Referendum consultivo domenica 17 febbraio: le modalità di partecipazione al voto

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 febbraio 2008 15:07
Referendum consultivo domenica 17 febbraio: le modalità di partecipazione al voto

Firenze, 13 febbraio 2008- Domenica 17 febbraio sarà possibile votare dalle 8 alle 22 in 234 seggi elettorali. Saranno 145.036 maschi e 170.605 femmine, per un totale di 315. 641 gli aventi diritto al voto per i due referendum consultivi. Di questi, 31.250 sono stranieri, mentre avranno l'opportunità di votare per la prima volta 1.878 femmine e 1.861 maschi. Sono invece 117 le elettrici ultracentenarie e 15 i maschi. I luoghi dove votare sono gli stessi delle elezioni politiche e sono 234, di cui 6 ospedaliere, mentre i seggi speciali sono 19 (per la raccolta del voto dei degenti nelle case di cura, strutture sanitarie, istituti di pena).

E' possibile inoltre il voto domiciliare se autorizzato dalla Asl. I dati sono stati presentati stamani dall'assessore ai servizi demografici Lucia De Siervo che ha ricordato, nell'occasione, che sono ammesse al voto tutti le persone maggiorenni, residenti nel comune di Firenze alla data di indizione dei referendum, anche se non forniti di cittadinanza italiana. I cittadini potranno recarsi a votare nella circoscrizione indicata sulla propria tessera elettorale e sono ammessi al voto esibendo un documento di identità personale.

I cittadini stranieri invece hanno ricevuto nei giorni scorsi l'attestato al voto. Con questo documento ed un documento d'identità potranno recarsi nella sezione indicata ad esprimere il proprio voto. Ecco di seguito gli uffici che effettueranno l'apertura straordinaria nelle seguenti sedi ed orari dove i cittadini possono recarsi per rinnovare o richiedere le carte d'identità: da lunedì 11 a venerdì 15 febbraio con orario 14,30-17,30, Quartiere 1 - Palazzo Vecchio; Quartiere 2 - P.za Alberti 1/a; Quartiere 3 - Via del Tagliamento 4; Quartiere 4 - Via Canova (c/o Centro Commerciale); Quartiere 5 - Via Bini 7 Sabato 16 febbraio con orario 14,30 - 17,30 e domenica 17 febbraio con orario 8 - 22: Quartiere 1 - Palazzo Vecchio; Quartiere 2 - P.za Libertà 12 (Parterre - cubo n.1); Quartiere 3 - Via del Tagliamento 4; Quartiere 4 - Via Canova (c/o Centro Commerciale); Quartiere 5 - Via Bini 7.

Inoltre il PAD di Via Senese n. 206 (Galluzzo, Q3) sarà aperto domenica 17 febbraio dalle 8 alle 22: In questa consultazione non è richiesta la presentazione della tessera elettorale. Tuttavia, poiché in essa è indicata la sede della sezione assegnata per il voto, chi non ne fosse in possesso o l'avesse smarrita, potrà ritirarla presso l'ufficio elettorale del Parterre o chiederne duplicato presso gli uffici del Parterre e di Palazzo Vecchio. Nei medesimi uffici può essere richiesto l'attestato al voto dai cittadini stranieri.

I cittadini potranno prenotare il trasporto assistito telefonando ai seguenti numeri telefonici e nei giorni indicati: 055-2616860; 055-2616861, 055-2616852, 055-2767411. Dal giorno 28 gennaio, nei soli giorni di lunedì - mercoledì - venerdì, in orario 14.30 - 18.30; sabato 16 febbraio dalle ore 8.00 alle ore 20, domenica 17 febbraio dalle ore 7.00 alle ore 22. Gli uffici elettorali si trovano nei seguenti punti della città: Parterre, cubo n.3 - piazza della Libertà (tel. 055580303, fax 055577762), che sarà aperto al pubblico nei seguenti giorni e orari: da giovedì 14 a sabato 16 febbraio dalle ore 8,30 alle ore 19 (orario ininterrotto); domenica 17 febbraio dalle ore 7,00 alle ore 22; Palazzo Vecchio - piano ammezzato (tel.

0552768514, fax 0552768225), che sarà aperto al pubblico nei seguenti giorni e orari: sabato 16 febbraio dalle ore 8,30 alle ore 19,00 (orario ininterrotto); Domenica 17 febbraio dalle ore 7 alle ore 22.
Una riunione alla Breda tra i rappresentanti dei disabili fiorentini e i tecnici del Comune per 'testare' i vagoni della tramvia che circolerà lungo le nostre strade. "Si svolgerà il 15 febbraio – fa sapere il presidente provinciale Unione italiana ciechi e ipovedenti Antonio Quatraro -.

È stata decisa giorni fa, quando si è svolto un incontro tra il vicesindaco Matulli, il coordinatore del progetto tramvia Mantovani e i rappresentanti della Consulta comunale handicap e della Fand, che insieme contano oltre 30mila associati in tutta la nostra provincia"
E’ stato presentato oggi un articolato documento che, a partire dall’analisi e dalla sostanziale condivisione dell’opere infrastrutturali previste nell’area fiorentina, sostiene la prosecuzione dei lavori di realizzazione del sistema tranviario e rivolge un appello ai cittadini alla partecipazione e per il NO ai quesiti del referendum del 17 febbraio.

Vi hanno aderito 277 tra docenti universitari, ricercatori universitari, ricercatori CNR e di altri istituti scientifici, dirigenti e dipendenti presso gli stessi istituti. Si tratta di un vasto e variegato spaccato del mondo della ricerca attivo a Firenze: una qualificata rappresentanza sia per varietà delle discipline che per numero delle adesioni, raccolte in sole tre settimane. Nel documento la tramvia viene considerata nell’ambito delle altre importanti opere pubbliche già previste e in corso di attuazione (terza corsia autostradale e opere connesse, treno ad alta velocità/alta capacità e opere connesse): infatti il sistema tranviario «se correttamente connesso con il sistema ferroviario, nazionale e locale, con gli assi di penetrazione della città e con il sistema dei parcheggi, può consentire un salto di qualità per la mobilità dell’intera area.

E ciò anche per le caratteristiche specifiche delle tramvie di ultima generazione: grande capacità di trasporto; tempi certi di percorrenza e puntualità; massima accessibilità, anche per gli utenti “deboli” (anziani, disabili); impatto atmosferico locale nullo e impatto vibro-acustico ridottissimo». Il documento evidenzia come «lo stesso limite della tramvia, quello di impegnare lo spazio urbano in superficie, si è rivelato nelle numerose realizzazioni europee delle ultime due decadi uno dei suoi punti di forza.

La sua realizzazione, infatti, impone una riprogettazione dello spazio urbano attraversato, con la possibilità di riqualificarlo e liberarlo per l’uso pubblico e a favore degli utenti deboli e della mobilità ciclo-pedonale». Tenuto conto dell’insieme di opere previste, nel documento si afferma che le scelte compiute negli ultimi 15 anni «possono essere certamente migliorate, implementate, parzialmente corrette (laddove emergano nuove esigenze di mobilità e non vi siano impegni contrattuali già assunti da parte degli Enti appaltanti), ma certo non devono essere rallentate artificiosamente, o peggio stravolte.

Altrimenti il rischio che si potrebbe profilare è quello di una nuova paralisi e, in ultima istanza, di una congestione definitiva dell’area fiorentina». I sottoscrittori, «pur sottolineando la necessità che la progettazione esecutiva delle opere sia curata con grande attenzione al fine di massimizzarne i vantaggi e senza escludere una futura integrazione con ulteriori interventi», ritengono che «l’appuntamento referendario relativo alle linee 2 e 3 della tramvia fiorentina costituisca un importante momento in cui affermare con decisione che i lavori di trasformazione della città vanno semmai accelerati e certamente non fermati».

Il documento si conclude con un appello al voto e «a dire con fermezza NO a coloro che vorrebbero far ripiombare Firenze nell’immobilismo del non‑fare».
«Piazza Duomo si può pedonalizzare senza il passaggio della tramvia e senza i 2300 autobus che attualmente ci passano ogni giorno: si può fare, se c’è la volontà politica dell’Amministrazione Comunale e se si riorganizza il trasporto pubblico nel centro storico». Così afferma Mariarita Signorini d’Italia Nostra nazionale, che anticipa un’ipotesi concreta, in fase di studio.

«L’ipotesi parte dalla cancellazione del ramo della linea 2 di tramvia che da piazza Stazione attraversa il centro e piazza Duomo fino a piazza della Libertà – aggiunge Signorini – e prevede non solo il potenziamento e modifica delle quattro linee di bussini elettrici ma anche una nuova quinta linea di bussini che ‘circumnaviga’ piazza del Duomo, scambiando con la tramvia in piazza dell’Unità e con gli autobus a metano e ibridi anche in via de’ Pecori-piazza dell’Olio e in piazza S.Marco».

La proposta prevede infatti che le linee attuali dell’Ataf, con autobus ecologici, arrivino da est fino a piazza S.Marco da via Cavour, e tornino indietro sugli itinerari attuali, da via Lamarmora, con la possibilità del passeggero del trasbordo sul bussino proprio in S.Marco oppure di procedere a piedi verso la propria destinazione. Da ovest i bussini scambierebbero con la tramvia fra piazza Stazione e piazza dell’Unità, con capolinea all’attuale fermata lato piazza S.M.Novella, e con gli autobus potrebbero scambiare in parte sempre in piazza dell’Unità e in parte in via de’ Pecori, angolo piazza dell’Olio, per quelle linee a cui potrebbe essere consentito da piazza Stazione di andare e tornare per via Panzani-Cerretani (passando all’andata anche per via Vecchietti-Pecori) con capolinea in piazza dell’Olio (come era una volta per il 22).

La nuova linea di bussini potrebbe avere le corse con una frequenza di 3-4 minuti nelle ore di punta e di 5-6 nel resto della giornata, con il capolinea in piazza dell’Unità e un percorso attraverso via Panzani-Cerretani-Vecchietti-Pecori-Roma-Orsanmichele-Ghibellina-Verdi-Salvemini-S.Egidio-Bufalini-Pucci-Cavour-S.Marco-XXVII Aprile-Nazionale e infine capolinea in piazza dell’Unità. «Le altre 4 linee dei bussini andrebbero rafforzate come frequenza e rimodellate come tragitto, funzionale alla tramvia e alla nuova linea di bussini – concludono Signorini e le associazioni in intestazione – oltre a rendere pedonabile tutto il centro storico».
Meno inquinamento, più persone trasportate, maggior confort, più velocità e una rivalutazione degli immobili fino al 10% per un valore di ben 1750 milioni di euro.

Sono i vantaggi che la tranvia potrà portare a Firenze, emersi dalla ricerca Anci-Cresme Consulting “Mobilità pubblica e riqualificazione urbana. Il caso di Firenze”, presentata oggi a Firenze dall’onorevole Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente, dal sindaco di Firenze e presidente Anci Leonardo Domenici, dal presidente di Cresme Consulting, Roberto Mostacci e da Giancarlo Guiati, Presidente di GTT, l’azienda di trasporto pubblico di Torino. Secondo lo studio, infatti, quando il sistema tramviario fiorentino sarà a regime, con le tre linee in esercizio, il valore complessivo del patrimonio immobiliare della città passerà da 56,4 a 58,15 miliardi di euro, con un guadagno netto per i privati proprietari di case, negozi e uffici di 1,75 miliardi di euro.

Ad aumentare di valore, grazie al passaggio del tram, saranno soprattutto gli immobili delle aree periferiche, con un riequilibrio di 3-4 punti percentuali del divario rispetto al centro: si passerà dal 20 al 16-17%. E complessivamente, così come è già accaduto nelle città italiane ed europee che si sono dotate della tramvia, il valore degli alloggi potrà aumentare dal 5 al 10%. “Le richieste dei cittadini – commenta Ermete Realacci, presidente onorario di Legambiente - sono giuste quando si chiedono certezze nei tempi, nei costi e nella qualità della realizzazione.

Tuttavia, l’attegiamento di chi si oppone oggi alla tramvia di Firenze, un mezzo che ridurrà sensibilmente l’inquinamento urbano, che consentirà di pedonalizzare il centro storico e riqualificare molte aree della città, ricorda molto da vicino quello delle forze politiche e dei cittadini campani che di fronte al dramma dei rifiuti per strada e alle discariche della camorra, scende in piazza contro qualsiasi impianto di smaltimento si cerchi di realizzare. Nel nostro paese si deve riuscire a rompre quel circolo vizioso, sintomo di una crisi sempre più profonda nel rapporto di fiducia tra politica e cittadini, che determina da una parte l’incapacità di decidere e dall’altra favorisce la contestazione sistematica, su basi di lobby, di corporazione, di Nimby, ad ogni decisione.

In molte città europee troviamo esempi di monumenti che convivono perfettamente le tramvie: le cattedrali gotiche di Orleans e Bordeaux, il minareto islamico della Giralda di Siviglia o il Duomo di Brema. Firenze non deve essere da meno”. Il focus su Firenze rappresenta il primo approfondimento specifico dello studio presentato dall’Anci il 31 gennaio scorso su dieci città, cinque italiane (Padova, Messina, Torino e Palermo) e cinque straniere (Londra, Lille, Sheffield, Strasburgo e Grenoble), che riguardava il rapporto fra gli investimenti pubblici in opere di mobilità sostenibile, la riqualificazione urbana e il patrimonio immobiliare.

L’indagine Cresme su Firenze è stata condotta nel periodo 15 dicembre 2007-15 gennaio 2008 su un campione di 92 agenzie immobiliari distribuite lungo gli assi viari nei quali si svilupperanno le tre nuove linee tranviarie. “Poiché le città stanno tornando a svolgere un ruolo strategico per lo sviluppo del Paese – ha dichiarato Roberto Mostacci, presidente del Cresme Consulting – da alcuni mesi abbiamo avviato l’analisi dei problemi, delle opportunità e delle esigenze che la nuova concezione urbana determina.

I risultati sulle dieci città prese in esame confermano che il nodo cruciale dello sviluppo urbano è proprio il traffico e mettono in evidenza che la tranvia può consentire un miglioramento della mobilità con notevoli vantaggi ambientali, sociali e anche economici”. Secondo lo studio di Cresme Consulting la tranvia è in grado di liberare dal traffico privato le aree interessate dal suo passaggio, abbattendo del 30% la produzione di CO2 e di contrastare la crescita del numero di automobili nel nostro Paese che è tra i più alti d’Europa (62 veicoli ogni 100 abitanti: più veicoli che guidatori, contro una media UE di 49).

Senza contare che a fronte di un investimento di 500 milioni di euro, come nel caso di Firenze ad esempio, l’incremento a regime dei valori immobiliari della città è pari a 1750 milioni, con un moltiplicatore di 3.5 volte a favore dei ricavi privati rispetto ai costi pubblici. Investire sul tram in Italia e a Firenze oggi ha un significato soprattutto se si confrontano le capacità di trasporto dei diversi mezzi: un autobus o un filobus da 12 metri permette di trasportare da 800 a 1.300 persone/ora; veicoli simili, ma autosnodati, con una lunghezza complessiva di 18 metri, arrivano a 1200/1800 persone/ora.

Un tram tradizionale, secondo la lunghezza e la versione, può trasportare tra 2.500 e 5.000 passeggeri/ora. Le metropolitane di tipo leggero sono capaci invece di trasportare da 4.000 a 9.000 passeggeri/ora e quelle di tipo tradizionale fino a 30.000 passeggeri/ora. Naturalmente questi effetti positivi non sono immediati. Sono necessari infatti alcuni anni affinché il percorso di riqualificazione arrivi a regime. L’esperienza e i casi analizzati però dimostrano che, laddove si riqualifica la città pubblica e i sistemi di mobilità urbana, si valorizza il patrimonio immobiliare e ciò avviene sempre, con effetti variabili e dipendenti fortemente dalle condizioni locali, ma sempre positivi.

Firenze a suo vantaggio ha anche un passato tranviario illustre visto è stata leader in Italia per il sistema della mobilità su tram con la prima linea tramviaria attivata nel 1879 e una linea tramviaria elettrica, la Firenze-Fiesole nel 1890. Oltre alla linea urbana, Firenze nella prima metà del XX° secolo aveva altre 12 linee tramviarie, per un totale di 210 km di linee, alcune dismesse poco prima o durante la seconda guerra mondiale.

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