Oscar Giannino: “Possibile intesa con M5S già dall’elezione del Presidente”

Il leader di Fare per Fermare il Declino ieri sera la Teatro Puccini di Firenze. Il pubblico gli ha chiesto del suo rapporto con Matteo Renzi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 febbraio 2013 14:52
Oscar Giannino: “Possibile intesa con M5S già dall’elezione del Presidente”

di N. Nov. Firenze, 18 febbraio 2013- La Notte di Oscar ieri a Firenze con il leader di Fare sul palco del Teatro Puccini in “Una Cena Italiana”. Si tratta di un vero e proprio spettacolo teatrale-elettorale, con cui Oscar Giannino si ritrova in scena ospite di una famiglia italiana tipo (interpretata da attori) con cui dialoga sui temi della campagna per le Elezioni Politiche 2013. Al termine dell'atto unico Giannino si è concesso al pubblico in un botta e risposta con la platea.

Il pubblico, composto da tanti giovani, non si è fatto pregare. Secondo Giannino la legislatura avrà vita breve e forse già in autunno, dopo l'approvazione di una nuova legge elettorale si tornerà a votare, a meno che le nuove forze politiche non facciano troppa paura ai partiti tradizionali: “La novità del prossimo parlamento sarà rappresentata da un quinto, un quarto di prossimi parlamentari tra i nostri fattivi ed i grillini. Faremo fronte comune con il movimento Cinque Stelle su certi aspetti come l’abbattimento dei tetti del referendum per renderli validi in ogni caso e sull’argomento Capo dello Stato, il prossimo Presidente non sarà espressione della vecchia politica” ha dichiarato Oscar Giannino rispondendo alla domanda di un giovane spettatore-elettore “Per prepararci alla prossima tornata elettorale occorre un nuovo schema di partecipazione con una piattaforma liquida, tipo on line, capace di gestire un dibattito franco all'interno del nostro movimento.

Appena possibile organizzeremo una costituente partitica con regole trasparenti e garanzie per l'accesso delle donne”.

Approfondimenti

A Giannino è stato chiesto di parlare anche della Tav. del caso dell’Ilva di Taranto, della Magistratura, e, in conclusione anche del suo rapporto con Matteo Renzi: “Bersani ha perso una grande occasione.

Se avesse concesso a Renzi primarie aperte (e Renzi le avrebbe vinte) avremmo un fronte più ampio con cattolici e moderati e questo avrebbe portato maggior stabilità. Ma l’appello è ancora valido per il futuro. Renzi mi sarebbe piaciuto -ha spiegato Giannino- per due motivi. Perché sarebbe stato un leader non indicato dall'oligarchia (107 segretari provinciali PD su 110 erano contro di lui. Perché aveva un programma economico e di finanza pubblica fondato su dismissioni, tagli alle spese e sgravi fiscali, molto simile a quello di Fare per Fermare il Declino“.

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