Un testo del neo-senatore Mario Luzi inaugura la prima stagione teatrale del Saloncino della Pergola
Da martedì 26 a giovedì 28 ottobre 2004 (ore 20.45)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 ottobre 2004 15:04
Un testo del neo-senatore Mario Luzi inaugura la prima stagione teatrale del Saloncino della Pergola<BR>Da martedì 26 a giovedì 28 ottobre 2004 (ore 20.45)

Mario Luzi, il poema sul pittore Simone Martini e la compagnia Lombardi Tiezzi inaugureranno la prima stagione di prosa del Saloncino del Teatro della Pergola. Un vero teatro nel teatro, una sala da 324 posti che, attraverso tredici spettacoli tra ottobre e aprile, propone un percorso caratterizzato dalla interdisciplinarietà delle arti, che la scena in particolare interpreta, e dall’attenzione alla drammaturgia contemporanea.
Con l’ultima replica di questo spettacolo si chiude la vendita degli abbonamenti del Saloncino che ad oggi ha già raccolto numerose adesioni da parte del pubblico che ha apprezzato e dato fiducia alla novità della proposta.
Le repliche di Viaggio terrestre e celeste di Simone Martini saranno accompagnate dalla proiezione nella Sala Oro di un video di 30’ di Federico Tiezzi e Sandro Lombardi: Ritratto di Mario con fiume work in progress di un intervista a Luzi su vari temi.
La compagnia Lombardi Tiezzi da tempo intesse sul palcoscenico simmetrie tra le diverse discipline delle arti portando in scena i testi di Luzi raccontando attraverso il teatro (e nell'incontro di musica, pittura, immagine, parola...) la poesia.
Dopo la felice collaborazione per uno spettacolo sul Purgatorio dantesco (Prato, 1990), Federico Tiezzi chiese a Mario Luzi di scrivere un testo per Sandro Lombardi.

Nel periodo di gestazione del lavoro, Luzi aveva accarezzato l'idea di un monologo attorno a Simone Martini... Le cose andarono poi diversamente e il testo sul grande pittore senese prese una piega più lirica che drammatica, mentre fu un altro artista del colore, Jacopo da Pontormo, ad essere incarnato da Lombardi, nello spettacolo Felicità turbate, presentato nel 1995 al Maggio Musicale Fiorentino nell’ambito delle celebrazioni quinto centenario della nascita del pittore. Lo stesso Lombardi pochi giorni dopo la pubblicazione del poema su Simone Martini, l’otto aprile del 1994, nel Palazzo pubblico di Siena da per la prima volta voce al poema in occasione dell’inaugurazione della restaurata Maestà di Simone Martini.
In questo "dramma in forma di poesia", Luzi immagina l’ultimo viaggio del pittore da Avignone alla natia Siena.

Seguiamo così l’itinerario di una carovana che percorre la via Francigena, supera le Alpi, resta abbacinata dalla visione di Genova, è costretta a sostare a lungo in un ospedale per l’improvvisa malattia di Simone (malattia misteriosa che potrebbe assomigliare a una crisi d¹identità, a una depressione, a una perdita di fiducia nel mondo e nelle cose). A Simone malato appaiono come incubi o visioni le tappe del viaggio della vita: le sue città (Roma, Venezia, Macerata, Bagdad), le sue donne, il fratello, i suoi amati allievi.
Poi la guarigione, e l’arrivo alle porte di Firenze, dove si fa un gran parlare di Giotto e della novità della sua arte.

Simone si sente superato, è curioso di verificare il lavoro del rivale, ma poi decide di lasciar correre e riprende la via di Siena.
Questo pellegrinaggio, mosso dalla nostalgia eppure mai nostalgico, è anche un viaggio alla riscoperta del mondo e un percorso di purificazione, con i suoi inferni, i suoi purgatori e i suoi paradisi (anche erotici).
Si tratta di un ritorno, di un ritorno alle origini e lo spettacolo di Tiezzi e Lombardi rende piena giustizia a questa dimensione dello spirito e del corpo, virando la lirica luziana su un piano teatrale e narrativo dove si sovrappongono i tratti biografici di Simone ma anche quelli del giovane Luzi, nell’arco della sua immensa parabola espressiva, e infine quelli della stessa compagnia di Tiezzi e Lombardi.
Questo Viaggio è dunque uno spettacolo insieme rivolto al passato e al futuro, leggibile come una favola e insieme come una ricognizione sul significato che il teatro ha avuto per la generazione che vi si affacciava nei primi anni settanta: anni di rinnovamento e di sperimentalismo, di entusiasmi e di aperture, così diversi dal panorama attuale.

Lo spettacolo scorre tra continui cambi di scena, musiche imprevedibili (da Eminem a Vasco Rossi, da Nancy Sinatra a Lou Reed), intensi monologhi e articolate scene di gruppo, cercando di rendere il più trasparente possibile la percezione di una poesia come quella di Luzi, tanto alta quanto profondamente radicata nel cuore della realtà quotidiana degli uomini e delle creature tutte.

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