Liste di attesa: Bezzini e Gelli in commissione Sanità

Audizione dopo la relazione della Corte dei Conti. Cgil e Federconsumator: "Le Asl adempiano agli impegni"

Redazione Nove da Firenze
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04 febbraio 2023 12:57
Liste di attesa: Bezzini e Gelli in commissione Sanità

Firenze - La commissione Sanità proseguirà nel suo lavoro di approfondimento sulle problematiche delle liste di attesa messe in luce dalla Corte dei Conti. Lo ha spiegato il presidente della Commissione Enrico Sostegni (Pd) durante la seduta di giovedì, convocata appunto per ascoltare l’assessore al Diritto alla Salute e Sanità, Simone Bezzini, in merito alla deliberazione della Corte dei Conti 10/2023 sulla gestione delle liste di attesa nel servizio sanitario della Regione Toscana.

Bezzini e il responsabile della direzione regionale Sanità Federico Gelli hanno fornito un quadro aggiornato sui dati e sulle azioni in corso, dopo che la questione è stata affrontata nei giorni scorsi anche in Consiglio a seguito di alcune interrogazioni.

“Dato che la relazione della Corte dei Conti si conclude con una serie di considerazioni precise e puntuali sulle criticità da risolvere, partendo da dati che si riferiscono al 2021 – ha detto Sostegni – alla Commissione interessa sapere quale sia la situazione attuale, se i rilievi fatti siano sempre validi o siano stati superati e quali siano i metodi e i tempi stabiliti dalla Giunta per superare le criticità ancora non risolte”.

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Gelli ha ricordato che la relazione della Corte dei Conti fa riferimento al quinquennio 2017-2021, periodo che ha risentito ovviamente della pandemia ma anche dell’adozione a livello nazionale, e poi regionale, del nuovo piano delle liste d’attesa, avvenuta nel maggio 2019. E ha sottolineato che il confronto con il 2022 e con quanto è stato messo in campo grazie al Pnrr dimostrano un miglioramento nel quinquennio, una capacità di risposta e recupero da parte della Toscana superiore a quella delle altre regioni italiane, pur rimanendo la questione delle liste di attesa il problema più grave del sistema sanitario pubblico in tutto il paese.

In particolare, dopo l’adozione del nuovo piano delle liste di attesa, la Regione Toscana “ha adottato un meccanismo di monitoraggio, l’indice di cattura, che altre non hanno, che ha messo in luce criticità che altrove rimangono occulte e che impedisce meccanismi artificiosi delle aziende sanitarie per nascondere le loro performances”. La Giunta ha poi fornito alla Corte dei Conti una serie aggiuntiva di dati che non risultavano dalla relazione. Numerosi i punti evidenziati durante l’audizione. A proposito dell’attività libero professionale dei medici, che crea difficoltà a trovare specializzati per abbattere le liste di attesa, Gelli ha sottolineato che in nessun caso è stato superato il tetto previsto. Ancora, la relazione tiene conto solo delle prime visite e non dei controlli, mentre la Regione ha spinto molto sulla presa in carico dei pazienti cronici, per cui le visite dei controlli sono nettamente superiori alle prime visite.

Per quanto riguarda il sistema delle pre-liste, in cui si viene inseriti se non risulta disponibilità, previsto dal piano nazionale per il governo delle liste di attesa, il calcolo dei tempi considera sempre la data del primo contatto.

Per quanto riguarda invece le liste bloccate, il direttore ha spiegato che la Regione rileva ogni sei mesi le sospensioni e che “è in corso un lavoro per offrire un sistema di monitoraggio regionale in grado di incrociare puntualmente domanda e offerte, con un meccanismo di allerta centralizzato per evidenziare anomalie e liste bloccate”.

Un nodo critico è rappresentato dai Cup, ha proseguito Gelli. “I Cup sono in affanno – ha riconosciuto – e anche il sistema di prenotazione online ha dimostrato di non poter reggere il sovraccarico. Dobbiamo mettere totalmente in discussione il sistema e riorganizzarlo, abbiamo già presentato delle linee di riforma perché il cittadino deve essere preso in carico subito”.

Si è arrivati poi alla questione dell’assegnazione delle risorse, divise in due capitoli: la gestione dei fondi per i Cup e la gestione dei fondi per le liste di attesa. Nel primo caso si tratta di 23 milioni 877 mila euro “che a fine 2021 erano già stati impegnati al 52,7% , mentre il resto è stato impegnato con successivi interventi nel 2022 e 2023”. Vista l’entità degli importi, è stato infatti necessario avere garanzia che le risorse assegnate alla Regione venissero effettivamente erogate dal governo nazionale. Nel secondo caso i dati citati dalla Corte dei Conti si fermavano al 30 giugno 2022, mentre al 31 dicembre 2022 risultano impegnati 28 milioni di euro sui circa 30 assegnati, cioè il 90%. “Il residuo che non è stato speso è soprattutto a causa della indisponibilità dei medici, già affaticati e oberati, ad effettuare prestazioni ulteriori” ha precisato Gelli.

Infine, è stato ricordato che i dati prodotti dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, mettono in evidenza che la Toscana è l’unica tra le regioni italiane ad avere una variazione in positivo nel 2022 sul numero di prestazioni specialistiche ambulatoriali fornite.

Numerosi gli interventi dei commissari. Andrea Ulmi (Lega) ha osservato che “il fatto che siamo un po’ meno peggio delle altre Regioni non risolve i problemi dei cittadini”. “Apprezzo che si sia riconosciuto che il sistema Cup non funziona – ha aggiunto – ma registro che c’è voluta la presa di posizione della Corte dei Conti per arrivare a questa consapevolezza”.

“Le risposte ascoltate dall'assessore Bezzini in Aula e in Commissione in merito alle evidenze della Corte dei Conti sulla gestione delle liste d'attesa, risultano a dir poco inadeguate e fanno comprendere che questa Giunta non ha colto la gravità del problema. Abbiamo dato la possibilità a Bezzini di rispondere in modo puntuale, non con una difesa d'ufficio del suo operato che è arrivata addirittura a smentire la Corte, ma a quanto pare la Giunta Giani preferisce andare dritta per la sua strada.

Gli interrogativi a cui l'assessore continua a non voler dare una risposta sono troppi e visto che i tentativi di chiarimento fatti sinora sono stati vani, a questo punto serve uno strumento di indagine più appropriato. Per questo, stamani, ho chiesto in Commissione Sanità di istituire una Commissione d'Inchiesta sulla gestione delle liste d'attesa in questi anni per capire cosa sia successo e se ci siano responsabili. I toscani hanno il diritto di sapere perché la Corte dei Conti ritiene che i dati toscani sulle liste d'attesa siano alterati a causa del ricorso al sistema delle pre-liste e liste bloccate e se Giani e Bezzini ne fossero a conoscenza; e perché non siano stati utilizzati tutti i fondi messi a disposizione dal Governo per migliorare l'efficientamento del sistema di prenotazione e la parte utilizzata dove sia stata investita.

L'autodifesa dell'assessore Bezzini, che continua imperterrito a usare dati che non tornano e a riferirsi a statistiche che si basano sui numeri forniti dalla stessa Regione, è una vera presa in giro nei confronti delle migliaia di toscani che attendono una visita medica o una operazione” lo dichiara Diego Petrucci, consigliere regionale di Fratelli d'Italia e membro della Commissione Sanità.

Il presidente Sostegni, ribadendo che la Commissione approfondirà tutte le questioni, ha detto di non sottovalutare la gravità della questione delle liste bloccate, sottolineando d’altro canto che” il meccanismo di indice di cattura messo in piedi dalla Regione Toscana ha permesso di avere una maggiore conoscenza sul fenomeno delle liste di attesa, a differenza di quanto accade nelle altre regioni”.

Vincenzo Ceccarelli (Pd) ha osservato che non è intenzione di nessuno sottovalutare le criticità e che “è compito di tutti lavorare insieme per fare chiarezza e per migliorare le performances del sistema sanitario regionale”, chiedendosi però come possa qualcuno non essere consapevole di come funzioni la spesa delle risorse nella pubblica amministrazione.

Andrea Vannucci (Pd) ha rivolto un appello affinché si utilizzi la commissione Sanità come luogo idoneo per approfondire tutte le questioni “senza costruire altre impalcature”. Ha poi ricordato di aver già indicato che la digitalizzazione della sanità regionale rappresenta un vulnus e ribadito che se quanto detto sulle liste bloccate è vero vanno presi provvedimenti. “Noi quando è del caso battiamo il pugno sul tavolo – ha commentato – spero che l’opposizione faccia altrettanto per chiedere che il governo di centrodestra non diminuisca i fondi per la sanità”.

Anche da parte di Donatella Spadi (Pd) è arrivato l’invito a lavorare tutti insieme per trovare soluzioni. "Alcuni correttivi al problema delle liste bloccate del resto – ha detto – sono già stati annunciati dalla Giunta con l’adozione del sistema di alert, così come il rafforzamento dei monitoraggi sulle liste di attesa”.

Secondo Giovanni Galli (Lega) “dobbiamo smettere di parlare dell’eccellenza della Toscana, perché essere un po’ meno peggio dei concorrenti non significa essere eccellenti”.

Federica Fratoni (Pd) ha replicato che non è la Toscana ad affermare la sua eccellenza, ma enti terzi e imparziali come Agenas. La consigliera ha poi precisato che “l’attività della Corte dei Conti ha funzione di controllo ma si pone soprattutto in un’ottica di collaborazione con gli enti con cui ha a che fare, non si tratta certo di sentenze”.

Infine, la replica dell’assessore Bezzini, il quale ha voluto sottolineare come la materia delle liste di attesa sia “di una complessità estrema da gestire, ci sono migliaia di agende aperte”.

“Detto questo – ha proseguito - noi non stiamo affatto sottovalutando né il problema delle liste di attesa, che è grave, né la relazione della Corte dei Conti, anche se invitiamo a una lettura completa, anche delle parti in cui non si critica ma si mette in luce che sono stati fatti passi in avanti”.

L’assessore ha poi elencato gli interventi messi in campo e quelli in fase di elaborazione, tra cui il miglioramento dei tempi di attesa del cittadino quando telefona al Cup, su cui si registrano già risultati, il potenziamento della prenotazione online, il sistema di alert sulle criticità, in particolare sulle liste chiuse, che entrerà in funzione nelle prossime settimane, il rafforzamento del coordinamento di Area Vasta, la formazione per raggiungere una maggiore appropriatezza delle prescrizioni.

"La questione delle liste d'attesa in Sanità sta assumendo contorni drammatici. È urgente convocare un consiglio straordinario monotematico, in cui il Presidente Giani e l'Assessore alla Salute Bezzini vengano a relazionare in aula. La sezione regionale di controllo per la Toscana della Corte dei Conti ha evidenziato un problema di liste di attesa eccessivamente lunghe, e lo sforamento dei tempi massimi di attesa, anche in rapporto tra l'attività di libera professione e in istituzionale sulle prestazioni erogate". Lo chiede il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella, che già nei giorni scorsi aveva presentato un'interrogazione urgente alla Giunta per sapere "entro quali tempi, e come, si intenda sanare il problema delle liste d'attesa".

"In Toscana oltre il 60% delle prestazioni sanitarie sforano i tempi prestabiliti per le liste d'attesa - sottolinea Stella -. Dati che stanno peggiorando nel tempo, sia per gli esami strumentali che per le visite specialistiche. Le performance del sistema sanitario toscano stanno andando peggio del passato e le liste si allungano. I settori inadeguati dal punto di vista della tempistica, sono diventati 29 su 47, il 62%, in aumento rispetto al 2021. È un tema rilevante, il più importante per i cittadini, che spesso a causa di attese lunghissime vedono peggiorare le loro condizioni di salute. Nell'indagine relativa al quinquennio 2017-2022, i magistrati contabili chiedono alla Regione Toscana che entro fine anno i problemi sollevati dovranno essere risolti. Chiediamo a Giani e Bezzini di illustrarci in aula il loro progetto al riguardo, se mai ne hanno uno".

Ha poi ribadito che “non è vera la storia che non abbiamo speso le risorse aggiuntive messe a disposizione dal governo per abbattere le liste di attesa. Intanto non erano risorse aggiuntive, e poi abbiamo speso oltre il 90% di quanto autorizzato”. Così come “tutti devono avere bene presente che non stiamo agendo in un contesto in cui ci sono a disposizione risorse infinite” e che “se la Toscana, a parità di risorse distribuite, fa meglio delle altre regioni questo va tenuto in considerazione”.

Per difendere la sanità pubblica toscana chi ha di più deve pagare di più, così da garantire i servizi a tutti. Bisogna evitare che le persone siano costrette a rivolgersi al privato con spese difficili da sostenere per le famiglie” A dirlo è stato Emiliano Fossi che oggi ha presentato ufficialmente, di fronte all'ospedale Santa Maria Nuova a Firenze, la propria candidatura a segretario regionale del Pd toscano.

Ho scelto di partire davanti a un ospedale perché è il simbolo della battaglia che il Pd deve fare per una sanità pubblica e efficiente ed equa” ha detto Fossi, circondato da un gruppo di militanti e volontari che lo sosterranno nella sua corsa alla segreteria regionale del Partito Democratico.

Dobbiamo lanciare una mobilitazione nazionale che vada di pari passo con il confronto con i sindacati, dobbiamo tornare a rimettere soldi sulla sanità pubblica - sottolinea Fossi-. Dobbiamo spingere il Governo ad un rilancio serio e corposo della spesa per il Servizio Sanitario Nazionale mentre, al contrario, assistiamo a tagli di investimenti e servizi”.

La sanità toscana - continua Fossi - è messa in grave difficoltà dalla mancanza di risorse, dall’aumento indiscriminato dei prezzi dell’energia, dalle spese Covid, dalla mancanza di medici e infermieri nell’emergenza/urgenza e nei reparti ospedalieri. Con un personale così ridotto all’osso c’è forte preoccupazione in vista della realizzazione di case ed ospedali di comunità, che rischiano di diventare gusci vuoti, senza sufficiente personale. La mancanza di medici e infermieri fa ancora più male nelle aree interne della Toscana, in montagna e nelle isole. Bisogna investire su incentivi economici per portare il personale in queste zone”.

Va messo in pratica - prosegue il candidato alla segreteria del Pd toscano - il modello di assistenza sanitaria territoriale approvato la scorsa estate dal Consiglio regionale: case e ospedali di comunità, centrali operative territoriali, telemedicina per essere sempre più vicini alle persone, anche nelle zone periferiche. Va valorizzato il Volontariato, settore fondamentale del nostro sistema socio-sanitario, perché dando avanti così c’è il rischio che le ambulanze si fermino per mancanza di soldi per fare benzina”.

“Il punto politico di fondo - conclude Fossi - è che la salute è un diritto che porta con sé tanti diritti che non riguardano solo e soltanto la sanità. Pensiamo al codice rosa, alla legge all’interruzione di gravidanza volontaria, alla contraccezione gratuita: tutte conquiste che il Pd deve difendere e allargare”.

 Sulla relazione della Corte dei Conti circa le liste d’attesa nella Regione Toscana anni 2017-2021, senza voler entrare nel merito dei rilievi, Cgil e Federconsumatori Toscana vogliono "sottolineare, con riferimento ai suggerimenti posti dalla stessa, come fossero fondate le richieste avanzate in questi anni sia dai sindacati sia dalle rappresentanze delle associazioni di tutela dei cittadini, e in risposta alle quali sono stati presi impegni importanti con la Regione Toscana con la sottoscrizione del Protocollo sulla salute”.

Tra questi impegni: l’innovazione tecnologica per “potenziare il modello digitale di prescrizione e prenotazione Cup”, il controllo della domanda - attraverso la ricognizione dell’offerta presente a livello distrettuale e ospedaliero per intervenire sulle possibili carenze e per adeguare la programmazione dell’offerta alle richieste in ciascuna zona e per determinare le risorse professionali e strumentali necessarie -, una programmazione di area vasta e infine l’attivazione di procedure e strumenti per una presa in carico da parte del sistema, evitando ad esempio, per citare la Corte dei Conti, la “barriera all’accesso alle prestazioni che può comportare il rischio di sospensioni di fatto delle prenotazioni”.

Proprio su questi punti, con riferimento alle cronache di questi giorni, Cgil e Federconsumatori Toscana giudicano “positivamente l’impegno assunto dalla Giunta regionale per chiarire la situazione e impegnare la Direzione Aziendale dell’AOU di Careggi a trovare adeguate soluzioni. E proprio una maggiore collaborazione e sinergia a livello aziendale, e una programmazione di area vasta tra l’Azienda Ospedaliera di Careggi e la USL Toscana Centro, potranno garantire una migliore e più efficace gestione delle liste di attesa”.

Dice Gessica Beneforti della segreteria di Cgil Toscana: “Adesso va chiesto con forza alle aziende sanitarie il massimo impegno e la massima responsabilità, anche sotto il profilo organizzativo, per adempiere agli impegni assunti, evitando pericolose scivolate nel rapporto con il privato che certo non aiutano il cittadino ad avere fiducia nel sistema pubblico. Alla Regione chiediamo di essere garante della attuazione di quanto convenuto anche rafforzando i sistemi di monitoraggio centralizzati che consentano di intervenire sulle inefficienze aziendali, con particolare attenzione anche alle liste di attesa chirurgiche e all’assoluto rispetto dei tempi previsti per le patologie oncologiche”.

Aggiunge Giuseppe Notaro di Federconsumatori Toscana: “Chiediamo una piena ed efficace applicazione di quanto contenuto nel Piano Regionale in merito ai percorsi di tutela previsti, in particolare con una reale presa in carico di tutte le richieste pervenute nel sistema di prenotazione e di cui va dato conto compreso quelle per le quali non può essere immediatamente data una risposta nei tempi massimi garantiti. Più volte, abbiamo avanzata questa richiesta, espressamente voluta nel piano. Oggi c’è una inadeguata e disomogenea applicazione di questo principio di tutela. Chiediamo un atto deliberativo regionale che dia concrete e vincolanti indicazioni per tutte le aziende sanitarie”.

Sono queste le esigenze che saranno portate il 23 febbraio prossimo in sede di Osservatorio regionale, uno strumento utile che vede la partecipazione anche dei rappresentanti sindacali e delle associazioni dei cittadini in cui la Regione ha creduto e che può essere ulteriormente rafforzato e valorizzato.

Conclude Beneforti: “Sentiamo al contempo però la necessità, insieme a tutti coloro che condividono l’urgenza di contribuire a dare risposta ai bisogni, a tutti coloro che vivono il bisogno, a tutti coloro che hanno a cuore la realizzazione materiale della nostra carta costituzionale, di promuovere una grande protesta, una grande rivendicazione, una lotta che tenga insieme le cose e non le confonda, per sostenere il valore della sanità pubblica, contro i rischi di privatizzazione in atto. Due sono principalmente le risposte che invochiamo da parte del Governo: più risorse nel sistema per la spesa corrente e la rimozione dei tetti e dei limiti che impediscono di dotare il sistema di persone, degli uomini e delle donne necessarie a garantire l’erogazione dei servizi, professionisti ed operatori la cui professionalità non si può più pensare di essere valorizzata solo definendoli eroi”.

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