Divano italiano: segno meno nelle esportazioni tedesche (-9%)

Il caso Germania: mercato fondamentale. Il Gruppo Nieri propone un investimento da quasi 2 milioni di euro, ma tutto è al palo

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
27 luglio 2010 14:13
Divano italiano: segno meno nelle esportazioni tedesche (-9%)

«Le opportunità sono come i treni: certamente passano, e con altrettanta certezza si fermano; ma non restano fermi in stazione quattro o cinque mesi, bensì una manciata di minuti». Il commento di Alberto Nieri, presidente del Gruppo Industriale Nieri di Quarrata, è eloquente: l'Italia è troppo attendista e lo ha recentemente anche confermato il governatore della Banca d'Italia Mario Draghi durante l'assemblea dell'Abi: «C'è la sensazione che molte imprese piccole e medie non riescano a veder soddisfatta la loro domanda di finanziamenti.

E sono proprio le imprese più proiettate verso l'export». Il Gruppo Nieri, lo scorso 10 giugno a Firenze, ha presentato il proprio piano industriale di rilancio a tutti gli stakeholders di riferimento, tra i quali gli istituti di credito. Punto focale del piano, proprio l'export. La Germania, per esempio, è uno dei mercati più importanti e fondamentali per il settore dell'arredamento italiano che, secondo i dati offerti da Federlegno Arredo, ha lasciato per strada, nel 2009, un ulteriore 9% nell'export nazionale.

E, sempre la Germania, è uno dei punti focali del piano di rilancio del'azienda di Quarrata; il mercato tedesco, da oltre 20 anni, è parte integrante del core business aziendale strutturato su una partnership consolidata con i grandi gruppi di acquisto tedeschi e grazie alla capillare distribuzione in oltre 150 punti vendita. Canali che, nel tempo, sono stati aperti esclsuivamente grazie alla qualità della produzione 100% Made in Tuscany del Gruppo. L'export tedesco, dunque, è emblematico dello stato di salute dello stallo economico italiano. «Dodici mesi or sono -sottolinea Alberto Nieri- abbiamo inoltrato un progetto di investimento da mezzo milione di euro per il quale, da Fidi Toscana, stiamo ancora aspettando una risposta».

Con buona pace della mission di Fidi Toscana che, si legge sul sito internet del consorzio, favorisce «la crescita delle piccole medie imprese che operano nella regione facilitandone l'accesso al credito». Parlando sempre di Germania, la burocrazia teutonica concede tempi di delibera di dieci giorni. «Non possiamo permetterci, in una fase così delicata dell'economia -continua Nieri- tempi biblici per poter dare vitalità ai progetti. Non possiamo permettercelo perché da un lato dobbiamo tornare a esportare, dall'altro gli altri Paesi europei non stanno a guardare e si muovono con una velocità dieci volte superiore alla nostra». Il progetto "Rinascimento Germania", presentato a Firenze dall'azienda quarratese, prevede un investimento di 1.750.000 euro in 4 anni con l'obiettivo di sviluppare la penetrazione commerciale Nieri nel mercato tedesco.

Ebbene, anche in questo frangente gli istituti di credito nicchiano, prendono tempo: «Le parole del governatore Draghi sono profondamente reali -precisa ancora Nieri-. Bisogna mettersi in testa che sono due le azioni fondamentali per rilanciare il mercato dell'arredamento: il supporto da parte dei consorzi di garanzia e la velocità di attuazione delle procedure. Non è ammissibile che paesi europei come la Germania e la Francia abbiano tempi di delibera di dieci giorni e noi, dopo dodici mesi, non sappiamo ancora se potremo mettere nero su bianco i nostri progetti.

La Germania, per noi della Nieri, ma anche per tutto il distretto del mobile di Quarrata (uno dei tre più importanti d'Italia, ndr) è un mercato fondamentale al quale abbiamo dedicato sempre attenzione. Oggi più che mai con un piano di rilancio e di radicamento nel territorio che darebbe una boccata di ossigeno a tutto il distretto. Ma le risposte, purtroppo, non arrivano».

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