Agricoltura di qualità: una scelta per superare la crisi economica

Il 16 novembre si è svolto il Convegno promosso da Banca Valdichiana ad “Agri e Tour” sulle biodiversità della Val di Chiana. Presentato un progetto che consentirà a ragazzi di diciotto-venti anni di fare un’esperienza di lavoro e tutelare la salute

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 novembre 2013 13:33
Agricoltura di qualità: una scelta per superare la crisi economica

Una società cooperativa di transizione scuola-lavoro, che permetterà a ragazzi dai diciotto ai venti anni di fare un’esperienza professionale molto formativa, da poter inserire nel proprio curriculum al momento della ricerca dell’occupazione. E’ questo l’importante progetto che sta per essere realizzato grazie all’impegno di Banca Valdichiana nelle 3A – Agricoltura, Agroalimentare, Ambiente – insieme con i suoi partners - le società BIT e Iccrea Bancaimpresa. Il progetto, che si chiamerà “Fattoria Vegni” e che sarà sviluppato in collaborazione con l’Istituto Tecnico Agrario Vegni de Le Capezzine-Cortona (una scuola che raccoglie i ragazzi interessati a lavorare nel settore, provenienti da tutta la Val di Chiana, aretina e senese, e non solo) è stato presentato il 16 novembre nell’ambito del convegno “La biodiversità della Val di Chiana, obiettivi di crescita e di sviluppo”, promosso da Banca Valdichiana nell’ambito della sua partecipazione ad “Agri e Tour”, Salone dell’agriturismo e dell’agricoltura multifunzionale che si è svolto in questi giorni ad Arezzo. “Siamo molto soddisfatti di questo progetto, – ha detto il Vice Presidente della BCC Carlo Capeglioni nel suo intervento al convegno, – che ci auguriamo aiuti a colmare il gap tra scuola e lavoro, e siamo convinti che sia quella delle 3A una strada fondamentale da percorrere per superare la situazione di crisi economica soprattutto a livello locale.

La nostra Val di Chiana ha da sempre una vocazione alle coltivazioni e all’allevamento di capi d’eccellenza e il settore primario, come mostrano i dati, evidenzia la capacità di tenere rispetto alla crisi, mentre le iscrizioni a scuole e università legate al settore aumentano, indicando anche da parte dei giovani la volontà di compiere una scelta di vita legata a questo ambito. Banca Valdichiana intende star loro vicina offrendo supporto in termini di consulenza e finanziamenti.” Un’agricoltura di qualità del resto, che rispetti e ricerchi le biodiversità legate ad un territorio ricco come la Val di Chiana, è una scelta che può avere effetti positivi sull’economia locale ma anche sulla salute. Lo hanno spiegato molto bene i professori Pierluigi Rossi, specialista in Scienza dell’Alimentazione e docente presso l’Università degli studi di Bologna, e Giovanni Dinelli, docente di Agronomia e Fisiologia delle colture erbacee, presso il Dipartimento di Scienze Agrarie dell’Università degli studi di Bologna, che nei loro interventi al convegno, hanno dimostrato come a fronte di un’industria agroalimentare che negli ultimi 50-60 anni “va forte come una Ferrari” ma che non solo non può essere a lungo sostenibile per la terra e l’ambiente in generale ma sta producendo effetti molto negativi sulla nostra salute, è necessario tornare ad un’agricoltura di qualità e alla riscoperta delle biodiversità locali che rispettino il territorio e contribuiscano ad un tempo alla ripresa dell’economia e alla salute dell’uomo. “Le radici del passato – ha detto il professor Rossi – costituiscono il nostro futuro.” Tante le biodiversità della Val di Chiana che si stanno riscoprendo: da quelle del frumento, come il grano Frassineto o il grano Verna, a quelle dei vitigni diffusi in Val di Chiana fin dal ‘600 a quelle dell’olivo presente dal ‘700, fino alle razze animali come la Chianina.

Recuperare queste radici e avviare aziende in grado di rispettarne le qualità e caratteristiche è una scelta di salute ma anche economica perché sempre più il mercato sta chiedendo qualità contro quantità. “Una Banca che come la nostra porta il nome di un territorio – ha sottolineato Fulvio Benicchi, Direttore di Banca Valdichiana – non poteva che essere attenta a queste nuove tendenze. Il nostro obiettivo e il nostro impegno quotidiano da oltre un secolo è lavorare insieme con le aziende del territorio; più che mai in questa fase terribile in cui è necessario reagire alla crisi economica.

Il progetto 3A vuole offrire alle aziende esistenti e a quelle in corso di lancio tutti gli strumenti che necessitano in termini di consulenza e finanziamenti.” Strumenti ampiamente illustrati nel corso del Convegno dal direttore di BIT Mauro Conti, che ha indicato nei mercati esteri e nell’aggregazione tra imprese oltre che nella ricerca di qualità, sostenibilità e diversità delle produzioni, le strade da percorrere per cercare una via d’uscita dalla crisi. Dopo di lui, il direttore di Iccrea Banca Impresa, Luigi Duranti ha illustrato gli strumenti in termini di finanziamento che il suo istituto offre alle imprese esistenti o in fase di lancio, confermando la volontà del Credito Cooperativo di essere “motrice della ripresa economica”. Al convegno sono inoltre intervenuti per un saluto iniziale il presidente di Coldiretti Arezzo e Toscana, Tulio Marcelli, che ha aperto la mattinata e il sindaco di Monte San Savino, Margherita Scarpellini, che ha ringraziato Banca Valdichiana per la collaborazione anche con le istituzioni e per la sua capacità di essere presente in particolare nei momenti di difficoltà come nel recente alluvione che ha provocato danni alle aziende savinesi. Il convegno si è concluso però con la presentazione da parte del professor Roberto Ales del progetto “Fattoria del Vegni”.

Il professore ha spiegato che i ragazzi che frequentano gli ultimi anni dell’Istituto o che sono neodiplomati verrà messo a disposizione il Fondo rustico Monsigliolo di quasi 25 ettari e ciascuno dei ragazzi avrà la possibilità di lavorare nella cooperativa che verrà costituita per 24 mesi, passando attraverso i diversi ruoli, ovvero l’amministrazione, la coltivazione di vegetali, l’allevamento animali, la trasformazione e distribuzione e l’erogazione di servizi. Si è scelta la forma cooperativa per far sì che i ragazzi facessero un’esperienza non di lavoro dipendente ma autonomo con tutte le conseguenze che ciò implica.

La Fattoria avrà come socio fondatore la scuola e potranno diventare soci tutti i ragazzi e le famiglie degli alunni, oltre a stakeholders privati e pubblici. “Speriamo – ha detto il professor Ales – nell’arco di tre anni di riuscire a sviluppare il progetto in tutte le sue articolazioni compresa l’attivazione di un punto di ristoro in cui sarà possibile non solo degustare i prodotti della Fattoria ma anche coinvolgere i ragazzi dell’Istituto Alberghiero che è l’altra scuola che fa parte del Vegni.”

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