La Campolmi da antico opificio tessile a moderna fabbrica della cultura

Il recupero dell'antica Cimatoria per il Museo del Tessuto e la Biblioteca della Città

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 dicembre 2010 14:41
La Campolmi da antico opificio tessile a moderna fabbrica della cultura

Firenze, 28 dicembre 2010– Da antico stabilimento tessile a centro culturale polifunzionale: l’ex Cimatoria Campolmi è oggi uno dei maggiori esempi di archeologia industriale del territorio pratese. Il lungo iter dei lavori di recupero della fabbrica, che oggi ospita il Museo del Tessuto e la biblioteca Lazzerini, è ricostruito nel volume di Marco Mattei Campolmi. La fabbrica della cultura (ed. Polistampa, pp. 294, euro 38). Il progetto di restauro dell’antico opificio Campolmi, realizzato dall’Amministrazione Comunale su progetto dell’architetto Mattei, nasce dalla volontà di recuperare uno spazio del centro urbano degradato, ma ricco di contenuti storici, culturali, sociali.

L’area della fabbrica, che da semplice contenitore industriale è divenuto un simbolo della storia civile della città, rappresenta uno dei casi più significativi di riconversione urbana svolta nel territorio pratese, sia per la posizione centrale che per le grandi dimensioni della struttura. Scopo principale della pubblicazione è dare testimonianza, anche grazie a una ricca documentazione fotografica, di questo percorso iniziato nel 1999 che ha reso lo stabilimento un polo culturale a disposizione di tutti i cittadini (una vera e propria “fabbrica della cultura”), dove la storia e la tradizione conservati nel Museo del Tessuto, aperto nel 2003, si affiancano finalmente anche al patrimonio culturale custodito nella biblioteca Lazzerini, inaugurata l’anno scorso.

“Un recupero straordinario”, come lo definisce il sindaco di Prato Roberto Cenni nella presentazione del volume, “che mentre esprime la continuità con la tradizione industriale della città ci offre, nello stesso tempo, l’opportunità di guardare al futuro e di creare un ponte di collegamento con il volto che la città assumerà nei prossimi anni”. Gherardo Del Lungo

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