Sviluppo di Firenze 2019-2024: patto economico su infrastrutture, gestione urbana e fiere

Le principali associazioni di categoria annunciano un patto di legislatura su un programma ampiamente condiviso, aperto a tutte le altre organizzazioni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 ottobre 2018 14:11
Sviluppo di Firenze 2019-2024: patto economico su infrastrutture, gestione urbana e fiere

  Non vogliono solo una “casa delle imprese”, ma un ente che tuteli le aziende fiorentine anche al di fuori dello stretto ambito economico, dunque aperto al mondo esterno e capace di incidere nelle politiche di gestione della comunità.   Obiettivo preciso: costruire lo sviluppo del territorio programmando ogni elemento utile, dalle infrastrutture alla governance economica, dai trasporti ai piani per la sicurezza, dalla legalità alla formazione fino all’alleggerimento della burocrazia

 Vogliono soprattutto una autonomia dalla politica, dalla quale le associazioni firmatarie intendono mantenersi distinte e distanti, e di maggiore condivisione dalla parte più ampia possibile del sistema economico. Non più accordi bilaterali tra poche associazioni. Questa la strada verso una “nuova” Camera di Commercio che le associazioni di categoria dell’artigianato, del commercio, del turismo, dell’industria, dell’agricoltura e della cooperazione, hanno siglato in un documento unitario contenente le linee guida per il futuro assetto dell’ente camerale, aperto a tutte le organizzazioni che vorranno aderire e fornire il loro contributo.

Alla base c'è "la necessità di recuperare quella rappresentatività di tutti i soggetti collettivi (istituzioni, partiti, associazioni di categoria, sindacati dei lavoratori…) che qualcuno oggi mette in discussione attraverso la constatazione dei corpi intermedi. Colpa forse dei loro processi decisionali, che qualche volta sono apparsi troppo lenti, o comunque inadeguati ad una realtà che è invece sempre più dinamica, in cui le variabili del cambiamento da gestire sono molte di più che in passato e richiedono tempi rapidi e coraggiose assunzioni di responsabilità" Così, secondo i rappresentanti delle associazioni promotrici, "la Camera di Commercio dovrà far sentire di più la propria voce su tanti argomenti quali aeroporto, le l’infrastrutture, la gestione delle fiere e degli eventi, la rivitalizzazione urbana, l’accessibilità" sono alcuni esempi.

 Le associazioni di categoria, fanno "un approfondito esame di coscienza ed un mea culpa collettivo" e vogliono tornare a fare la differenza nel dibattito sociale ed economico e rivendicano per le imprese nel territorio metropolitano fiorentino un nuovo protagonismo che le rimetta al centro della scena. "Del resto, passati gli anni delle spinte per la disintermediazione della democrazia, a vari livelli si è capito che, come riporta il documento, “sul piano delle relazioni istituzionali le scorciatoie non servono e che le istituzioni non possono affrontare e risolvere i grandi problemi del paese attraverso politiche di contatto diretto dei propri organi decisionali con cittadini e/o imprese, bypassando le associazioni di rappresentanza”.

 "Abbiamo il polso reale della situazione e possiamo fornire a chi prende le decisioni una panoramica esaustiva dei problemi e delle possibili soluzioni da attuare. Allo stesso tempo, in generale, ma in particolare sul nostro territorio metropolitano, - prosegue il documento - sta cambiando il modello che per tanti anni ha guidato lo sviluppo e le relazioni economiche e imprenditoriali, fatto anche di assi privilegiati con certe tipologie d’impresa, piuttosto che con altre, per definire e realizzare le varie politiche di sviluppo territoriale”.

 Un nuovo modello che rispecchi la complessità del tessuto economico e di rappresentanza delle imprese, dove "lo strapotere di determinati interessi economici" avrebbe ormai segnato il passo. Se dunque un tempo poteva valere la logica della bilateralità più ristretta, in cui le decisioni prese al massimo da due o tre soggetti venivano riversate gioco-forza sugli altri, adesso "deve valere una logica più ampia fatta di ascolto, confronto e condivisione.

In definitiva, è una questione di democrazia" concludono le categorie.

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