Sancti, sanctissimus de’ Santi, in arte Raffaello

A 500 anni dalla morte del genio, lo celebra un pregiato volume di Cristina Acidini, nella storica collana Collezione d’arte A. Menarini

Nicola
Nicola Novelli
29 novembre 2020 09:44

FIRENZE- Nel 2020 si è celebrato il 500° anniversario della morte di Raffaello Sanzio. In quest’annata in cui la medicina è stata continuamente all’attenzione di tutti, coincidente connubio vuole che le Industrie Farmaceutiche Menarini abbiano scelto di dedicare il più recente volume della Collezione d’arte A. Menarini al celebre pittore e architetto del Rinascimento.

La collana, promossa dal 1956 dal colosso industriale fiorentino, quest’anno accoglie la firma di Cristina Acidini, per un volume di 270 pagine, riccamente illustrate, stampato da Pacini Editore. A fianco della storica collana libraria, il gruppo farmaceutico, da due anni ha lanciato anche un progetto divulgativo multimediale, intitolato “Menarini Pills of art”, che dalla piattaforma Youtube distribuisce brevi video in otto lingue dedicati alle maggiori opere dell’arte italiana rinascimentale, in cui spiccano naturalmente alcune puntate dedicate proprio a Raffaello.

L’artista di Urbino era considerato dai contemporanei una sorta di divinità-umana. Prova ne sia il mito delle date di nascita e morte che corrisponderebbero a quelle della morte di Gesù Cristo. E il pittore non faceva nulla per dissipare il mito, se ne osserviamo il look nell’autoritratto con un amico conservato al Louvre. Lo stesso cognome de’ Santi, o “Sancti”, come amava firmare le tele, contribuiva alla sua “santificazione”. Poi la critica del secolo scorso si lanciò alla riscoperta dei dimenticati, come Caravaggio e il pubblico contemporaneo, si sa, predilige personalità controverse, caratteri difficili e quindi più affascinanti, come Michelangelo Buonarroti, o Leonardo Da Vinci. Così Raffaello ha perduto qualche posizione ai primi posti della classifica della popolarità.

Rimane tuttavia uno dei più grandi artisti d'ogni tempo, punto di arrivo del percorso di recupero dei modelli e delle tecniche antiche avviato nel Rinascimento. Riferimento per tutti i pittori successivi, imprescindibile per lo sviluppo del linguaggio artistico, anche grazie a una scuola d’arte "alla maniera" sua, da cui nasce il termine “manierismo”. La sua influenza sulla storia dell'arte occidentale viene consacrata nelle accademie di belle arti dell'Ottocento, trovando nuovi estimatori nei pittori del XX secolo come Salvador Dalí.

Cristina Acidini, già soprintendente per il Polo Museale di Firenze, e attuale Presidente dell'Accademia delle Arti del Disegno, gli dedica la monografia 2020 della Collezione d’arte A. Menarini, in un’annata resa difficile dalla pandemia da Sars-CoV-19. La storica dell’arte, costretta per lunghi periodi, come tutti, all’isolamento domestico, impossibilitata a visitare archivi, librerie, mostre e musei, ha dovuto basarsi sulla propria memoria di studiosa, sulla propria biblioteca di casa e sulle risorse del web.

Il risultato è un volume di grande riflessione, forse alla maniera di un tempo, frutto di dedizione, in cui una “limitazione leopardiana” diventa l'appassionato trampolino di meditazione. Il volume ci accompagna così in una rilettura dell’intera opera di Raffaello, dalla bottega paterna ai capolavori estremi, passando attraverso i suoi viaggi di formazione sino alle grandi imprese nella Roma di Leone X. Con una particolare concentrazione sul soggiorno a Firenze, la capitale dell’arte di cui Cristina Acidini è una dei maggiori testimoni.

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