Coordinato da Nicola Casagli, ordinario di Geologia applicata del Dipartimento di Scienze della Terra, un gruppo di giovani ricercatori, dottorandi e assegnisti di ricerca ha tenuto sotto controllo per due anni ogni singolo movimento del colosso adagiato a pochi metri dall’Isola del Giglio, a seguito del naufragio del 13 gennaio 2012.
Il gruppo di lavoro costituisce un centro di competenza della Protezione Civile ed è stato convocato per assicurare l’incolumità del personale impegnato nelle operazioni di salvataggio. Attraverso un sistema di tecnologie all’avanguardia il team ha rilevato e comunicato in tempo in reale ogni segnale di spostamento o deformazione della nave.
“La nostra esperienza – spiega Casagli - dimostra nell’università pubblica è possibile fare ricerca e sviluppo tecnologico, supportando le istituzioni nella risoluzione di emergenze e problemi molto complessi”.
Il racconto di questa missione scientifica è stato raccolto in un breve documentario dal titolo “Le scienze e la Costa Concordia”.
Il video è online nel sito dell'Università di Firenze. Un trailer del video è su YouTubeLa vicenda del naufragio di Costa Concordia è stata seguita attraverso le televisioni di tutto il mondo ed anche sui Social: tra le pagine nate nell'immediatezza dell'incidente questa che conta 13.500 iscritti ed il cui ultimo post risale al 15 gennaio 2012, a poche ore dal drammatico evento.Esiste anche la pagina "Notizie Ufficiali della tragedia" aggiornata alle ultime fasi dello spostamento. Questa raccolta di informazioni invece si ferma al 31 gennaio 2012. Questo gruppo conta 22 partecipanti e si ferma all'ottobre 2012. Qui arriviamo al settembre 2013.
