Italia e Toscana: siamo ricchi e stupidi, consigli per la sopravvivenza

Stiamo implodendo, nascondiamo da soli il nostro futuro. Peggio. Lo stiamo smaltendo contro ogni buona regola di comportamento

Antonio
Antonio Lenoci
12 gennaio 2015 13:52
Italia e Toscana: siamo ricchi e stupidi, consigli per la sopravvivenza

"Ma che c'avete voi?" recita una nota pubblicità di questi tempi in crisi economica e sociale. Ecco, appunto.. ma che c'abbiamo noi? Non saremo mica così stupidi da invidiare gli altri o da non vedere cosa ci circonda. Presa Diretta di Riccardo Iacona ha sbattuto in faccia agli italiani l'ennesima inchiesta dedicata al dissesto idrogeologico, arricchita con una notevole dose di spirito d'osservazione e critica costruttiva: "Un viaggio dalla Calabria fino alla Liguria denunciando come sotto le frane non restano solo case, scuole, strade, ma il futuro stesso dell’Italia.

Un tesoro di potenzialità che potrebbe produrre ricchezza e posti di lavoro: l’arte, il cibo, l’agricoltura, il paesaggio se solo fossero difesi e valorizzati, renderebbero più ricco il nostro paese" spiega il giornalista di Rai Tre.La Toscana nell'ultimo anno ha fatto i conti con il dissesto idrogeologico a suon di "Stato di emergenza" così tante volte che è difficile capire quando sia iniziato e se sia finito, da qualche parte almeno.

Sono crollate strade, hanno ceduto argini e mura antiche e preziose. Sono andati in fumo interi raccolti.Abbiamo tagliato nastri tricolore ed inaugurato rassegne a chilometro zero, impatto zero, volumi zero, consumo zero ed ancora artigianato di qualità, prodotti tipici, eccellenze nostrane. E poi? Chiusi gli stand cosa è successo?La (bella) Toscana si è messa in vetrina in ogni modo ed ha puntato sul turismo con tutte le sue forze: riproponendo spesso i soliti simboli, ad esempio David e Pinocchio, qualche volta Dante.Abbiamo riaperto la via Francigena, ma secondo qualcuno la strada dei pellegrini non è fatta solo di ghiaia e paletti, servono riferimenti, attività, servono i rifugi che migliaia di viandanti trovano lungo i grandi cammini europei.L'ultima moda è stata quella di associare "Cibo e Cultura", arrivando a proporre degustazioni all'interno dei musei.

Un must, un trend, una good idea funny and crazy, made by a beautiful generation, in digital solution. Young. Forever young. Abbiamo nelle cantine il ben di Dio che sconvolse Sussi e Biribissi che Collodi nipote, almeno citiamo anche lui ogni tanto, mandò alla ricerca del centro della Terra. troppe volte però ci manca persino la strada "sicura" dove far circolare turisti fai da te ed allegre comitive, abbiamo però le "strade della morte" con i lavori in corso perenni.Ci siamo salvati, secondo i dati economici, grazie al patrimonio artistico ed alla buona tavola.

Adesso il problema però non è solo aprire la cantina, ma anche saperla rifornire. Il problema non è solo seminare, ma anche raccogliere e trasformare. Il problema è dare continuità alla tradizione, altrimenti non ci sarà più niente da portare in tavola. Allevare gli animali, coltivare l'orto, pescare, produrre formaggi ed insaccati, cercare tartufi, frantumare olive e pigiare l'uva, conservare la frutta e mettere il miele nei barattoli.

 Con Franco Polidori, presidente Arga Toscana, l'organismo giornalistico che raggruppa gli esperti del settore enogastronomico del territorio, facciamo un rapido viaggio nelle eccellenze gastronomiche toscane. Un viaggio nel gusto, quello che potrebbe voler fare un turista per immergersi nella Toscana che ha sentito tanto raccontare, luoghi e piatti senza voler parlare dei vini della Toscana, la cui produzione e qualità è ormai nota.

Montagne, colline, pianure e mare. Abbiamo tutto. "Nella città della Torre Pendente non si può perdere Ir Tegame, osteria gestita da giovani, ma con uno chef esperto. E' in piazza Cairoli sul Lungarno, chiedere del loro pesce di giornata. Lo fanno e lo presentano nei tegami di rame. Uno spettacolo da non perdere. In provincia si sprofonda nella Val di Cecina: siamo a Montecatini Val di Cecina, la strada corre verso Volterra, a destra un paesino medievale, qui una volta c'erano le miniere e i minatori, adesso sono dismesse, ma sono visitabili in parte ai turisti.

La Taverna del Minatore, il pezzo forte è la zuppa del minatore: tantissime erbe cotte per tre ore, una delizia del palato. Era il piatto dei minatori che si recavano al lavoro in profondità. A Montopoli Valdarno dopo San Miniato e in direzione Pontedera c'è l'Osteria Ristorante 4 Gigli: Fulvia Puccioni e consorte vi guideranno in un fantastico tour gastronomico per tutte le tasche. Da non mancare i dolci presentati su un tavolozza di ceramica bianca a forma di Toscana.

Ripartiamo verso la Val di Cecina dove c'è Castellina Marittima, prospiciente le colline livornesi di Rosignano Marittimo. Se c'è sole, da lassù in collina si vedono chiaramente Rosignano Solvay, Vada e Cecina. L'Osteria Papacqua di Castellina Marittima completa la gita con i suoi speciali taglierini al sugo castellinese e l'ottima carne.Puntiamo su Orbetello, siamo in Maremma. All'ingresso del centro storico c'è l'Osteria Ovosodo, in piazza Cortesini: dal menù, razza in salsa verde, cefalo affumicato della laguna di Orbetello, seppioline in passato di ceci.

Andate anche nella vicina Magliano in Toscana vi sono tante occasioni per gustare le specialità maremmane tra cui l'acquacotta. Risaliamo verso Livorno. Tre appuntamenti: L'Osteria del Mare in borgo Cappuccini di fronte al Porto, splendidi gli antipasti di cozze e il fritto di paranza con polpo e calamaretti. L'Osteria La Raffineria in via Ernesto Rossi vicino a Piazza Magenta all'Origine, piccolo locale ricco di profumi di pesce di qualità. Tappa anche a Lucca però in provincia ovvero a Castelvecchio di Compito in via del Tiglio, strada che fa ritornare verso Pontedera o Altopascio.

Qui c'è La Cicala e la Formica, il pesce c'è: si sente nel gusto, nel palato e nel prezzo.Infine San Miniato e il suo tartufo: fino a dicembre c'era il tartufo bianco ricco e denso di profumo. Ora madre natura trasforma il tartufo e si trasforma in marzuolo, meno denso di profumo, ma altrettanto pregiato e apprezzato. Qui da Papaveri e Paperi lo chef Paolo raggiunge il massimo con le sue elaborazioni".

Da Presa Diretta:"Abbiamo speso solo 2 miliardi di euro in prevenzione di frane e alluvioni negli ultimi dieci anni. Ne abbiamo spesi più di 60 per riparare i danni di quelle frane e di quelle alluvioni. L’enorme divario tra queste due cifre è la causa principale dei 5mila e passa morti che l’Italia piange dal 1950 e degli oltre 4mila casi tra frane e alluvioni. A chi conviene gestire in regime di eterna emergenza la fragilità del nostro territorio? Perché invece non puntare sui tesori che già abbiamo, il bello, la cultura, l’arte, e metterli al centro dell’agenda politica?"Toscana ad impatto Zero. Puntiamo sui tesori che già abbiamo.

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