Alla scoperta dell'altro olio toscano

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 aprile 2006 19:27
Alla scoperta dell'<I>altro</I> olio toscano

SALERNO- La produzione oleicola d'Italia in 3.000 metri quadrati di esposizione da oggi a domenica a Salerno al Salone mediterraneo degli oli di qualità, manifestazione organizzata all'interno del Premio Sirena d'Oro, il concorso italiano degli oli Dop, dalla Regione Campania in collaborazione con l'Associazione nazionale Città dell'Olio.

Nella foto di Miriam Curatolo un momento di intrattenimento musicale durante la giornata inaugurale del Salone

Il Salone, allestito negli spazi del locale Centro Agroalimentare, offre al visitatore una panoramica sui territori del Mezzogiorno dove si produce il 90% dell'olio extravergine nazionale.

Una vasta area del paese che non è riuscita completamente a sfuttare le nuove opportunità della filiera olivicola. Ancora oggi, ad esempio, quattro litri su cinque di olio prodotto in Basilicata prendono la via dell'esilio, ossia venogno commercializzati in altre regioni, prevalentemente del Centro Nord, perdendo la denominazione di origine.
"Ammetto che sino a qualche anno fa -spiega a Nove da Firenze un coltivatore di Miglionico (Matera)- anche io vendevo molto del mio olio ad un oleificio di Pontassieve.

Il commerciante vostro conterraneo mi offriva per ogni litro € 0.25 in più rispetto al prezzo corrente locale e io ci guadagnavo. Ma sapevo bene che lui riusciva a vendere il mio olio ad un prezzo superiore di quasi cinque euro al litro, spacciandolo per olio extravergine di oliva dei colli fiorentini".
Dunque un problema di marketing che sino ad oggi avvantaggia tanti produttori, anche toscani, meglio attrezzati ad affrontare le difficoltà di un mercato, quello dell'olio di oliva, ormai globalizzato.

Un mercato in cui ci si confronta con le produzioni a basso costo del Nord Africa, o della Turchia. "Una produzione la cui qualità commercializzata, al gusto e all'olfatto, è quasi impossibile da distinguere da quelle realizzate con olio di oliva italiano" spiega a Nove da Firenze un assaggiatore professionista.
"Ma il nostro -precisa un dirigente dell'Agenzia incaricata dalla Regione Basilicata di promuovere l'immagine dell'agricoltura locale- è anche un problema di cultura imprenditoriale, di mentalità degli stessi agricoltori, che stentano a cambiare.

Spesso ci siamo trovati a realizzare progetti di promozione di consorzi di produttori, di certificazione della qualità, di sostegno alla commercializzazione, che al termine del nostro intervento di sostegno, coronati dal successo, non sono stati proseguiti dai diretti interessati. Rivalità commerciale, diffidenza, o un approccio professionale non full-time all'attività, facevano sì che l'operazione avesse vita breve". E' su questa paura del Sud di diventare grande che molta commercializzazione di massa basa le proprie fortune nel Nord e anche dalle nostre parti.

Nicola Novelli

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