Si moltiplicano le scene per le proposte di spettacolo del programma della Pergola per la prossima settimana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 ottobre 2005 14:03
Si moltiplicano le scene per le proposte di spettacolo del programma della Pergola per la prossima settimana

Mentre sul palco della Pergola debutta il 1 novembre una irresistibile Anna Marchesini con un testo del britannico Alan Bennett, il 3 novembre si leva il sipario anche al Teatro Goldoni che ospita quest'anno le migliori proposte di drammaturgia contemporanea ed affida l'inaugurazione alla prima nazionale de Gli Uccelli con Sandro Lombardi, per la regia di Federico Tiezzi. Il Teatro Goldoni raccoglie quest'anno l'eredità della programmazione del Saloncino deIla scorsa stagione, sottolineando la scelta di differenziare gli spazi di rappresentazione accordandoli al meglio con le peculiari caratteristiche degli spettacoli, scegliendo per ognuno la cornice ed il contesto adatti alla loro massima valorizzazione.

Così è stato per la rassegna AltreScene05 appena conclusa, agita sui palcoscenici della Goldonetta e del Teatro Studio, così tra novembre ed aprile accadrà al Goldoni tracciando una continuità anche con la felice esperienza dello scorso anno, quando proprio la sala d'Oltrarno fu casa per gli ultimi spettacoli inizialmente annunciati in Saloncino.


Anna Marchesini: quattro volte Bennett

Dopo Una patatina nello zucchero, Un letto di lenticchie e L'occasione d'oro Anna Marchesini mette in scena il suo quarto testo di Alan Bennett La cerimonia del massaggio, curandone contemporaneamente la traduzione, l'adattamento e la regia.

Un'acrobazia verbale composta da venti personaggi riuniti per commemorare in puro stile inglese la scomparsa di Clive Dunlop, trentaquattro anni, professione massaggiatore.

Massaggiatore in senso ampio del termine e fornito di una clientela vasta quanto prestigiosa - e che abbracciava ecumenicamente maschi e femmine - Clive è morto in Perù; sei mesi dopo, padre Geoffrey Jolliffe, anglicano, celebra una cerimonia in suo ricordo.

Attori di fama, giornalisti rampanti, mezzibusti televisivi, ministri in carica partecipano all'estremo saluto profondamente turbati, non tanto per la morte del povero Clive, quanto per l'ipotesi - quasi una certezza - che la prematura dipartita dell'instancabile massaggiatore sia da attribuirsi all'aids e per il timore di essere stati contagiati durante qualche seduta.



Una commedia degli equivoci tanto più esilarante ed efficace proprio perchè inserita nel rituale del funerale, dove qualsiasi elemento di scandalo risulta fortissimo e concorre ad amplificare tutti i timori da parte dei conoscenti del morto, riguardo alla sua storia privata, riguardo alla sua vita, riguardo al come è morto.

Il testo - sottolinea Anna Marchesini - le ha offerto la " meravigliosissima possibilità di diventare un "condominio parlante" un quartiere, un paesaggio dentro e fuori, milleteste e un'anima balorda, la voce pensiero, i rumori di sottofondo, le voci dentro e fuori campo, due persone in una.

Il mio sogno: coniugarmi al plurale, raccontare in acrobatico, moltiplicare le voci le presenze, parlare tra noi e noi e voi, contenere una folla per guadagnare l'ubiquità e restituire, spero la parola al silenzio, perché i fedeli (pardon ! ) i presenti possano ascoltare con gli occhi e guardare con le orecchie."




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Prima nazionale de Gli Uccelli della compagnia Lombardi-Tiezzi al Goldoni


Una co-produzione tra la Compagnia Lombardi-Tiezzi e la fondazione Emilia Romagna Teatro caratterizzata da un percorso produttivo itinerante tutto toscano che culminerà nella prima nazionale al Teatro Goldoni di Firenze giovedì 3 novembre.

L'allestimento de Gli Uccelli ha visto riunite le collaborazioni del Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Regione Toscana, dell'Assessorato alla Cultura del Comune di Firenze, del Teatro Comunale dell'Antella, e del Teatro Niccolini di San Casciano Val di Pesa, dove si stanno terminando le prove e dove sabato 29 ottobre si terrà un'anteprima.


Due ateniesi lasciano la loro città tediosa, divorata dalla passione e sull'orlo del crollo definitivo per andare in cerca di un luogo senza seccature dove trascorrere il resto della vita.

Così comincia Gli Uccelli di Aristofane, che Dario Del Corno definisce "la più bella commedia di tutti i tempi". Nel mondo degli uccelli i due ateniesi cercano e trovano un grande sogno utopico, una patria dolce e materna, senza leggi né violenza. L'utopia di Aristofane è nostalgica e tutta rivolta a un vagheggiamento del passato, quando Atene poteva davvero essere considerata una 'città ideale'. Attraverso una comicità surreale e lirica, fantastica e liberatoria, Gli uccelli è un'opera colma di spirito di contestazione.

Nonostante la sua ideologia aristocratica e conservatrice, Aristofane risulta qui 'più moderno di ogni moderno', nel rivendicare la necessità della gioia e della concretezza, dei piaceri del corpo (dal cibo al sesso, al godimento della natura). E' il grande sogno della creazione di una società libera e felice, dove gli uomini, riconquistato il rapporto con la natura, possano vivere nel migliore dei mondi possibili. Intrisa di comicità e sarcasmo, questa commedia dissacra tutti i miti di allora come di oggi; e mentre ridiamo di cuore pensiamo alla verità dei suoi significati.

Ma cos'è e dove si trova il regno di Utopia? E' forse il palcoscenico dove è possibile, nello stesso momento, la realtà e il sogno?

Assistiamo così, nello spettacolo, alla presa di possesso, da parte di Pisetero ed Evelpide, di quello spazio (scenico) nel quale, nel corso dei secoli, si sono raccontate le vicende e le speranze e i mutamenti del cuore degli uomini; dove si è rappresentato e discusso il cambiamento, la ribellione, l'utopia di mondi migliori, l'idea stessa di libertà.

Ma, nel racconto di Aristofane, il regno di Utopia si trasforma a poco a poco nel mondo che conosciamo con le sue strutture e le sue figure: poetastri e politicanti da strapazzo, lenoni e parricidi, dèi e uomini vengono a bussare alla porta del "neo-regista" Pisetero, chiedendogli, con insistenza, di essere rappresentati.

In questo Teatro del Mondo tutti gli stili teatrali concorrono alla rappresentazione: è il teatro con i suoi infiniti umori e linguaggi a rappresentarsi.



E come tutti i grandi capolavori, Gli Uccelli ha ispirato poeti e drammaturghi tra i più diversi. Di questi, Federico Tiezzi è interessato in particolare a Bertolt Brecht e a Pier Paolo Pasolini. Al primo Gli Uccelli potrebbe aver ispirato la stessa idea di 'dramma didattico" e dimostrativo. Il secondo ne è stato evidentemente guidato per il film Uccellacci e uccellini. Ma la lettura di Tiezzi non intende fermarsi a questi due filtri novecenteschi, puntando anche all'idea di 'città ideale' che percorre, come un'esigenza ricorrente nei secoli, il Rinascimento toscano come grandi filosofi (da Kant a Hegel) fino agli utopisti dell'Ottocento che tanto pesarono nella formazione di Karl Marx.

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