Controllo degli ungulati: novità nelle norme regionali

Plauso per il provvedimento regionale da Coldiretti: Cia Toscana: "Positive novità introdotte"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 maggio 2021 23:45
Controllo degli ungulati: novità nelle norme regionali

Firenze, 12 maggio 2021– L’accorciamento dei tempi di intervento della Polizia provinciale per gli abbattimenti, che passa da 72 a 24 ore; così come la possibilità di intervento diretto e immediato dei proprietari e conduttori dei fondi, sono misure auspicate ed estremamente positive per il controllo degli ungulati in Toscana, per alleviare i danni ingenti all’agricoltura regionale con cui da troppi anni le aziende agricole devono fare i conti.

Con questa modifica della, la Regione Toscana si adegua al dettato normativo della legge 157 del 1992 che prevede la possibilità di avvalersi dei proprietari o conduttori dei fondi, in possesso di porto d’armi, nelle attività di controllo. La norma resterà valida per due anni alla fine dei quali sarà fatto il punto per valutare l’andamento e in base ai risultati, confermare o ricalibrare il contenuto.

Le novità approvate dalla Giunta regionale che riguardano gli interventi di controllo ai sensi dell’articolo 37 (Lr.3 del 12 gennaio 1994) per proteggere l’agricoltura dai danni da ungulati, introdotte, su proposta dall’assessore all’agroalimentare Stefania Saccardi, con la modifica della delibera 310 del 2016. Con questo provvedimento gli agricoltori-cacciatori abilitati, possono intervenire direttamente, subito dopo aver fatto la segnalazione della presenza degli ungulati nel proprio fondo. Invece negli altri casi gli interventi saranno coordinati dalla Polizia provinciale utilizzando gli altri soggetti abilitati.

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“Gli agricoltori toscani – afferma Saccardi – stanno pagando un prezzo altissimo per la crisi causata dalla pandemia e in questa situazione l’impatto di branchi sempre più numerosi di cinghiali sulle colture ha assunto dimensioni insostenibili. E’ doveroso dare una risposta concreta ed equilibrata al mondo del lavoro agricolo, che con coraggio e passione portano avanti le proprie attività: non è possibile vedere distrutto il frutto del lavoro, siano vigneti, campi seminati a cereali o frutteti. Adesso – prosegue – insieme alle indispensabili azioni di prevenzione, proprietari e conduttori di fondi agricoli hanno a disposizione nuovi e più efficaci strumenti nell’ambito delle attività di controllo per proteggere le proprie colture dagli attacchi degli ungulati”.

Pur apprezzando la riduzione dei tempi di intervento, per Cia Toscana è necessario che le attività di controllo - e il coordinamento da parte della Polizia Provinciale - siano veloci e tempestive, ovvero effettivamente entro le 24 ore come da oggi previsto, per garantire e tutelare tutti quegli agricoltori toscani – sono oltre il 75% del totale – che non sono anche cacciatori dotati di porto d’armi e abilitati. Bene anche le altre novità introdotte – secondo la Cia Toscana – ovvero le catture tramite trappole o recinti gestiti direttamente da agricoltori e ATC, gli Ambiti territoriali di caccia.

Anche perché nel corso del 2020, sempre a causa del covid-19, l’attività venatoria ordinaria ha visto una battuta d’arresto e sono stati abbattuti in Toscana ben 14mila cinghiali in meno rispetto al 2019 e oltre 20mila rispetto al 2018. Secondo i dati della Regione, il numero di ungulati è in aumento e il rischio di seri danni all’agricoltura è ogni giorno più alto, come la Cia Toscana sta sottolineando da anni.

Plauso di Coldiretti Toscana all’approvazione della delibera di Giunta regionale: “La delibera approvata oggi dalla Giunta Regionale è la chiave di volta attesa dal mondo agricolo toscano che aspetta da decenni un segno tangibile dalle istituzioni rispetto al controllo degli ungulati”, esulta Fabrizio Filippi, presidente di Coldiretti Toscana.

“Diamo atto al presidente Giani di aver dato corso agli impegni assunti in campagna elettorale dopo l’approvazione da parte del Consiglio Regionale della mozione a firma Marras proprio sull’azione diretta dei proprietari per il contenimento degli ungulati”, continua Filippi.“Ogni 100 ettari di territorio si registra la presenza di almeno 20 cinghiali, mentre il Piano faunistico regionale – incalza il presidente Filippi - ne prevede da 0,5 ad un massimo di 5 capi, si conta un ungulato per ogni pecora negli allevamenti, 4 per ogni maiale e 6 per ciascun bovino. Serve solo un’azione decisa da parte di tutti gli organi preposti al controllo perché la norma di traduca in successo”.

“Una situazione che costringe ormai le aziende a lasciare i terreni incolti, stravolgendo l’assetto produttivo delle zone aggiunge il direttore di Coldiretti Toscana Angelo Corsetti – con il rischio che venga meno la presenza degli agricoltori, soprattutto nelle zone interne, e con essa quella costante opera di manutenzione che garantisce la tutela dal dissesto idrogeologico”.

L’eccessiva presenza di fauna selvatica rappresenta un rischio per l’agroalimentare toscano visto che proprio nei piccoli comuni sotto i 5mila abitanti si concentra il 92% delle produzioni tipiche secondo lo studio Coldiretti/Symbola, dove in Toscana si contano 32 prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) riconosciuti dall’Unione Europea tra formaggi, oli extravergine di oliva, salumi e prodotti a base di carne, vini, panetteria e pasticceria.

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