Sono circa 15,5 milioni gli assuntori di doping nel mondo
Presentato il dossier preparato da Libera

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 marzo 2007 12:21
Sono circa 15,5 milioni gli assuntori di doping nel mondo<BR>Presentato il dossier preparato da Libera

Un traffico enorme, globalizzato, saldamente in mano alle mafie di tutto il mondo. E quello del mercato totale del doping che determina un guadagno di centinaia di milioni di euro e che ha invaso anche i Paesi asiatici ed africani e che viaggia su sette rotte mondiali, con l’Italia luogo di transito e di consumo. Una fiala su tre è ad uso doping e si stima che sono circa 15,5 milioni di assuntori di doping nel mondo.
Cifre, numeri, rotte e mafie sul doping internazionale sono state presentate la scorsa settimana da “Libera.

Associazioni, nomi e numeri contro le mafie”, in collaborazione con Uisp, Acli e Csi in un dossier dal titolo “I traffici mondiali delle sostanze dopanti”. Erano presenti Sandro Donati, maestro dello Sport e curatore del dossier, Luigi Ciotti, presidente di Libera; Edio Costantini, presidente nazionale Csi; Alfredo Cucciniello, presidente nazionale U.S. Acli e Stefania Marchesi, vicepresidente nazionale Uisp. In Italia secondo il dossier di Libera assuntori di sostanze dopanti superano quota 500mila.

Una cifra che non accenna a diminuire e che coinvolge non solo lo sport di vertice ma anche gli sportivi della domenica. Dalla palestra allo stadio, anabolizzanti, ormoni, epo e stimolanti sono diventati accessori sempre più presenti, e sempre più protagonisti di azioni di contrasto da parte delle forze dell’ordine. Un giro d’affari che nel nostro paese si stima vicino ai 600 milioni di euro. Solo pochi mesi fa, nell’ambito dell’Operazione Athena, durante un maxisequestro che ha interessato palestre in Lombardia, Piemonte, Toscana, Campania sono state smantellate reti che arrivavano in Svizzera, Spagna, Grecia, Olanda e Sudamerica e sequestrate dosi per un valore di oltre 6,5 milioni di euro.

Nel nostro paese, dal 2003 al 2005 sono state sequestrate oltre 6 milioni di dosi. Per avere un’idea dell’eccezionalità del dato, basti pensare che in tutto il 2005 sono state sequestrate 2milioni e mezzo di dose per un valore di oltre 8milioni di euro. D’altra parte, per avere una stima del mercato totale del doping bisogna tener presente che, a detta delle stesse forze dell’ordine, i sequestri ne rappresentano verosimilmente il 15%. Ma siamo davanti un fenomeno globale, di dimensioni enormi, gestito dalle mafie di tutto il mondo.


Nel dossier di Libera emergerebbe che nei Paesi nei quali è stata realizzata la quasi totalità dei sequestri mondiali (20 paesi quali Stati Uniti, Canada, Australia, Svezia, Finlandia, Norvegia, Danimarca, Francia, Italia, Spagna, Germania, Nuova Zelanda, Belgio, Inghilterra, Austria, Irlanda, Giordania, Emirati Arabi, Arabia saudita, Sudafrica), su una popolazione complessiva di circa 790 milioni di abitanti, possono essere stimati in circa 15,5 milioni gli assuntori di doping, pari all1,9%.

Dati da allarme sanitario. Una fiala su tre è ad uso doping. Secondo il dossier di Libera dei circa 2 miliardi di dollari di vendite di GH in tutto il mondo, si calcola che circa un terzo (600 milioni di dollari) sia destinato al doping e circa un quarto al mercato statunitense. Le contraffazioni mondiali de farmaci a base di GH superano, presumibilmente, un miliardo di dollari.
Il business delle sostanze dopanti viaggia su sette rotte mondiali, diverse non solo dal punto di vista geografico, ma anche per l’aspetto quantitativo e qualitativo delle sostanze e dei farmaci.

La più importante è quella che dalla Russia e dalle altre ex repubbliche dell’Urss va verso l’Europa occidentale, il nord America ed il Medio Oriente, lungo la quale transita il 20% delle sostanze e dei farmaci doping trafficanti in tutto il mondo. Il 6-7% del doping trafficato nel mondo transita dalla Thailandia verso l’Europa occidentale, gli Stati Uniti e l’Oceania. Per la rotta cinese transita circa il 10% del doping mondiale, ma tale percentuale è in costante e rapido aumento. Altra rotta quella che dall’India viaggia verso gli Stati Uniti ed il Medio Oriente.

Perde quota la rotta che dalla Grecia viaggia verso l’Europa Occidentale e gli Stati Uniti, sovrastata dal crescere della produzione asiatica. C’è poi la rotta che dal Messico si apre verso l’America, Canada e sud America. Una produzione quasi esclusiva per il mercato americano valutabile nel 4,5% di quella mondiale. L’ultima rotta parte dall’Australia verso l’Europa Occidentale e gli Stati Uniti e le esportazioni riguardano esclusivamente gli steroidi anabolizzanti veterinari destinati anche all’essere umano.

Complessivamente i paesi sopra nominati esportano circa il 55-60% dell’intero mercato illecito mondiale del doping. “Siamo davanti ad una vera e propria emergenza economica, sociale e sanitaria - ha commentato Luigi Ciotti, presidente di Libera - che ha bisogno di risposte concrete ed immediate a livello internazionale. Su un punto non vi è alcun dubbio: per i trafficanti non c’è differenza tra il doping e le droghe. Alcune importanti rotte della droga controllate dalla grande criminalità internazionale sono in gran parte sovrapponibili a quella del doping”.

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