Terrorismo: bocciate le contromisure proposte in Toscana

“Dilagare del terrorismo islamico e le contromisure che la nostra civiltà può e deve prendere” questo il tema del Consiglio regionale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 agosto 2016 11:00
Terrorismo: bocciate le contromisure proposte in Toscana

Si è aperta con l’intervento del capogruppo di Forza Italia Stefano Mugnai, la seduta straordinaria per il dibattito chiesto dalle opposizioni, “E' importante scegliere quali sono, per noi, i valori irrinunciabili. Declinati questi, diventa più semplice capire ciò che è integrabile e ciò che non lo è, a prescindere dal tempo di permanenza e di arrivo in un paese. La sicurezza, con la consapevolezza che non potrà mai essere totale, deve essere “implementata” mentre sul tema dell’integrazione, occorre uscire da una “melassa buonista e politicamente corretta”.L’aula, al termine del dibattito ha respinto la proposta di risoluzione presentata da Lega Nord, Forza Italia e FdI. Nel testo il riferimento alle convenzioni internazionali e ai tragici attentati accaduti nell’ultimo anno in Europa.

L’atto muove dal fatto che "gli attentati sono stati tutti rivendicati dal sedicente autoproclamato Stato islamico. Le stesse rivendicazioni dimostrerebbero come i protagonisti in realtà siano appartenenti ad un corpo militare organizzato dello stesso autoproclamato stato islamico”.C’è poi la considerazione “dell’eccezionale afflusso di immigrati, stranamente formato nella stragrande maggioranza da uomini in forza, che rappresenta un grave pericolo per la sicurezza”, come denunciato in audizione all’Europarlamento dal direttore del Centro anti-terrorismo di Europol, Manuel Navarrete Paniagua.Da qui “prioritario proteggere la popolazione dal forte pericolo di attacchi terroristici e dalla radicalizzazione dei musulmani sul territorio italiano, attraverso una serie di iniziative tese al rigoroso rispetto delle leggi italiane vigenti”.

Respinta con 20 voti contrari la proposta che impegnava il presidente della giunta regionale a introdurre “ogni possibile norma atta a limitare il proliferare, anche indiretto, dei precetti del fondamentalismo islamico e ad affermare il primato dei valori costituzionali e del rispetto della legge sopra ogni religione. A intensificare su tutto il territorio regionale i controlli amministrativi per la verifica del rispetto delle leggi italiane; ad elaborare un protocollo d’intesa tra Anci, Prefettura di Firenze e Regione Toscana teso a programmare e coordinare tutte le possibili azioni propedeutiche al capillare controllo del rispetto della normativa italiana sull’intero territorio regionale da parte di cittadini.

A regolamentare la costruzione e l’autorizzazione all’apertura di nuovi luoghi di culto sul territorio regionale anche attraverso l’approvazione della proposta di legge numero 103. A controllare puntualmente le attività svolte all’interno dei centri culturali islamici, onde evitare che gli stessi isolino le comunità musulmane presenti sul territorio regionale arrivando a svolgere il ruolo di centrali operative delterrorismo; a non intrattenere alcun rapporto con associazioni che, anche in modo indiretto, abbiano trattenuto o intrattengano relazioni con organizzazioni terroristiche o religiose fondamentaliste, istituendo una commissione ad hoc per la certificazione delle associazioni cosiddette terrorism free, sulla base di quanto già avviene con al certificazione anti-mafia".

Il presidente della giunta era chiamato poi a farsi portavoce nei confronti del Presidente della Repubblica, del Parlamento e del Governo della “necessità di redigere Linee guida nazionali per il contrasto al terrorismo, con l’obiettivo di giungere ad una lotta integrata al terrorismo che coinvolga le istituzioni a tutti i livelli e i cittadini italiani stessi. A farsi portavoce nei confronti del governo della necessità di adottare norme speciali, anche mutuate dalle normative vigenti in tempo di guerra, per i reati legati al terrorismo. A farsi portavoce in sede nazionale e internazionale delle necessità di inasprire le pene per i reati collegati al terrorismo, nonché della necessità di individuare sul territorio italiano o europeo strutture speciali per la detenzione e l’isolamento dei soggetti condannati per tali reati".

“Certe persone non vogliono integrarsi e fa molta paura veder togliere il crocifisso - ha dichiarato il presidente della Lega Nord, Manuel Vescovi - la visione della maggioranza che, se sbagliata, deve essere riconosciuta non con un minuto di silenzio. La responsabilità politica di voler integrare chi non vuole integrarsi è vostra” ha continuato Vescovi."Il terrorismo sta già cambiando la nostra vita, basta vedere le misure di controllo negli aeroporti. Da parte nostra – ha concluso - non siamo disponibili all’apertura di alcuna moschea fin tanto che non verrà riconosciuta da tutti la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo”.

“A noi spetta il compito di costruire prospettive e dinamiche. A noi spetta il compito di fare politica, che è altro rispetto al populismo. A noi il compito di preparare gli anni che verranno” ha detto Francesco Gazzetti (Pd). "Occorre trovare punti d’incontro così come ricordato più volte anche dal Santo Padre. L'accoglienza non è immediatamente fonte di terroristi. Gli eventi drammatici, anche recenti, ci dicono infatti che sono persone nate e cresciute nelle nostre comunità”.

“Il terrorismo si alimenta sulla non accoglienza ed è questo che dobbiamo combattere. Dobbiamo lavorare sulla prevenzione al terrorismo” il commento di Paolo Sarti (Sì – Toscana a sinistra). “La nostra società è intrisa di molte civiltà. Non cadiamo quindi in equivoci come quello sulla rimozione del crocifisso. Io sono per la laicità dello Stato e delle istituzioni, unico modo per rispettare tutte le confessioni”. Per il consigliere bisogna “evitare di mescolare sofferenze con problematiche mondiali. Domandiamoci quanto alimentiamo guerre per interessi economici”.

“Il terrorismo si affronta internamente e non facendo alzare in volo un F35. L’italia, ancor prima degli attentati di Parigi, aveva un disperato bisogno di sicurezza. Le forze dell’ordine sono sotto organico e mal equipaggiate. La sicurezza è un investimento, non solo una voce di bilancio” - ha detto Andrea Quartini (M5s) - gli attacchi terroristici in Europa rilevano quanto siano deboli e attaccabili i sistemi occidentali”. “Da quando si è dichiarato una guerra totale al terrore, questo è proliferato.

Le vittime, dagli attacchi alle torri gemelle, sono quintuplicate e nonostante i 4400 miliardi di dollari spesi nelle guerre in Iraq, Afghanistan e altre aree di crisi, altre sigle jihadiste sono nate”. Per il consigliere, tra le misure da mettere in campo, anche “ripristinare i fondi che il Governo ha tagliato alle forze dell’ordine, interrompere ogni rapporto e sanzionare tutti quei paesi che direttamente o indirettamente sostengono le jihad, in particolare l’Arabia Saudita, varare subito una moratoria sulla vendita di armi ai paesi coinvolti in conflitti”.

In evidenza