Il cappello di paglia di Firenze

Uno spettacolo di Nino Rota pieno di sorprese

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 luglio 2011 20:42
Il cappello di paglia di Firenze

Dalla preziosa collaborazione tra il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e Maggio Fiorentino Formazione è scaturita l'idea d'allestire un'opera non ancora rappresentata al Teatro Comunale, una 'prima' dunque, benché nel titolo -e non solo- sia presente un'esplicita e non casuale citazione territoriale: Il Cappello di paglia di Firenze di Nino Rota. Venerdì 15 luglio 2011, alle ore 20.30, all'interno dell'Estate Fiorentina 2011, andrà in scena l'opera forse più celebre dell'autore milanese, di cui proprio quest'anno si celebrano i 100 anni dalla nascita (3 dicembre 1911 - 10 aprile 1979), un anniversario che non poteva passare inosservato; la produzione è nuova, di manifattura fiorentina, non solo perché curato nella regia, le scene ed i costumi dai professori e dagli allievi di Maggio Fiorentino Formazione, ma perché i cappelli che appariranno in scena di volta in volta, sui capi dei protagonisti o ad abbellire il palcoscenico, sono il frutto di un'altra importante collaborazione, quella con il Consorzio dei cappelli di paglia di Firenze, -nella doppia veste di fornitore e sponsor della produzione- che, per l'occasione, ha allestito un'esposizione di cappelli nel foyer del Teatro Comunale.

L'esposizione sarà visibile nei giorni di spettacolo, negli orari d'apertura del teatro. A rendere ancora più fruibile l'opera, già di per sé estremamente piacevole, frivola, godibilissima, ambientata in un'atmosfera leziosa di fine '800, e trasposta in un contesto parigino degli anni '50, sarà un'innovazione tecnologica, che verrà sperimentata per la prima volta proprio al Maggio Musicale Fiorentino, sempre all'avanguardia ed attento ai nuovi ritrovati della tecnologia. Venticinque anni fa, esattamente il 1° giugno 1986, il Maggio Musicale Fiorentino, in occasione della messinscena dei Maestri cantori di Norinberga (Die Meistersinger von Nürnberg) di Richard Wagner diretti da Zubin Mehta, sperimentò per la prima volta in Europa un sistema di mediazione linguistica che si ispirava alla consolidata esperienza audiovisiva dei «sottotitoli» (nati col cinema muto), ma che, nell'inedito contesto ambientale dello spettacolo dal vivo, prese forma attraverso la formula tecnica dei «soprattitoli» (nati in Canada tre anni prima, nel 1983).

Ora, grazie a Opera Voice e Prescott Studio, partners come allora dell'iniziativa, dal 15 luglio 2011, con Il Cappello di paglia di Firenze sarà possibile leggere i soprattitoli su iPad, smartphone e tablet che, debitamente predisposti in modalità aereo, non recheranno disturbo, ma a sfondo nero renderanno più accessibile il testo del libretto, che apparirà collegando il telefonino o l'iPad ad una rete Wi-Fi interna. Il Maggio è molto orgoglioso d'essere il primo a procedere con questa sperimentazione, sarà poi il pubblico a decretarne la fortuna o a suggerire migliorie al sistema adottato. L'opera composta nell'immediato dopo guerra venne rappresentata dieci anni dopo, il 21 aprile del 1955, fortemente voluta dall'allora Sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo, Simone Cuccia.

Il frenetico andirivieni dei quindici personaggi previsti dal libretto (Fadinard, giovane agiato; Nonancourt, agricoltore; Beaupertuis; Lo zio Vézinet, sordo; Emilio, tenente, Felice, domestico di Fadinard; Achille di Rosalba, bellimbusto; Una guardia; Un caporale delle guardie; Minardi, violinista; Elena, figlia di Nonancourt; Anaide, moglie di Beaupertuis; La baronessa di Champigny; La modista), in una farsa musicale fresca, divertente ed incalzante, rende il noto compositore un genio novecentesco, al di là delle ben note colonne sonore, che, grazie al sodalizio con Federico Fellini, fecero conoscere la sua musica in tutto il mondo.

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