Nasce il Polo dove le imprese aiutano la solidarietà

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2006 14:01
Nasce il Polo dove le imprese aiutano la solidarietà

Sabato prossimo aprirà in Toscana il primo Polo europeo per le imprese che partecipano al progetto dell’Economia di comunione. Inizialmente ospiterà 15 aziende italiane – di cui 6 toscane - di vari settori: tessile, artigianale, del ferro, del mobile, impiantistico e alimentare, oltre che studi professionali di consulenza. L’economia di comunione prevede che i profitti dell’azienda vengano ripartiti in parti uguali: il 33% servirà per aiutare gli indigenti (attraverso un fondo di solidarietà con il quale 15mila famiglie nel mondo vengono aiutate ad uscire dalla povertà); un altro 33% sarà utilizzato per far crescere l’azienda; ciò che resta sarà destinato per sviluppare una nuova cultura imprenditoriale all’interno del mondo economico.

È un progetto che, quando fu formulato nel 1991 da Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei focolari, poteva apparire utopico. Ma l’esistenza, oggi, di 750 aziende e di una rete mondiale di Poli imprenditoriali in costante crescita, dimostra che l’idea funziona, e che c’è lo spazio per la pratica di alternative concrete. Per la Toscana la nascita di una esperienza simile è una doppia buona notizia: in tempi come questi l’apertura di un polo di imprese che creerà altri 100 nuovi posti di lavoro è già di per sé una cosa positiva.

Ma soprattutto le caratteristiche e l’idealità che animano il polo Bonfanti sono per noi la prova che è possibile coniugare dinamismo e competitività con i valori etici e la solidarietà.
Sabato prossimo aprirà in Toscana il primo Polo europeo per le imprese che partecipano al progetto dell’Economia di comunione. Inizialmente ospiterà 15 aziende italiane – di cui 6 toscane - di vari settori: tessile, artigianale, del ferro, del mobile, impiantistico e alimentare, oltre che studi professionali di consulenza.

L’economia di comunione prevede che i profitti dell’azienda vengano ripartiti in parti uguali: il 33% servirà per aiutare gli indigenti (attraverso un fondo di solidarietà con il quale 15mila famiglie nel mondo vengono aiutate ad uscire dalla povertà); un altro 33% sarà utilizzato per far crescere l’azienda; ciò che resta sarà destinato per sviluppare una nuova cultura imprenditoriale all’interno del mondo economico. È un progetto che, quando fu formulato nel 1991 da Chiara Lubich, fondatrice del movimento dei focolari, poteva apparire utopico.

Ma l’esistenza, oggi, di 750 aziende e di una rete mondiale di Poli imprenditoriali in costante crescita, dimostra che l’idea funziona, e che c’è lo spazio per la pratica di alternative concrete. Per la Toscana la nascita di una esperienza simile è una doppia buona notizia: in tempi come questi l’apertura di un polo di imprese che creerà altri 100 nuovi posti di lavoro è già di per sé una cosa positiva. Ma soprattutto le caratteristiche e l’idealità che animano il polo Bonfanti sono per noi la prova che è possibile coniugare dinamismo e competitività con i valori etici e la solidarietà.

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