Galleria Poggiali & Forconi 13 ottobre - 30 novembre: Marco Fantini

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 ottobre 2001 09:58
Galleria Poggiali & Forconi  13 ottobre - 30 novembre: Marco Fantini

Marco Fantini, uno dei più significativi interpreti della giovane figurazione italiana, è protagonista di una mostra a Firenze che s'inaugura il 13 ottobre alla Galleria Poggiali & Forconi dove si potrà visitare sino al 30 novembre.
La rassegna, intitolata Genesi di un Quadro, presenta gli esiti recenti del lavoro realizzato dal trentaseienne artista vicentino che si è imposto per una ricerca individuale e innovativa che ha il preciso scopo di rivitalizzare il linguaggio della pittura.
Nei suoi dipinti compaiono ritratti, figure spettrali o grottesche che sembrano emergere, come fantasmi, dopo un lungo procedimento.

Fantini, infatti, dopo aver dipinto le sue immagini, le cancella e le ricopre utilizzando una varietà infinita di materiali tra cui olio, gommalacca, tempera, acrilico e collage. A questo punto, solo una parte del contesto pittorico iniziale ritornerà alla luce con un effetto straniante. "Parto da una fotografia, la cancello, la ridipingo e ricopro il quadro attendendo che le ombre si facciano avanti, che dal fondo riemerga qualcosa. Ogni volta, dunque, mi interrogo sulla genesi del quadro", spiega FANTINI.
Le sue opere (i suoi modelli si possono rintracciare nella pittura di Francis Bacon e Jean Dubuffet) hanno la rara capacità di sottrarre l'immagine dalla sua stessa inevitabilità rifuggendo dall'ovvio.

Questo appare evidente anche dalle citazioni di Mickey Mouse o di altri stereotipi della comunicazione. Per Fantini, infatti, Topolino, non è il simbolo della civiltà dei consumi immortalato dalla pop art, ma, piuttosto, una sorta di reperto archeologico proveniente da chissà quale antica civiltà.
"Ciò che colpisce nel lavoro di Fantini", spiega ALBERTO FIZ nella monografia che accompagna le due mostre, "è l'assoluto rifiuto dei codici comportamentali caratteristici del politically correct e la sua indifferenza nei confronti delle regole di buona creanza, caratteristiche di quell'arte dominante che, con cinismo, mescola violenza, sensazionalismo e una misurata dose di provocazione".

E aggiunge: "L'artista vicentino utilizza la pittura come un mezzo per scuoterci dalla nostra apatica indifferenza: di fronte alle sue opere si ha la sensazione che lo sguardo venga superato e che quelle forme entrino direttamente in comunicazione con il nostro inconscio".
Marco Fantini, nato a Vicenza nel 1965, vive attualmente a Milano. Dopo un percorso iniziale come fotografo impegnato particolarmente sui temi della diversità e dell'alienazione, nel 1987 realizza i suoi primi lavori pittorici.

Nel 1988 esordisce con una mostra personale al Centro Civico della Giudecca di Venezia. Tra il 1989 e il 1991 soggiorna in Messico.
Ritornato in Italia decide di dedicarsi esclusivamente ad una pittura sperimentale dove si possono rintracciare elementi espressionisti. Nel 2001 realizza la serie Il Mondo dove la visione panteistica sostituisce la disposizione narrativa degli elementi.

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