Alluvioni: la Toscana chiede la deroga al Patto di Stabilità, ma la prevenzione?

Ad un anno dagli eventi in Lunigiana l'emergenza si ripete; Rossi chiede aiuti e risorse agli Enti Locali da parte del Governo. Resta alto il rischio idrogeologico.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 novembre 2012 20:38
Alluvioni: la Toscana chiede la deroga al Patto di Stabilità, ma la prevenzione?

Le calamtà naturali come quella che si abbattutta nelle ultime ore nel centro nord del Paese e in particolare in Toscana e Umbria non si possono prevedere ma putroppo in molti casi i danni al territorio dipendono anche da una cattiva gestione del suolo, in particolre di quello che si sa essere a rischio idrogeologico. E mentre le forze dell'ordine sono ancora all'opera per mettere in sicurezza le zone più ritiche del territorio toscano, in particolare quello maremmano, si accende il dibattito politico e la polemica.

Il Presidente Enrico Rossi ha rivolto il suo appello al Governo per una legge speciale, risorse e poteri. "Questa volta da soli non ce la facciamo" ha detto. La portavoce dell'opposizione in Consiglio Regionale che è anche componente della Commissione Ambiente e Territorio Stefania Fuscagni chiede chiarezza sulle politiche di prevenzione del rischio idrogeologico. “Un’emergenza che si ripete con regolarità e che vede la Toscana in ginocchio costretta a chiamare l’esercito significa che il problema c’è ed è politico oltre che meteorologico.

Quando ho richiesto come portavoce dell’Opposizione un’indagine conoscitiva su ciò che nel dettaglio fanno i Consorzi di bonifica, sui loro costi e sui loro obiettivi oltre che chiedere a che punto siamo sulle politiche di prevenzione al rischio idrogeologico in Toscana, speravo di non dovermi trovare ad una situazione così grave come è emersa in queste ore”. “Il Presidente Rossi dice che entro il 2016 per l’Arno il rischio alluvione sarà sotto controllo e ciò significa due cose.

La prima è che per tre anni dobbiamo pregare che non piova forte e la seconda è che ci avremmo messo 50 anni precisi esatti dall’alluvione del 1966 per mettere in sicurezza i cittadini ed il territorio. A ciò si aggiunge che eventi atmosferici serissimi ma non apocalittici come quelli di queste ore inducono il Presidente a chiedere l’aiuto dell’Esercito e che ad un anno esatto dall’alluvione in Lunigiana in quei luoghi siamo quasi punto e a capo. Non speculiamo sulle disgrazie - prosegue la portavoce dell’Opposizione - ed in tempo di bisogno ci uniamo tutti per fare fronte ma non possiamo far finta che la Toscana non debba rendere conto delle politiche di prevenzione circa il rischio idrogeologico.

Politiche che evidentemente hanno da essere migliorate fortemente e su questo mi pare che non ci sia nulla da eccepire. Quanto ai Consorzi di Bonifica credo utile anche alla luce della questione sulla ‘tassa sui fossi’, la cui legittimità è ancora tutta da verificare, che comincino a rendere conto di ciò che fanno e di quanto costano alla luce anche di una Riforma tutta da valutare. Senza prevenzioni ma neppure senza sconti”, conclude Fuscagni. "Partecipo in maniera commossa al dolore delle famiglie delle vittime dell’alluvione ed esprimo loro la mia più sincera vicinanza in questo momento".

È quanto sostiene il capogruppo di “Più Toscana” in Regione, Antonio Gambetta Vianna intervenendo sull’alluvione che ha colpito il grossetano. "Per l’ennesima volta – prosegue – bisogna rimboccarci le maniche e ripartire. Da membro della commissione “Agricoltura”, chiedo alle aziende agricole del territorio di stringere i denti e alla Regione di impegnarsi affinché gli agricoltori maremmani non vengano lasciati soli. La Toscana – conclude l’esponente di “Più Toscana” – è troppo in ritardo sulla prevenzione idrogeologica e non è possibile sempre piangere sul latte versato.

Ciò che manca in Toscana è una seria programmazione preventiva da parte della Regione. Non mi stupirei di un nuovo aumento delle accise regionali sul carburante per l’alluvione che ha colpito la Maremma e spero che, quindi, oltre al danno non ci sia questa beffa, ma che senso ha intervenire sempre dopo?". "Il Governo deve urgentemente assumere le opportune iniziative per garantire con la massima urgenza le risorse necessarie a sostegno dei territori e delle popolazioni coinvolte dall'alluvione per far fronte all'emergenza che ha colpito la costa Toscana negli ultimi giorni.

In particolare, vorrei sapere se il Governo non ritenga di voler prevedere, entro un determinato limite di spesa annuale, che l'utilizzo delle risorse proprie e delle risorse provenienti dallo Stato, da parte di Regioni ed Enti Locali, per interventi prioritari di messa in sicurezza di aree a più elevato rischio idrogeologico, possa essere autorizzato anche in deroga agli obblighi relativi al Patto di stabilità interno". Lo ha chiesto, questa mattina in Aula a Montecitorio, l'onorevole Fabio Evangelisti (Idv) , dopo che ieri aveva presentato un'interpellanza urgente in materia al Presidente del Consiglio, Mario Monti, e al Ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, a seguito della pesante alluvione che, nella giornata dell'11 novembre, ha colpito la provincia di Massa Carrara e, più in generale, tutta la Toscana nordoccidentale e la parte della Liguria cosiddetta di levante.

La richiesta è la medesima: Sul venire in aiuto agli Enti locali con una deroga al Patto di Stabilità è d'accordo anche la senatrice fiorentina Vittoria Franco (Pd) . "È dura ammettere che di nuovo accada ciò che continua ad accadere: persone che perdono la vita sommerse dall'acqua delle piogge. Ai parenti delle vittime va il mio pensiero e il mio cordoglio. Ma ora tocca alla politica e alle istituzioni intervenire con efficacia". Lo dice la senatrice del Pd Vittoria Franco. "Toscana, Umbria, Liguria - prosegue Vittoria Franco - stanno subendo danni enormi.

I presidenti delle Regioni colpite chiedono non solo aiuti per l'emergenza, ma risorse per interventi strutturali sul territorio che lo rendano sicuro. Ha ragione il presidente della Toscana, Enrico Rossi. Occorre prevedere già nella legge di stabilità risorse per i lavori urgenti e poi risorse sufficienti per mettere in sicurezza i territori in dieci anni contro il rischio idraulico e idrogeologico e poteri in deroga al Presidente. Regioni e Stato devono fare ognuno la propria parte. Se non ora quando?". Oggi nel primo pomeriggio anche l’onorevole Luca Sani è intervenuto alla Camera dei deputati per chiedere al Governo di sostenere Regione Toscana, Provincia di Grosseto ed Enti locali nella ricostruzione delle zone devastate dalla furia delle acque tra Fonte Blanda e Capalbio. «Il primo pensiero – ha esordito Sani – è per le famiglie che hanno perso i propri cari in conseguenza delle esondazioni dei corsi d’acqua nei pressi del Chiarone e di Marsiliana, alle quali va un sincero sentimento di vicinanza». «Il bilancio tragico della perdita di vite umane – ha aggiunto il parlamentare maremmano – è poi aggravato dal fatto che è stata devastata una delle aree agricole più produttive della provincia, spazzando via decine di aziende specializzate in produzioni di qualità, e fra queste alcune imprese del comparto agroindustriale che danno lavoro a centinaia di addetti. In questo momento la macchina dei soccorsi sta lavorando con efficienza e a pieno regime, ma occorre sin da ora pensare alle fasi successive, sia a breve che a lungo termine. Per questo occorrono interventi e risorse pubbliche immediate, che affianchino lo sforzo messo in campo da Regione, Provincia ed Enti locali.

Obiettivo per raggiungere il quale va immediatamente decretato lo stato di calamità, che consente a sua volta di derogare ai vincoli del Patto di stabilità e utilizzare subito le risorse disponibili».Rispetto alla fase della ricostruzione, invece, Sani ha chiesto al Governo di «individuare stanziamenti aggiuntivi con la legge di stabilità di prossima approvazione, oppure di adottare un provvedimento straordinario come è avvenuto in occasione di altre recenti calamità naturali, a partire dal terremoto in Emilia».

Infine, Sani ha chiesto alla presidenza della Camera di «valutare l’opportunità di chiamare in aula il Governo a riferire sulla successione degli eventi, e su quantificazione dei danni e valutazione di tempi e modalità del ripristino della normalità». Anche la parlamentare senese Susanna Cenni (Pd) commenta il lavoro di queste ore del Partito democratico sulla legge di Stabilità: “Dopo l’emergenza maltempo che in queste ultime ore ha colpito pesantemente anche la Toscana e molti Comuni della nostra Provincia, come Pd abbiamo chiesto al governo di prendere seriamente in considerazione, attraverso l’elaborazione di un emendamento alla legge di Stabilità in fase di predisposizione, che prevede la possibilità di escludere dal patto di stabilità gli interventi di messa in sicurezza del territorio, in modo da affrontare tempestivamente i disagi e da mettere in campo una seria attività di prevenzione contro il rischio idrogeologico".

Con queste parole Susanna Cenni, parlamentare del Pd alla Camera, ha commentato il contenuto di un emendamento del Partito Democratico alla legge di Stabilità, annunciato dal presidente del gruppo del Pd della Camera, Dario Franceschini e da Michele Ventura, vicepresidente vicario e parlamentare toscano, dopo i disastri provocati dalle piogge torrenziali che hanno colpito la Toscana, l'Umbria, la Liguria e altre regioni dhel centro-nord. Nel testo i democratici chiedono oltre all’esclusione dal patto di stabilità per gli interventi di messa in sicurezza del territorio, anche lo stanziamento di risorse immediate e lo sblocco dei residui passivi di cui dispongono Regioni ed enti locali. "I sindaci e l'amministrazione provinciale stanno dando il massimo, intervenendo per attenuare il disagio dei cittadini – spiega Cenni- ma passata la prima emergenza ci sarà da affrontare il resto.

E’ assolutamente necessario come ha già chiesto il Presidente Enrico Rossi, affrontare la questione del dissesto idrogeologico del nostro Paese attraverso un piano di prevenzione di lungo periodo e non solo con azioni e interventi spot conseguenti al solo presentarsi dell’emergenza. Non si tratta più di una generica questione ambientale, perché oggi l’erosione del suolo e le conseguenze del maltempo oltre che gravare sullo stato di sicurezza dei cittadini, rappresentano un serio danno economico per un comparto produttivo importante, come quello agricolo e per le stesse aziende che, come hanno già precisato le associazioni agricole, a causa degli allagamenti e delle forti piogge di questi giorni, hanno registrato danni gravissimi alle colture e alle strutture.

“Nella provincia di Siena, per esempio – conclude la parlamentare toscana – sappiamo, sempre dal mondo agricolo che, nella zona di Montepulciano numerosi vigneti sono andati sommersi dall’acqua e si registrano ingenti danni alle coltivazioni orticole e a quelle di tabacco. Anche se è presto per fare la a conta dei danni, mi auguro che il nostro emendamento venga accolto e che si possa dare un primo segnale utile e concreto per mettere in campo un piano serio di politiche di prevenzione circa il rischio idrogeologico”. Ma ad incitare la polemica è anche il segretario de “La Destra” in Toscana, Adriano Tilgher .

“Il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, definisce le alluvioni di questi giorni un ‘campanello d’allarme’ e parla della necessità di svolte radicali nell’uso del territorio, ma forse, da parte sua, sarebbe più onesto intellettualmente ammettere che quelle che lui definisce ‘responsabilità di tutti’ sono invece da ricondurre alla sciagurata gestione amministrativa della sinistra, che governa la Regione ormai da decenni”. Lo afferma “Il dissesto idrogeologico del territorio toscano – continua Tilgher – è figlio di una politica miope e capace soltanto di generare debiti su debiti, in modo particolare nella Sanità.

Così, dopo aver creato un buco pericolosissimo nel bilancio regionale, la sinistra oggi grida a gran voce che occorrono consistenti risorse per salvare il territorio dalle alluvioni. Rossi, invece, farebbe bene a fare ‘mea culpa’ e a chiedersi perché, in tutti questi anni, sia stato fatto così poco per mettere in sicurezza le zone più a rischio della regione. Anzi – conclude l’esponente de “La Destra” – Rossi dovrebbe dimettersi, ammettendo di aver fallito nel suo incarico, non potendo garantire, e i fatti lo stanno dimostrando, la necessaria programmazione, il senso di responsabilità, la trasparenza amministrativa, l’amore per il territorio e la giusta attenzione ai problemi e alle esigenze della popolazione”.

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