Incendio al Meccanò, arrestati esecutori e mandanti

E’ stata eseguita questa mattina la cattura dei soggetti ritenuti mandanti ed esecutori dell’incendio doloso che la notte del 15 aprile 2008 distrusse completamente la nota discoteca “Meccanò” di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 ottobre 2011 14:27
Incendio al Meccanò, arrestati esecutori e mandanti

E’ stata eseguita questa mattina la cattura dei soggetti ritenuti mandanti ed esecutori dell’incendio doloso che la notte del 15 aprile 2008 distrusse completamente la nota discoteca “Meccanò” di Firenze. “L’attentato incendiario fu progettato per ragioni di aspra concorrenza e predominio nel controllo dei due locali notturni situati uno di fronte all’altro proprio all’ingresso del Parco delle Cascine.” E’ quanto emerso in tre anni di complesse e articolate indagini della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile coordinata dalla Procura fiorentina che è riuscita a far luce su questa complessa vicenda da tempo circondata da dubbi e interrogativi.

Sono cinque le persone destinatarie degli ordini di cattura emessi dal Tribunale di Firenze (a firma del GIP Dr. David Monti, su richiesta del P.M. titolare dell’inchiesta, Dr. Pietro Suchan). Per due di loro, “i mandanti”, la Procura ha contestato anche il reato di estorsione messo in atto con modalità tipiche dell’intimidazione mafiosa. Uno di questi (un pratese di 39 anni) è niente meno che il titolare della discoteca diretta concorrente del Meccanò: il “Central Park” Nel 2007, forte dell’appoggio di esponenti di una ben nota famiglia palermitana impiantata a Firenze (da anni alle cronache quale rilevante gruppo mafioso siciliano colpito dai corleonesi di Riina e Provenzano nella strage di via Lazio a Palermo) non perse tempo ad intimidire (in maniera molto convincente) gli imprenditori concorrenti, al fine di farli astenere dall’allora asta giudiziaria per aggiudicarsi i locali del Central Park, di cui ovviamente riuscì a diventare proprietario.

Costantemente spalleggiato dal capofamiglia siciliano, suo socio di fatto(il primo della lista, nell’ordinanza di custodia cautelare), il nuovo imprenditore non voleva accontentarsi di un solo sito, quando a poche centinaia di metri, si ergeva la più grande (per dimensioni) discoteca del capoluogo toscano: il pratese ambiva al dominio della movida nell’intera area delle Cascine. Da tempo aveva infatti messo gli occhi anche sull’altra famosissima discoteca concorrente, ma quando i legittimi proprietari rifiutarono le offerte del cosiddetto gruppo antagonista, quest’ultimo passò alle vie di fatto, commissionando la distruzione del locale.

Quella notte d’aprile, intorno alle 2.50, gli esecutori, tra cui un noto pregiudicato pratese di 49 anni (recentemente arrestato dalla Squadra Mobile e tuttora in carcere dallo scorso 16 settembre per un ingente furto di orologi di lusso) e due fratelli sint (giostrai) di 35 e 44 (entrambi con precedenti di polizia), dopo aver parcheggiato le loro utilitarie (una di queste la Fiat 500 bianca ripresa dalle videocamere in piazza Vittorio Veneto) entrarono nel locale e appiccarono il fuoco con la benzina. Solo l’intervento di Polizia e Vigili del Fuoco riuscì a mettere in sicurezza l’intera zona, soffocando le fiamme ed impedendone l’estensione al resto del parco.

I cinque,dovranno ora rispondere a vario titolo di quel gravissimo episodio ricostruito con minuzia di dettagli dagli inquirenti tramite elementi probatori e testimonianze.

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