Messaggio a Firenze da Giannozzo Pucci

"Quale cultura politica se si cancellano storia e memoria?"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 luglio 2021 16:05
Messaggio a Firenze da Giannozzo Pucci
Edvard Munch, 1893, L'urlo

Il contributo che Idra ha inviato oggi al sindaco Dario Nardella e all’intera squadra di assessori dopo i più recenti del 12 luglio scorso proviene da un esponente storico della scena culturale e politica cittadina e nazionale, fondatore della Federazione delle Liste Verdi italiane, e tuttora autore ed editore con la Libreria Editrice Fiorentina.

Giannozzo Pucci affronta il tema squisitamente urbanistico della “zonizzazione”. In altre parole, a detta degli ecologisti di Idra, “l’improvvida divisione del tessuto urbano in settori con funzioni differenziate, il dissolversi delle relazioni di vicinato, la perdita di identità dei luoghi, dei quartieri, privati dell’assortimento civile, sociale e culturale che connota una comunità sana”. Un processo che parte dagli anni ’60, quando, “col nuovo piano regolatore, si confrontarono due visioni opposte, quella che voleva una città circolare, con una reinterpretazione fedele della sua storia sia in centro che nei nuovi insediamenti”, e l’altra, risultata vincente, che “voleva una Firenze che togliesse dal centro storico tutte le sue funzioni per i fiorentini per trasferirle in gran parte verso la piana di Nord-Ovest, mentre il centro, come salotto bono, doveva essere consegnato al turismo e alla rappresentanza. Un processo funesto le cui conseguenze – segnala Giannozzo Pucci - già verso la fine degli anni ’80 Pierluigi Cervellati aveva sintetizzato osservando: “Il centro storico di Firenze è il più vuoto e il più ingorgato d’Italia”.

Pucci spiega: “Ingorgato perché, qualunque svuotamento si faccia, continuerà ad attrarre con la sua bellezza e magnetismo tantissime persone: giovani dalle province nelle notti dei fine settimana, turisti usa e getta o danarosi, ma tutti consumatori della storia dei fiorentini, i quali in massima parte sono costretti a vivere altrove. La degenerazione della cultura politica traspare dalla mancanza di memoria, ad es. che la nostra creatività spunta anche ora fra persone che vivono o lavorano in centro e che conoscendolo per quotidiana consuetudine sono più capaci di proteggerlo”.

Alla luce di questa riflessione, si chiede Idra, la destinazione urbanistica prospettata per il tesoro storico, architettonico, paesaggistico e ambientale racchiuso fra le mura delle ex Scuola di Sanità militare di Costa San Giorgio cos’altro è, oggi, se non l’ennesima coda malsana di una concezione della città che tarda a tramontare?”.

Nella prossima sollecitazione destinatario Palazzo Vecchio, sono annunciati interventi di Romano RINALDI, ex Cattedra di Mineralogia, Università di Perugia, ed ex docente del Dottorato in Mineralogia e Cristallografia delle Università di Firenze e Perugia.


Generalmente si è portati a pensare, anche i politici, che si governa con le leggi, i progetti, i piani urbanistici, i grandi interventi che “lasciano il segno” nella memoria della città; in realtà il segno più importante si lascia con la concezione di governo, che guida le tante piccole o grandi scelte politiche che spingono o meno i cittadini a fare il bene comune nelle loro attività.

Negli anni ’60, col nuovo piano regolatore, si confrontarono due visioni opposte, quella di La Pira, che voleva una città circolare, con una reinterpretazione fedele della sua storia sia in centro che nei nuovi insediamenti, come si può vedere oggi nel vecchio Isolotto. Vinse invece la visione di Detti, l’estensore del piano, il quale, a seguito delle idee moderniste di Le Corbusier, voleva una Firenze che togliesse dal centro storico tutte le sue funzioni per i fiorentini per trasferirle in gran parte verso la piana di Nord-Ovest, mentre il centro, come salotto bono, doveva essere consegnato al turismo e alla rappresentanza.

Questa concezione, contrastante con l’identità profonda di Firenze è stata seguita, salvo qualche rara eccezione, da tutte le giunte susseguitesi per 60 anni. Il motivo è che chiunque, anche senza nessuna cultura della nostra città, può praticarla quasi passivamente, seguendo la corrente.

Lo sport urbanistico più diffuso è stato quindi l’esportazione di funzioni anche storiche, come la giustizia, dal centro e per tutti i vuoti che si sono formati nella politica sono apparse fra i decisori solo e sempre le stesse idee: 1) un museo; 2) un albergo o residenze turistiche.

Verso la fine degli anni ’80, Pierluigi Cervellati, che da assessore all’urbanistica è riuscito a mantenere la vitalità moderna e tradizionale nel centro di Bologna, commentò: “Il centro storico di Firenze è il più vuoto e il più ingorgato d’Italia.” Ingorgato perché, qualunque svuotamento si faccia, continuerà ad attrarre con la sua bellezza e magnetismo tantissime persone: giovani dalle province nelle notti dei fine settimana, turisti usa e getta o danarosi, ma tutti consumatori della storia dei fiorentini, i quali in massima parte sono costretti a vivere altrove. La degenerazione della cultura politica traspare dalla mancanza di memoria, ad es. che la nostra creatività spunta anche ora fra persone che vivono o lavorano in centro e che conoscendolo per quotidiana consuetudine sono più capaci di proteggerlo.

Una classe politica con un minimo di grazia di stato, sapendo che quel luogo straordinario corrispondente all’ex scuola di sanità militare a Costa San Giorgio è in vendita, dovrebbe per prima cosa assicurarsi che almeno dopo i 99 anni torni alla città e poi cambiare i vincoli di destinazione urbanistica solo a condizione di garantire una quota sensibile e a basso prezzo per attività tipiche dell’identità di Firenze e assicurarsi che il tipo di traffico veicolare sia consono alle strade e alle destinazioni per cui si concede la funzione d’uso.

Giannozzo PUCCI

già presidente della Commissione Urbanistica del Consiglio Comunale di Firenze

già presidente della Commissione Toponomastica di Firenze

già presidente del Calcio Storico Fiorentino

fondatore della Federazione delle Liste Verdi italiane

autore e editore Libreria Editrice Fiorentina

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