade del vino di Toscana in rete", il piano del cibo della provincia di Pisa, il "Pulmino contadino" ossia un'associazione che riunisce agricoltori e consumatori delle province di Pisa, Grosseto e Livorno, le "Olimpiadi della nutrizione" da Arezzo, il progetto "qualità garantita" dei cantuccini Toscani di Assocantuccini (produttori di Arezzo, Grosseto, Prato, Livorno, Siena, Firenze e Massa), il progetto "comunità del cibo a energie rinnovabili" che vede anche la presenza di Slow food (province di Siena, Pisa e Grosseto-area geotermia) e la pesca sostenibile a filiera corta di una cooperativa fatta solo di donne pescatrici con sede a Carrara, ma che rifornisce i Gas, gruppi di acquisto di molte zone della regione e fuori di essa.Provengono dalla ricerca dell’Università di Firenze quattro idee innovative e un esempio di buona pratica per rappresentare la Toscana all’Expo 2015.

I progetti sono stati selezionati attraverso un concorso di idee bandito dalla Regione che ha raccolto le venti migliori proposte da portare all’esposizione universale di Milano, in programma da maggio a ottobre. La ricerca UniFi è al primo posto sia fra le migliori dieci idee innovative, frutto di ricerche pubbliche o private in attesa di essere applicate, che fra le migliori dieci buone pratiche, esperienze già operanti nel territorio regionale.

I progetti - presentati da aziende, singoli imprenditori, centri di ricerca e università, scuole e associazioni, cooperative e consorzi – si ispiravano al tema dell’Expo “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. A stilare legraduatorie, una commissione composta da membri della Regione, delle Università di Firenze, Pisa e Siena, della Scuola Superiore Sant’Anna, della Scuola Normale Superiore di Pisa, del CNR, dell’Istituto Regionale Programmazione Economica della Toscana (IRPET) e di Unioncamere Toscana.

Fra i criteri utilizzati per la selezione anche la rilevanza della proposta e la chiarezza della formulazione. Per le idee innovative sono stati valutati inoltre il livello di innovazione e l’età del soggetto proponente; per le buone pratiche, il grado di applicazione e di riproducibilità. Ai progetti vincitori viene assegnato un premio di 5.000 euro.

La proposta Unifi al vertice delle dieci idee innovative è Agrismart, piattaforma tecnologica per l’applicazione integrata su scala regionale delle tecnologie per un’agricoltura produttiva, sostenibile e di qualità. Il progetto, presentato da Riccardo Lisci mira a coinvolgere imprenditori, ricercatori ed enti locali su temi come la meccanizzazione, la difesa fitosanitaria, l’uso dell’acqua e del suolo, le tecniche agronomiche innovative, la salvaguardia della biodiversità.

La proposta dello spin off universitario FoodMicroTeam si rivolge alle aziende produttrici di alimenti fermentati (come pane, vino e formaggio), che in parte si affidano a fermentazioni spontanee, di difficile gestione, e in parte utilizzano preparati commerciali di colture microbiche selezionate, col rischio tuttavia di perdere la tipicità del prodotto. L’idea di Manuel Venturi è quella di una sorta di “banca microbiologica” che offra alle aziende la possibilità di isolare dal processo di fermentazione i propri microrganismi e di “depositarli”: la FoodMicroBank provvederà a conservarli e le aziende potranno così disporre di propri preparati, selezionati per soddisfare specifiche necessità produttive e capaci di garantire gli stessi vantaggi di un preparato commerciale.

Dalla ricerca sviluppata nel Dipartimento di Chimica “Ugo Schiff” derivano le idee di Caterina Viglianisi e Marco Frediani. La prima riguarda la possibilità di utilizzare nuovi additivi stabilizzanti per gli imballaggi alimentari a base di poliolefine, i più comuni materiali plastici, usati ad esempio per il confezionamento di frutta e verdura. Gli attuali additivi, infatti, per la loro natura molecolare tendono a migrare nell’alimento con cui sono a contatto, contaminandolo. I nuovi additivi macromolecolari, invece, si disperdono omogeneamente nel materiale plastico e non vengono “rigettati” dall’imballaggio come corpi estranei, annullando così il fenomeno della migrazione e garantendo la stabilità dell’imballaggio.

Il progetto di Frediani punta sulla pirolisi (processo di decomposizione termochimica di materiali organici, ottenuto mediante l’applicazione di calore e in completa assenza di aria) a microonde. Questo procedimento permette di trasformare i residui agroalimentari (o i relativi imballaggi) e forestali in prodotti da riutilizzare sotto forma di bio-char (solido), bio-oil (liquido) e gas combustibile. Si evitano così il ricorso alla discarica, la combustione e la produzione di gas inquinanti.

La prima delle buone pratiche premiate dalla Regione è Funghi espresso,start up formata da un team di giovani laureati, che si pone l’obiettivo di produrre funghi freschi in modo sostenibile e naturale, utilizzando i fondi di caffè provenienti da bar e ristoranti del territorio come substrato per la coltivazione. Il substrato, una volta esaurita la sua potenzialità produttiva, viene riutilizzato come fertilizzante organico per l’agricoltura.

Oltre alle venti proposte premiate, altre idee innovative e buone pratiche sono state ritenute meritevoli di pubblicazione nel catalogo che sarà presentato dalla Regione a Expo 2015. Fra queste, altre due buone pratiche targate Unifi: una, realizzata dallo spin off Laboratori archeologici San Gallo, promuove il consumo locale dei prodotti agroalimentari di qualità, valorizzando il rapporto fra la filiera corta e la storia del territorio che ha generato quei cibi, con un occhio al potenziamento del turismo rurale della Toscana.

L’altra, frutto dello spin off NunaCode, consiste in una sorta di “navigatore nutrizionale”, un’App che accompagna il consumatore all’acquisto dei prodotti alimentari, per una corretta alimentazione secondo i principi della dieta mediterranea. Il consumatore può selezionare i prodotti alimentari fotografando il codice a barre e cliccando la voce all’interno di una lista già definita dal navigatore nutrizionale, o scrivendo il nome del prodotto nel campo “cerca”. Per ciascuna selezione Nuna darà una risposta grazie a un apposito semaforo: se il colore è verde l’alimento risponde alle necessità nutrizionali del consumatore, giallo significa permesso con riserva, mentre rosso non è consigliato.

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