L’epopea etrusca al Museo Archeologico Nazionale

A metà strada fra Arezzo e il Lago Trasimeno, Cortona, ameno sito d’incomparabile bellezza fra boschi e colline, fu l’ideale culla toscana di una civiltà, quella Etrusca, ancora oggi affascinante

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 ottobre 2013 17:24
L’epopea etrusca al Museo Archeologico Nazionale

FIRENZE - A metà strada fra Arezzo e il Lago Trasimeno, Cortona, ameno sito d’incomparabile bellezza fra boschi e colline, fu l’ideale culla toscana di una civiltà, quella Etrusca, ancora oggi affascinante e per molti versi misteriosa. Proprio per valorizzare quell’enorme patrimonio dei secoli passati che si stava lentamente riportando alla luce, qui nacque, in quel lontano 29 dicembre del 1726, l’Accademia Etrusca che ancora oggi si presenta come un'istituzione di rilievo nella promozione degli studi archeologici e storico-artistici, riguardanti soprattutto il territorio cortonese.

Un delicato lavoro cui si aggiunge un altro importante tassello, con la conclusione degli scavi che hanno riportata alla luce la necropoli del Sodo, i cui corredi funerari saranno visibili dall’8 ottobre nella mostra CORTONA. L’alba dei principi etruschi, ospitata nelle sale del Museo Archeologico Nazionale di Firenze. Si tratta di una collaborazione fra istituzioni e territori, l’aretino e il fiorentino, sotto l’egida del Ministero dei Beni Culturali e della Soprintendenza archeologica regionale, per valorizzare gli ultimi ritrovamenti del già ingente patrimonio etrusco cortonese; la mostra fiorentina è la prosecuzione di quella tenutasi a Cortona nel 2012, e giunta nella Città del Fiore per i suoi importanti contenuti: i reperti da una parte, e le nuove tecniche di restauro dall’altra, che sarà possibile apprezzare grazie alla particolare organizzazione dell’allestimento. Curata, fra gli altri, da Giuseppina Carlotta Cianferoni e Pasquino Pallecchi, la mostra è articolata in tre sezioni, la prima delle quali propone esempi di restauri eseguiti nell’antichità su oggetti d’uso quotidiano dell’epoca; proseguendo nella sezione successiva, si possono ammirare calici, fibule, kantharos, gioielli, vasi cinerari, restaurati nel corso del tempo, dall’Ottocento a oggi.

Un modo per confrontare le diverse tecniche del restauro e la loro evoluzione, Infine, l’ultima sezione è a sua volta divisa in due sottosezioni: i 250 oggetti esposti, provenienti dal cosiddetto II Circolo del Sodo, sono presentati in parte nello stesso stato in cui sono stati ritrovati - ovvero ancora stesi su un letto di terra e pietrisco -, e in parte divisi sulla base del materiale che li compone: avorio, ambra, ceramica, eccetera. Popolo misterioso, l’etrusco, le cui incerte origini anatoliche sembrano confutate da un esame effettuato nel febbraio scorso confrontando il DNA mitocondriale dell'attuale popolazione toscana con quello estratto da ossa scoperte in alcune tombe antiche, ha mostrato che gli Etruschi non sono originari dell'Anatolia, come sosteneva Erodoto, ma erano una popolazione autoctona italica, come invece sosteneva Dionigi di Alicarnasso.

Diatriba sulle origini a parte, non può non affascinare, a distanza di secoli, quella poetica solarità che contraddistingueva la loro visione della vita, gaudente e riflessiva quanto basta, che permise loro di fondare un fiorente regno fra Umbria, Toscana e Lazio, prima di soccombere alla straripante potenza militare di Roma. Ma ancora oggi, quasi commuove la solennità dei tumuli funerari, adorni di cipressi e circondati da un silenzio antico di secoli, solenne quanto la Storia. E la bronzea Chimera ancora ci parla della visione etrusca della vicenda umana, sempre in antitesi fra bene e male.

Un’arcaicità la cui grazia ineffabile è eternata nell'accentuazione drammatica della posa e nella sofisticata postura del corpo e delle zampe, tipiche del gusto etrusco della prima metà del IV secolo a.C. La mostra segna anche la conferma della bontà di un percorso di valorizzazione del patrimonio artistico e culturale italiano, in sinergia fra le istituzioni. Il Comune di Cortona si è sempre distinto nel Paese per la politica di promozione e valorizzazione dell’area archeologica etrusca.

I risultati sono evidenti: dal 2004, l’afflusso turistico ha fatto registrare un aumento delle presenze del 29,8%, e un raddoppio della durata del soggiorno, che adesso è di circa quattro giorni. È ovvio che la ricaduta economica che interessa alberghi, ristoranti, e il commercio in genere, è stata positiva, smentendo l’affermazione di quel ministro (!), secondo il quale “con la cultura non si mangia”. Superare quest’approccio qualunquista è possibile, il caso di Cortona lo dimostra assieme a tanti altri in Italia, e l’auspico è che sempre più si verifichi questa sinergia istituzionale nel campo della cultura, e renderla definitivamente il “motore” di una ripresa economica interna che in altri settori appare ardua da innescare. Organizzata dal MiBAC, dalla Soprintendenza regionale, dalla Regione Toscana, l’Accademia Etrusca di Cortona e il MAEC, la mostra CORTONA.

L’alba dei principi etruschi, è visitabile dall’8 ottobre al 31 luglio 2014. Tutte le informazioni su orari e biglietti, al sito: http://www.archeotoscana.beniculturali.it/index.php?it/146/firenze-museo-archeologico-nazionale Niccolò Lucarelli

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