TAV: si comincia a parlare di compensazioni

A Palazzo Panciatichi audizione di Idra in Regione Toscana con il Comitato di via Carracci di Bologna

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 settembre 2010 13:44
TAV: si comincia a parlare di compensazioni

Le notizie di questi giorni vedono una trattativa tra Comune di Firenze e Ferrovie delle Stato per monetizzare i disagi della costruzione del Passante AV (ad esempio con un servizio di metropolitana sulla rete del nodo ferroviario). "Se le opere chieste dal Comune di Firenze sono una necessità per la città e la collettività -commentano Comitato contro il Sottoattraversamento AV- non si capisce perché devono essere oggetto di una trattativa con chi vuole imporre un'opera (come il Passante AV) che di utilità per la città non ne ha nessuna.

E' strabiliante, sostiene il Comitato, come sia davanti agli occhi della città il degrado della politica e dell'economia del nostro paese, compreso il virtuoso centro Italia. Ormai la mancanza di progettualità di tutta classe politica è arrivata ad un punto grave: si riesce ad immaginare un'opera di utilità pubblica solo come “compensazione di una grande opera”, senza che di questa grande opera ne venga analizzata la fattibilità e la convenienza economico-sociale. Nessun sintomo, come questo “mercato delle vacche”, mostra con più evidenza il degrado economico, politico e morale di un sistema di governance che tutela solo gli interessi di speculatori e cementificatori, trattando i cittadini solo come fornitori di risorse (pagando le tasse). Aveva inutilmente atteso nella passata legislatura una convocazione da parte dell’allora presidente della VI Commissione consiliare Erasmo D’Angelis, l’associazione di volontariato Idra, che chiedeva di presentare informazioni e dati inoppugnabili sul tema scottante del progetto di sottoattraversamento TAV di Firenze.

Ma la richiesta di audizione è stata accolta solo col rinnovo del Consiglio regionale, e giovedì 16 settembre a partire dalle 14.30, a Palazzo Panciatichi, i responsabili dell’associazione parte civile nel processo penale ai responsabili della cantierizzazione TAV del Mugello presenteranno alla VI e alla VII Commissione congiunte (Ambiente e Territorio; Mobilità e Infrastrutture) le ragioni della radicale contrarietà al progetto di nodo ferroviario sotterraneo fiorentino, e alla faraonica quanto destabilizzante stazione Foster, la prima al mondo, forse, concepita per complicare piuttosto che per semplificare il sistema dei collegamenti su scala locale, regionale e nazionale.

Il Comitato contro il Sottoattraversamento AV invita i cittadini alla manifestazione indetta il 9 ottobre 2010, ore 15.30 in piazza SS Annunziata, per dire NO al progetto sbagliato di alta velocità imposto a Firenze e per proporre una convivenza basata sulle reali necessità degli abitanti liberi da interessi alieni alla città. Idra produrrà e illustrerà documenti, slides, filmati e memorie redatte da esperti nazionali in economia, trasporti e infrastrutture, perché ogni singolo membro delle Commissioni sia approfonditamente informato delle criticità insormontabili del progetto sciaguratamente approvato dalle istituzioni pubbliche nelle passate legislature. A fianco di Idra, una delegazione del Comitato di Via Carracci di Bologna, testimone diretta delle conseguenze intollerabili della cantierizzazione modello-TAV (che ha già fatto scuola in Mugello e a Monte Morello) sul piano della salute, dell’ambiente, delle economie locali e della stessa abitabilità dei palazzi (alcuni fatti evacuare, altri grottescamente transennati, altri ancora afflitti da lesioni e da un martellante inquinamento acustico e atmosferico) attigui al cantiere della stazione sotterranea Isozaki.

Una testimonianza che deve suonare ancor più inquietante ed esemplare nella ‘città del fiore’ quando si pensi che sulla verticale dei due tunnel insistono beni culturali e architettonici tutelati dalle Belle Arti in un centro storico classificato dall’UNESCO come “patrimonio dell’umanità”. Idra non mancherà di proporre alle Commissioni Sesta e Settima concrete vie di uscita da una situazione di stallo che si protrae da oltre 10 anni (da quando cioè venne approvato, dalle giunte Primicerio, Gesualdi e Chiti, il costosissimo progetto di sottoattraversamento, oggi ancor meno compatibile di allora con le risorse erariali e le emergenze sociali in atto).

Una situazione che, se si accenderanno i motori delle talpe, rischia di lasciare la città di Firenze a cuore aperto per lustri, tenuto conto dell’indebitamento pubblico colossale di cui soffre il Paese. Se i soldi da investire sono solo virtuali infatti, e gravano di fatto sulle spalle dei nostri pronipoti grazie a disinvolte architetture contrattuali che, come ha scritto a lettere di fuoco la Corte dei Conti, “pregiudicano l’equità intergenerazionale, caricando in modo sproporzionato su generazioni future ipotetici vantaggi goduti da quelle attuali”, allora lo scenario di cantieri aperti che non arrivino mai ad essere chiusi diventa terribilmente verosimile e prossimo.

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