Alluvione a Firenze: ieri l'esercitazione Arnus 2006 per 40.mo
Per la prima volta la pianta di tutte le aree invase dalle acque nel 1966

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 ottobre 2006 16:18
Alluvione a Firenze: ieri l'esercitazione Arnus 2006 per 40.mo<BR>Per la prima volta la pianta di tutte le aree invase dalle acque nel 1966

Alluvione simulata ieri a Firenze a distanza di quaranta anni dall'inondazione dell'Arno che mise in ginocchio la citta'.
La Provincia di Firenze ha realizzato una Carta dell’Alluvione del 1966 in collaborazione con la casa editrice fiorentina Multigraphic. Questa mattina la Carta è stata presentata alla stampa in Palazzo Medici Riccardi a Firenze dall’assessore provinciale all’ambiente Luigi Nigi.
La Carta è in scala 1/100.000 ed è stata curata dall’Assessorato alla Pianificazione territoriale della Provincia.

Autori della Carta, per il coordinamento di Luigi Ulivieri, sono Leonardo Ermini, Stefano Amato e Vincenzo Verzino. Nella pubblicazione sono visualizzati l’abitato fiorentino alluvionato e le aree invase dalle acque, con l’indicazione delle altezze raggiunte, oltre all’intero territorio fiorentino, con la mappatura di tutte le località colpite. E’ l’unica pubblicazione cartografica mai realizzata con questi contenuti. Sono stati inoltre inseriti un testo sintetico che descrive l’Alluvione in modo molto efficace e documentazioni fotografiche fornite dall’Archivio della Fondazione Mediateca Regionale Toscana.
“In occasione del quarantennale dell’Alluvione – ha detto oggi l’assessore Nigi – in un momento storico in cui finalmente è stato avviato un processo di recupero dell’Arno dal punto di vista della funzionalità fluviale, che nel prossimo decennio culminerà con la realizzazione degli interventi strutturali per la riduzione del rischio idraulico, la Provincia di Firenze ha voluto pubblicare questa carta con lo scopo di fornire un contributo alla ricostruzione documentaria dell’evento del 4 novembre 1966.

I contenuti della carta sono stati dedotti dalle ricostruzioni effettuate dalle decine di tecnici che nel corso degli anni si sono occupati dell’evento a cui, nell’impossibilità di citarli tutti, va un doveroso ringraziamento per come hanno contribuito alla redazione degli atti di pianificazione territoriale di Comuni, Province, Regione, Autorità di Bacino, strumenti che consentono attualmente di impostare le politiche di recupero del fiume”.
La Carta dell’Alluvione è già acquistabile nelle migliori librerie al prezzo di 6,50 euro.

Sarà disponibile anche presso l’Urp della Provincia, in via Ginori 8 a Firenze.
La Mappa sarà visibile dai prossimi giorni anche sul Web, all’interno di un sito appositamente preparato in occasione del 40° dell’Alluvione, accessibile attraverso la home page del sito della Provincia www.provincia.fi.it. Oltre alla mappa, consultabile e scaricabile on line, nel sito sono presenti pure foto d’epoca, una sezione riservata alle testimonianze di chi ricorda i giorni dell’Alluvione ed una vera e propria chicca: la riproduzione di due articoli apparsi nel 1967 sulla rivista dell’Istituto Geografico Militare “Universo”, che ancora oggi costituiscono documenti fondamentali per la ricostruzione degli eventi del 4 novembre e dei giorni che seguirono.



Tavarnelle è il comune in provincia di Firenze che meglio ha agito e programmato il proprio sviluppo per limitare e contenere al massimo il rischio idrogeologico. A stabilirlo è l’indagine “Ecosistema rischio” realizzata sa Legambiente, Provincia di Firenze e Dipartimento di Protezione Civile. L’indagine ha coinvolto e interessato tutti i 44 Comuni presenti in provincia di Firenze, che sono tutti quanti considerati ad alto rischio idrogeologico.
Tavarnelle Val di Pesa è risultato in testa alla classifica della speciale graduatoria dei Comuni virtuosi in fatto di prevenzione del rischio idrogeologico.

A condividere con Tavarnelle questo primato positivo anche i territori di Mantaione e Reggello.
I dati presi in esame mettono insieme i risultati sulla gestione del territorio, sull’edificazione nelle aree più a rischio, sui programmi e sull’attuazione di progetti di delocalizzazione dalle aree a rischio, sull’informazione, sulla capacità di gestione dell’emergenza, sulla realizzazione di opere di messa in sicurezza dei corsi d’acqua.
Tavarnelle aveva già ottenuto in passato anche riconoscimenti per la propria attività e organizzazione nel campo della protezione civile e gestione del rischio incendi.
«Quello ottenuto con questa ricerca è un riconoscimento importante – ha commentato l’assessore all’ambiente Simone Casamonti – Un risultato che tuttavia non ci esime dal lavorare sempre di più e meglio per difendere e tutelare un territorio fragile e sottoposto così ampliamente al rischio idrogeologico come il nostro»

Domani sera, martedì 31 ottobre, alle 21.30 alla Cineteca di Firenze, all'interno della tre giorni organizzata dalla Cineteca di Firenze sull'Alluvione al cinema, sarà proiettata la versione restaurata lo scorso anno dalla Cineteca Nazionale di " Cronaca Familiare" di Valerio Zurlini, con Marcello Mastroianni , tratto dall'omonimo libro autobiografico di Vasco Pratolini.
Il restauro della pellicola permette per la prima volta dopo tanti anni di tornare a gustare le atmosfere e i colori della Firenze di Ottone Rosai, quella di via San Leonardo, immortalata dalla fotografia di Giuseppe Rotunno, che gli stessi Zurlini e Pratolini intendevano omaggiare.

“Angeli del fango.

La meglio gioventù nella Firenze dell’alluvione” (Giunti editore) è il volume scritto da Erasmo D’Angelis, presidente della commissione territorio e ambiente del Consiglio regionale e ‘cacciatore’ degli angeli del fango che parteciperanno al Raduno del 4 novembre a Firenze. Un libro che si legge come un romanzo, in un crescendo di tensione, dalle ore dell’emergenza all’arrivo degli ‘Angeli del fango’ e alla ricostruzione delle zone alluvionate. Il libro ricostruisce i retroscena e l’evoluzione della prima catastrofe mediatica che commosse il mondo e suscitò una mobilitazione straordinaria.

Ma è anche l’omaggio alla ‘meglio gioventù’, alle centinaia di ragazze e ragazzi che giunsero spontaneamente a Firenze da ogni parte d’Italia e da tanti altri Paesi del mondo. Per la prima volta i giovani del ’66, protagonisti di quella generazione beat che anticipò il Sessantotto e segnò la nascita delle grandi associazioni del volontariato italiano, ma anche i tanti militari di leva e delle forze dell’ordine, sono stati rintracciati e nel libro compaiono tutti i loro nomi e le loro storie con il fortissimo impatto emotivo di immagini, molte delle quali inedite.

Il libro racconta anche la leggendaria storia dell’Arno e offre la più completa ricostruzione di tutte le alluvioni storiche di Firenze dal 1177 ad oggi. E si chiude con una domanda: ma l’abbiamo imparata davvero la grande lezione dell’alluvione?
Nel corso della presentazione del volume, in sala Gonfalone a Palazzo Panciatichi, è emerso quanto ancora l’Arno sia un pericolo potenziale per Firenze e la Toscana. “Il nostro territorio può rischiare ancora un’altra alluvione – ha dichiarato lo stesso Erasmo D’Angelis – Ecco perché dobbiamo utilizzare questo momento dedicato alla memoria e al ricordo per capire la lezione e chiedere al Governo centrale che, a partire da questa Finanziaria, possa trovare degli stanziamenti per mettere in sicurezza tre quarti della Toscana.

Cerchiamo tutti insieme di trovare le risorse per l’Arno, perché il nostro fiume non è né di destra né di sinistra”.
Dal canto suo, Gian Luca Parrini, segretario dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale, parlando degli angeli del fango, ha posto l’accento su un “riconoscimento fin troppo postumo a chi, con passione e intelligenza, ha contribuito a salvare il nostro patrimonio artistico e librario. Il libro di D’Angelis che viene presentato oggi – ha proseguito Parrini – è un tassello importante rispetto alle tante celebrazioni di questi giorni, perché è una pubblicazione diversa da tutte le altre: è scritta con l’anima”.
Riccardo Conti, uno dei ragazzi del ’66 oggi assessore regionale ai trasporti, ha sottolineato: “Firenze e la Toscana furono coperte d’oro ma non seppero utilizzare al meglio quei fondi.

Fu un’occasione persa per costruire una Firenze più moderna e per investire meglio sull’Arno. Forse – ha concluso Riccardo Conti – lo sforzo degli angeli del fango meritava uno sbocco migliore”. Conti ha infine auspicato “una evoluzione del rapporto fra ambiente e sviluppo”.
Il deputato della Margherita Ermete Realacci ha invece fatto un parallelo fra i tragici giorni dell’alluvione e la Nazionale risorta dallo scandalo del calcio con la vittoria del Mondiale. “L’Italia – ha detto Realacci – ha la virtù di saper trarre dai momenti difficili la capacità di saper andare avanti”.

Ha poi ricordato di aver già presentato una mozione in parlamento (che ha ottenuto l’interesse di entrambi gli schieramenti) “per proporre che Firenze diventi la capitale europea del volontariato di protezione civile”.
Il segretario generale dell’Autorità di bacino dell’Arno, Giovanni Menduni, ha riconfermato che sul fronte della sicurezza c’è ancora da lavorare ed ha chiesto ai politici che si adoperino per “una efficace programmazione delle risorse e tutelino l’azione ordinata ed efficace” di quanti lavorano per la sicurezza dell’Arno.
Bruno Mari, direttore editoriale della casa editrice Giunti (gravemente alluvionata nel ’66) ha elogiato le caratteristiche del volume scritto da D’Angelis “perché coniuga la storia con la cronaca e con le testimonianze”.
Il consigliere regionale Marco Cellai, che nel ’66 fu organizzatore e coordinatore del Centro operativo Firenze, il centro degli angeli del fango, ha ricordato “l’impegno straordinario al servizio della città oltre che della cultura per far rinascere questa città e darle un futuro”.
Infine il presidente della Provincia di Firenze, Matteo Renzi, ha posto l’accento sui “simboli condivisi che rappresentano uno spirito di crescita e amicizia profonda.

Questo libro – ha aggiunto – ci aiuta a riflettere ed è uno stimolo per agire: è proprio quello che deve fare la politica”.

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