Tramvia: i Circoli Arci rifiutano l'agibilità ai militanti del Sì

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
11 febbraio 2008 18:54
Tramvia: i Circoli Arci rifiutano l'agibilità ai militanti del Sì

Firenze, 11 febbraio 2008- “L'Arci di Firenze e i Circoli della città sono a favore della Tramvia e invitano a votare no domenica prossima al referendum”. Così Francesca Chiavacci, presidente di Arci Firenze ribadisce la posizione del Comitato territoriale e delle basi associative affiliate. “L'Arci e le case del popolo sono soggetti politici, e hanno tutta la legittimità di prendere posizione e di agire di conseguenza” - sottolinea Francesca Chiavacci. “L'incontro chiesto nel nostro circolo non era 'neutro', ma un vero e proprio appuntamento della campagna elettorale del Sì”- spiega Leonardo Palli, presidente del Circolo 'Le Panche' e membro della segreteria dell'Arci di Firenze, replicando alle accuse di censura mosse dai Comitati contro la Tramvia.

“Dunque la decisione di non concedere i locali – aggiunge Leonardo Palli – non è un oltraggio alla democrazia, ma una decisione conseguente ad una precisa posizione politica, come avviene in qualsiasi contesto democratico”. I Circoli in questa ultima settimana prima del referendum sono impegnati in tante iniziative per sostenere il NO.
“Un occasione per dare un volto nuovo alla città, per ricambiare le alberature più vecchie sostituendole con piante forti e sane. Ecco cos’è la tramvia”.

Così si è espresso stamani l’assessore all’ambiente di Palazzo Vecchio Claudio Del Lungo nella conferenza stampa che si è tenuta presso la sede del Comitato contro l’abrogazione della tramvia. “ I fiorentini lo devono sapere che gli alberi saranno ancora di più. Complessivamente a fronte di 697 abbattimenti ci saranno 1110 reimpianti e quindi 413 piante in più ”. A partire dai reimpianti cominciati su via di Novoli che grazie alla tramvia diventerà un viale con 103 nuove piante e da quelli che da mercoledì cominceranno in viale Talenti (Linea 1) dove a partire dalla rotatoria Foggini arriveranno 166 nuove piante di cui 99 fra tigli e frassini e magnolie e 67 fra aceri e peri da fiore ,oltre a panchine, arredi e rastrelliere.

Ancora una volta l’assessore all’ambiente di Palazzo Vecchio Claudio Del Lungo sottolinea il valore ecologico della tramvia e sfata le ennesime trambufale. “Non ultima – ha detto Del Lungo- quella che piante giovani non abbatterebbero l’anidride carbonica. Succede proprio il contrario. Sono le piante giovani – ha precisato Del Lungo- fra i 25 e i 35 anni che sequestrano la maggiore quantità di anidride carbonica nell’aria riducendo l’inquinamento. Le alberature cittadine invece sono piuttosto vetuste: l’età media degli 80mila alberi pubblici è di circa 50 anni e quindi la funzione di ‘cattura’ di queste piante è ridotta rispetto a piante come quelle che pianteremo sui tracciato della tramvia”.

Del Lungo mette sull’avviso anche riguardo alle strumentalizzazioni. “Gli alberi non possono essere una scusa. Mi è capitato che una volta modificati certi tracciati per salvaguardare le alberature, a quel punto qualcuno è venuto a lamentarsi per la salvaguardia dei posti macchina. Il che significa che gli alberi non erano poi così importanti”. Ancora una volta l’assessore ha ribadito l’importanza “di ringiovanire il parco delle alberature e che la tramvia è l’occasione giusta.

Ogni albero nuovo è un investimento per il futuro, è la città che lasceremo ai nostri figli. Gli alberi hanno un ciclo di vita ed a un certo punto devono essere sostituiti”. In tutti i reimpianti previsti sulle linee della tramvia saranno utilizzate piante di dimensioni significative, con una circonferenza del fusto di circa 30-40 centimetri, dimensione massima per garantire al trapianto una buona percentuale di successo. “Piante di dimensioni maggiori – ha aggiunto Del Lungo- possono soffrire eccessivamente a seguito del trapianto e subire pesanti choc vegetativi”.

L’assessore ha poi ricordato anche viale Morgagni dove entro l’aprile del 2008 (escluso il tratto da piazza Dalmazia a via Cisalpino ed escluso anche il Largo Brambilla, aree non interessate dai cantieri della tramvia) arriveranno complessivamente 71 alberi. A conferma delle parole di Claudio Del Lungo interviene il professor Biagio Guccione, docente di architettura del paesaggio presso l’Università di Firenze, che definisce “sceneggiate ignoranti” le lamentele sullo scempio del verde che sarebbe stato causato dall’installazione delle linee tranviarie: “Gli alberi in città hanno un valore precario, non sono sani.

Per questo, più vengono sostituiti e meglio è!” sostiene il professore. “In Via di Novoli – osserva Guccione – i nuovi alberi sono stati ripiantati a regola d’arte, in aiuole delimitate da appositi cordoli protettivi: avranno sicuramente un’esistenza migliore. L’installazione della tramvia, infine, non potrà che allungare la vita degli alberi. Le piante ci aiutano a respirare, a vivere meglio, e hanno un alto valore estetico, per questo è importante la creazione e la cura di bellissimi parchi, loro habitat ideale.

È necessario – conclude Biagio Guccione - adottare un ambientalismo moderno, consapevole, che sappia confrontarsi con i nuovi scenari, e non arroccato in posizioni conservatrici”.
Chiarissimo il messaggio che il capogruppo Udc Mario Razzanelli lancia all’amministrazione comunale: "E’ solo una questione di mancanza di volontà politica se finora non si è preso in considerazione il progetto di sistema sotterraneo di metropolitana leggera, che andrebbe ad integrarsi con la tramvia, di cui chiediamo al più presto il completamento della linea 1 -Per sciogliere i dubbi sulla fattibilità del progetto Micrometropolitana, è stata indetta una conferenza stampa cui è intervenuto il professor Tito Arecchi dell’Università di Firenze.

Quattro gli anelli pensati per coprire l’intera città. Si parte dalla Stazione di Santa Maria Novella, si prosegue per zona Statuto, Careggi, Rifredi per poi raggiunge il primo anello che tocca Palazzo di Giustizia e il Polo Universitario di Novoli. Sempre partendo da S.M. Novella, l’altro anello è stato pensato per raggiungere San Marco, Piazza Libertà, Campo di Marte, Beccaria e l’Ospedale di Santa Maria Nuova. Per quanto riguarda il centro storico, il metrò lo attraverserebbe a 15-20 metri di profondità, passando da piazza Repubblica e Uffizi, senza causare danni ai reperti sotterranei.

L’altro tratto raggiungerebbe Pitti, Porta Romana e San Frediano prima di ripiegare verso le stazioni Leopolda e S.M.Novella- Eppure – aggiunge il capogruppo Udc Mario Razzanelli - otto città italiane, tra cui Palermo, Bologna, Brescia, Parma e Catania, hanno scelto il trasporto sotterraneo come soluzione alla mobilità. Nell’arco di due anni la città di Brescia, che ha un indotto di 500mila abitanti, concluderà i lavori della micrometropolitana per un costo complessivo di 48 milioni di euro, stazioni e arredo urbano compresi.

Coprirà un tratto di 15 km e porterà 17mila passeggeri/ora direzione con una frequenza, nell’ora di punta, inferiore ai 3 minuti e inferiore ai 7-9 minuti nelle restanti ore. Ciò vuol dire una capacità quadrupla superiore e un’efficienza per apporto costo passeggeri di un terzo inferiore alla nostra tramvia. Inoltre la gestione del risparmio complessivo sugli stipendi sarà approssimativamente di 10 milioni di euro. Un risparmio che sarà possibile grazie al sistema computerizzato senza guidatore.

Per non parlare del piano di comunicazione adottato dal comune di Brescia per rivolgersi ai cittadini dando loro tutte le informazioni necessarie. L’amministrazione fiorentina ha dunque molto da imparare dalle altre città che hanno preso in considerazione questa alternativa al trasporto pubblico di superficie. È chiaro – ha concluso Razzanelli - che la questione tramvia risulta essere un problema non di tessere, ma di cervelli".
“Arecchi e Razzanelli vorrebbero bloccare la tramvia per dare spazio al progetto della micro-metropolitana, a cui il prof.

Arecchi è direttamente interessato in quanto progettista. Costoro hanno solo voglia di far perdere tempo a tutta Firenze” dichiarano Piero Baronti e Sergio Gatteschi, portavoce del Comitato contro l’abrogazione della tramvia. “La nuova proposta di micro-metrò arriva fuori tempo massimo. Se venisse bloccata la tramvia, per accogliere le proposte di Arecchi e Razzanelli bisognerebbe aspettare altri 10 o 15 anni per avere a Firenze una grande infrastruttura del trasporto pubblico. Molti anni per avere prima l’approvazione del progetto, poi il suo finanziamento e molti più anni per i lavori di realizzazione della micro-metropolitana.

Per questo diciamo no a chi vuole una Firenze ingessata e condannata all’immobilismo” concludono Baronti e Gatteschi.

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