Buco di bilancio di 60 milioni all'Asl1: inchiesta della procura

Monaci non si fida di Rossi‎? Mugnai, Ferri, Magnolfi e Ammirati: “La lettera ‘falsa’, che ancora non ci hanno permesso di visionare, non giustifica più la Giunta”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 novembre 2010 17:56
Buco di bilancio di 60 milioni all'Asl1: inchiesta della procura

Ci sarà anche un'inchiesta parlamentare sulla Asl 1‎? Leoluca Orlando, parlamentare dell'Italia dei Valori vuole vederci chiaro nella vicenda della Asl di Massa Carrara, ha inviato una richiesta di relazione all'Assessore alla Sanità della Regione Toscana, Daniela Scaramuccia, che conferma che il ''buco'' da 60milioni di euro emerso nei bilanci della Asl1 e' ''l'esito di un ripetuto e costante occultamento dei costi". Di seguito la richiesta formale da parte del presidente del Consiglio regionale Alberto Monaci di una lettera del settembre 2009 con cui la Corte dei Conti informava Giunta regionale e Consiglio dell’esistenza di scompensi economici nei bilanci dell’azienda sanitaria.

La Regione Toscana interverrà immediatamente con 10 milioni di euro, ma della situazione della Asl di Massa Carrara la Giunta regionale ha deciso di cominciare a parlare in ritardo? “I dubbi, se mai ce ne fossero, sono stati fugati. Il presidente Rossi, nella sua precedente veste di assessore alla Sanità, era a conoscenza del buco di bilancio della Asl 1. Il teorema del “non poteva non sapere” è addirittura superato. Rossi sapeva, e non è intervenuto”. Questo il commento del vicepresidente della Commissione Sanità Stefano Mugnai, del consigliere regionale Jacopo Ferri, del presidente e del vicepresidente vicario del gruppo PdL in Consiglio regionale Alberto Magnolfi e Paolo Ammirati, ai recenti sviluppi della vicenda della Asl apuana “L’intervento del presidente Monaci cambia le carte in tavola, giacché evidenzia che anche al vertice dell’istituzione consiliare e nella maggioranza sta facendosi strada un concetto da noi più volte ribadito e cioè che la Giunta Regionale aveva tutti gli elementi per essere a conoscenza delle difficoltà finanziarie dell’Asl 1.

A partire, ma non solo, dalla nota della Corte dei Conti - da noi citata in varie interrogazioni ed anche nel dibattito tenutosi in Aula martedì 9 novembre - indirizzata nel 2009 alla Giunta, al Consiglio regionale ed altri soggetti, senza che per ora sia stato chiarito se tale lettera sia mai stata protocollata come posta in arrivo in Consiglio e quindi senza che sia stato chiarito se poi sia stata messa nella disponibilità dei consiglieri regionali. Molti elementi per cui la Regione Toscana, e nello specifico l’ex presidente Claudio Martini, l’ex assessore alla Sanità Enrico Rossi e l’ex presidente del Consiglio regionale Riccardo Nencini, avrebbero dovuto prendere coscienza di ciò che stava accadendo nella Asl apuana ed informare al riguardo gli organi da loro guidati” “E adesso – proseguono gli esponenti del PdL – non ci si trinceri dietro la lettera ‘taroccata’, perché se anche si fosse verificato realmente il falso, e cominciamo a nutrire seri dubbi al riguardo, avrebbe coperto solo una parte del buco di bilancio, e non la sua totalità.

Totalità che sembra essere ancor più grande di quanto ci era stato detto sino ad oggi: si parla infatti non più di 60 milioni, ma di 100 milioni. Chissà che adesso non compaiano altre lettere con ‘firma tremolante e timbro incerto’. Ma quel che conta – aggiungono Mugnai, Magnolfi, Ammirati e Ferri – è che emergono sempre più i dubbi sul modo in cui vengono chiusi i bilanci delle aziende sanitarie locali. E con essi i timori che la vicenda della Asl 1 non sia un caso isolato”. “Un’ultima considerazione: tutta la “linea difensiva“ adottata sinora dalla Giunta ruota intorno alla famosa lettera taroccata, che da sola dovrebbe, nelle intenzioni di Rossi e Scaramuccia, sollevare da ogni responsabilità la Giunta Regionale ed i suoi uffici.

Ebbene - concludono - nella documentazione che con un mese di ritardo ci è stata fornita sul buco dell’Asl di Massa di questa “fondamentale lettera taroccata” non vi è traccia. Nonostante che sia stata richiesta ormai innumerevoli volte”.

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