Carne: il rilancio della razza Calvana

Attraverso un sistema che riduce la distanza fra produttore e consumatore

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 novembre 2013 22:48
Carne: il rilancio della razza Calvana

PRATO– Un nuovo ritrovato dinamismo sta trovando campo nel mondo agricolo pratese, un segmento produttivo che punta su progetti di qualità in grado di coniugare gli aspetti economici, sociali e ambientali. Ed è fra questi che si inserisce il progetto di filiera corta della razza Calvana, una delle eccellenze del nostro territorio e un esempio di biodiversità autoctona. Originario dei monti della Calvana, da cui prende il nome, questo bovino è il risultato di una lunga opera di selezione e miglioramento avviata fino dal Medioevo.

Oggi questa razza, dopo aver conosciuto un significativo aumento del numero dei capi, grazie anche al sostegno dato da specifiche politiche regionali e provinciali, è in cerca di nuove forme di commercializzazione che le consentano di superare la bassa presenza sul mercato. Si punta quindi a forme di commercializzazione che tengano conto dell'alta qualità del prodotto e che consentano una equa remunerazione per gli allevatori. Già in corso i contatti con l'unica realtà pratese che lavora in modo tradizionale la carne Calvana e la commercializza localmente, ma sono in ponte anche altre ipotesi, come la vendita a pacchi famiglia e quella on line. Ma il rilancio della Calvana è un vero e proprio progetto di filiera corta che parte dal recupero di allevamenti sul territorio provinciale in tutte le sue fasi, compreso l’ingrasso che al momento è praticato solo in un'azienda del Mugello.

Riuscire a svolgere sul territorio pratese anche quest'ultima fase dell'allevamento consentirebbe infatti alle aziende zootecniche di consorziarsi per la commercializzazione attraverso un punto vendita da loro gestito direttamente. Si andrebbe così a chiudere il cerchio, realizzando un sistema che accorcia notevolmente la distanza fra produttore e consumatore. Ma non solo. Il progetto di filiera punta anche all'integrazione dell’allevamento come forma di diversificazione, sia del settore agricolo pratese sia fra le aziende stesse consentendo anche l’impiego reciproco delle produzioni, basti pensare all'uso del letame per la coltivazione o la produzione di alimenti per gli animali.

Fra le premesse anche la valorizzazione della cultura artigianale dei macellai e l’uso della carne di Calvana in produzioni tipiche locali come la mortadella di Prato e in prossimo futuro la “Bresalcalvana”, al momento solo in ipotesi. Il distretto pratese dispone di una realtà agricola di notevoli potenzialità che è sempre più un forte richiamo e stimolo per i giovani, questo progetto può contribuire alla tutela del territorio e allo sviluppo della zootecnia, permettendo a tutti gli attori di svolgere il loro prezioso lavoro.

Pane, latte, salumi, miele, ricotta, formaggi e carne sono i protagonisti della filiera zootecnica che sempre più trovano riscontri sulle tavole e che premiano l'impegno di chi crede e promuove la filosofia delle produzioni a Km zero.

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