Una nuova casa per il David sull'asse fieristico-espositivo?

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 gennaio 2008 19:44
Una nuova casa per il David sull'asse fieristico-espositivo?

Firenze- «Nessuna delle obiezioni che ho ascoltato è così dirimente da impedire ciò che in effetti, con il mio invito, ho cercato di provocare: un confronto serio, sul terreno della concretezza, rispetto a un problema esistente e che se non interveniamo potrà solo aumentare nei suoi aspetti negativi». Non arretra di un passo, l’assessore alla Cultura della Regione Toscana, Paolo Cocchi, davanti alle obiezioni che si sono ascoltate nei giorni scorsi dopo che i media hanno reso pubblica la sua lettera al ministro Francesco Rutelli e al sindaco di Firenze Leonardo Domenici su una possibile, futura, nuova destinazione di una delle grandi icone del Rinascimento: il David di Michelangelo.

Collocata da 135 anni nella centralissima Galleria dell’Accademia, la statua – che richiama ogni anno almeno un milione e 200 mila visitatori, costretti ad attendere il turno con lunghe file all’ aperto – potrebbe essere spostata in un luogo diverso della città, decongestionandone il centro storico. Per Cocchi il David potrebbe trovare casa nell’area dove sorgerà il nuovo Parco della Musica, con la sede del Maggio Musicale Fiorentino, presso la ex Stazione Leopolda. A una settimana dallo scalpore provocato dell’idea di Cocchi, è lo stesso assessore regionale a tornarci sopra.

Lo ha fatto in una conferenza stampa e ha confermato la sua impostazione. «Davanti al problema dei flussi turistici che già oggi, in una piccola città come Firenze, risultano poco sostenibili e che sono inevitabilmente destinati ad aumentare con l’arrivo di decine di milioni di visitatori dai Paesi che si affacciano solo ora al turismo di massa, ci è parso giusto affrontare la questione, portarla su un terreno di concretezza, non limitarsi all’immobilismo, iniziare un ragionamento in termini di soluzioni».

Paolo Cocchi ha sottolineato, in particolare, la natura “aperta” della sua idea («Credo valga la pena trovare un comune spazio di riflessione e analisi, elaborare uno studio più complessivo sul rapporto fra opere d’arte e flussi turistici, animare il confronto e opporsi a un clima di immobilità che in una città come Firenze blocca qualunque idea. Oltretutto si sta parlando di uno spazio destinato a ospitare importanti funzioni sul piano culturale e nulla ci impedisce di guardare a esperienze di altre grandi capitali»).

L’assessore ha poi ricordato alcune fra le principali obiezioni iniziando dalla critica di Vittorio Sgarbi circa la non migliorabilità dell’allestimento nella sede attuale. «Un allestimento certo di grande valore, ma come pensare che non sia migliorabile? Tutto, in realtà, è migliorabile». Obiezioni anche sull’obiezione che ormai questa collocazione è “storicizzata” e sarebbe dunque intoccabile. «Ipotizzare una installazione non certo in una periferia ma in un’altra parte del centro cittadino non mi pare reato.

Forse sarebbe davvero il caso – ha proseguito Cocchi – di chiedersi se questo potrebbe essere un modo per aumentare e migliorare le funzioni legate alla presenza di un capolavoro come questo. Non ho risposte sicure e sono anche pronto a ricredermi, ma possiamo e vogliamo parlarne?». L’assessore è quindi entrato nel merito dei flussi turistici in una città come Firenze. «Nessuno li guarda con fastidio, ma è anche vero il rischio che essi possano snaturare i luoghi. Chiedendo attenzione su una così evidente questione di compatibilità mi pare di aver sollevato soltanto un problema serio e concreto.

Ribadisco quindi l’importanza di organizzare un percorso di approfondimento e di studio in modo da avere le idee più chiare anche per la successiva assunzione di eventuali decisioni. Ipotizzo un percorso graduale con il coinvolgimento delle migliori competenze». Cocchi ha infine confermato di non aver ancora ricevuto risposte ufficiali dai suoi interlocutori, il sindaco Domenici e il ministro Rutelli.
"Dietro le apparenti buone intenzioni di chi sostiene che il David va spostato per decongestionare il centro storico e per decentrare la cultura in periferia sembra celarsi la volontà di favorire -ribatte la De Zordo, per Unaltracittà/Unaltromondo- gli interessi dei poteri economici che insistono sull'asse fieristico-espositivo che dalla Fortezza arriva fino alla Leopolda.

Un asse che, come tutti i fiorentini sanno molto bene, è già sovraccarico oltremisura di funzioni, traffico e caos. Un asse che andrebbe smantellato e spostato in un'area vicino alle autostrade e alle grandi vie di comunicazione e che invece, con una scelta scellerata, le varie amministrazioni hanno deciso di sviluppare sui viali di circonvallazione".
“Errare è umano, perseverare è diabolico -rincara la dose il Sen. Pietro Paolo Amato (FI)- L’Assessore Cocchi, impropriamente chiamato a guidare la politica culturale della Regione Toscana, continua imperterrito a caldeggiare incredibili piani di riassetto per il patrimonio artistico fiorentino, infischiandosi dei pareri contrari espressi da tutti i tecnici, storici dell’arte e soprintendenti; ed ignorando persino il Sottosegretario ai Beni Culturali, Marcucci, che ha subito messo le mani avanti ponendo come punto fondamentale la questione della tutela e della sicurezza del David.

Sì, perché vorremmo ricordare all'improbabile assessore regionale che il David di Michelangelo è un' opera le cui sorti competono esclusivamente al Ministero dei Beni Culturali e non al Comune di Firenze, né tantomeno alla Regione Toscana. Il David è infatti magnificamente esposto in uno scenario appositamente costruito all’interno della Galleria dell’Accademia, afferente alla Soprintendenza speciale per il Polo Museale. Un semplice dato di fatto che, però, non sembra sufficiente a far desistere il creativo Cocchi dalla convinzione che deportare in periferia il capolavoro icona della città di Firenze sia la mossa più azzeccata per risolvere il problema dell’eccessiva congestione del centro storico.

Facendo così ricadere le colpe dell’amministrazione comunale e delle sue politiche sbagliate in materia di viabilità e gestione dei flussi turistici sulle spalle della Soprintendenza; col rischio peraltro di pregiudicare l’integrità di un capolavoro di incommensurabile valore. Resta il dubbio su cosa abbia spinto Cocchi a prendersi improvvisamente a cuore le sorti della mobilità fiorentina e dell'arte nazionale. Chissà, forse l’Ente regionale ha trovato interessante poter beneficiare dei 6,1 milioni di euro che ogni anno il David di Michelangelo frutta al Polo Museale tra biglietti e bookshop.

Non va infatti dimenticato che la nuova Città della Musica, da costruirsi alla Stazione Leopolda - dove Cocchi vorrebbe spostare il David - sarà eretta con i soldi pubblici del 150° anniversario dell’Unità d’Italia, ma anche con il sostanzioso concorso della stessa Regione oltre che del Comune… Per parte mia sto ancora aspettando che il Ministro risponda all’interrogazione da me presentata in Senato su questa vicenda. Desidero infatti che anch'egli, come il Sottosegretario Marcucci, si pronunci ufficialmente contro questa strampalata ipotesi, riaffermando il ruolo e le competenze del Ministero di cui è titolare.

Sta di fatto che Forza Italia si opporrà in tutti i modi a questo scempio. Per amor di patria sorvolo infine sulle divagazioni pseudo-intellettualistiche con le quali l'incredibile Cocchi tenta penosamente di giustificare la sua assurda proposta. A proposito della quale condivido totalmente il giudizio dell'ex Soprintendente Paolucci che l'ha giustamente definita un'emerita bischerata.”

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