Bimbo rom ricoverato al Meyer, aveva assunto eroina. Cioni mette sotto accusa e minaccia l'intera comunità Rom

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2000 23:09
Bimbo rom ricoverato al Meyer, aveva assunto eroina. Cioni mette sotto accusa e minaccia l'intera comunità Rom

Otto anni, scalzo, con addosso solo un paio di pantaloncini corti, a mezzanotte camminava stralunato in mezzo al traffico di via Alamanni.
Una pattuglia della Polizia municipale ho ha individuato e portato di corsa al Meyer: il bimbo era in preda a una crisi per assunzione di eroina. Poco dopo sono state rintracciate le sorelle: due bambine rom di 12 e 13 anni, già conosciute per piccoli reati. Anche loro, hanno detto agli agenti, si fanno di eroina. I loro genitori sono in carcere, loro in questo periodo dormono per strada o dove capita.
Il bimbo è ancora ricoverato al Meyer, le sorelle hanno trovato ospitalità in una struttura di accoglienza.


“E’ un fatto di inaudita gravità. Dietro al quale evidentemente si nasconde un traffico orribile, vergognoso, inumano. Non ci sono parole per definire chi usa i bambini, chi li sfrutta e arriva a drogarli per i propri interessi. Queste persone, chiunque siano, devono essere cacciate da Firenze”. Le parole del vicesindaco Graziano Cioni sono molto chiare. “Questo è un tumore che va sradicato dalla città, non possiamo tollerarlo. Né possono accettare simili atrocità i rom che chiedono di essere aiutati a vivere onestamente.

Hanno il dovere di isolare e denunciare chi sfrutta i bambini, devono essere loro per primi a mettere in chiaro che non hanno nulla a che fare con questa gente. Se sanno, se li conoscono, lo dicano. Questa è la condizione per dialogare con noi”.
Cioni invita anche le forze dell’ordine ad intervenire subito e con il massimo della forza per individuare chi c’è dietro a questi fatti. “Sappiamo che i bambini fanno parte della famiglia che sfruttava i bambini per scippi e furti, e contro la quale anche il Comune si è costituito parte civile nel processo che si sta celebrando proprio in questi giorni.

Ma qui c’è di più, c’è un salto di qualità che va colpito subito e duramente”. Continua il vicesindaco: “La comunità rom nei giorni scorsi è stata colpita da un lutto gravissimo, la morte di una bimba in un incendio. I bambini rom non possono continuare ad essere vittime di fatti atroci: né per il degrado dei luoghi dove vivono, né per gli interessi di gente senza scrupoli. Noi faremo il possibile perché questi fatti non accadano più, con il massimo del nostro impegno”.
Lavorerà nella cooperativa CFT Sedat Haliti, il padre di Silvana, la piccola rom morta carbonizzata il 19 ottobre scorso al campo del Poderaccio.

Ad annunciarlo è stato il consigliere Ds Paolo Imperlati al termine di un incontro avuto questo pomeriggio con il Sindaco Leonardo Domenici.
«Dopo l’incontro di lunedì scorso fra Sindaco ed i genitori della piccola Silvana - ha spiegato Imperlati - è scaturita la necessità di trovare una soluzione ai problemi di questa famiglia. Il Sindaco si era impegnato a trovare un lavoro a Sedat».
«Domenici mi ha interpellato - ha aggiunto il consigliere diessino - ed ho subito verificato la possibilità di potere assumere il padre di Silvana alla cooperativa CFT».


«Sedat - ha aggiunto Imperlati - inizierà a lavorare nei primi giorni di novembre presso il centro alimentare polivalente di Novoli in qualità di socio-lavoratore». «L’assunzione del padre di Silvana alla CFT - ha concluso il consigliere diessino – è un segale preciso di come il mondo delle cooperative sia veramente impegnato per un’economia solidale e per contribuire alla vera integrazione fra le persone. Non dimentichiamoci che alla CFT , una realtà ormai a livello regionale ed extraregionale, lavorano ben 230 soci, su un totale di circa 1000, provenienti da Africa, Asia, Centro America ed Europa dell’Est.


L’amministrazione dovrebbe sollecitare le associazioni di categoria a seguire questo percorso per dare opportunità di lavoro che permettano così una vera integrazione e contribuiscano a togliere manovalanza alla criminalità».

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