Maltempo: la Toscana si interroga sulla prevenzione delle emergenze

La proposta di legge dalla Regione prevede il riordino e la riduzione dei consorzi di bonifica, l'Unione dei Comuni Montani è contraria: "lasciare la competenza ai sindaci"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
29 novembre 2012 20:36
Maltempo: la Toscana si interroga sulla prevenzione delle emergenze

Continua l'ondata di maltempo che in queste ora sta mettendo a dura prova tutto il territorio toscano. Firenze ha vissuto momenti di paura martedì scorso a causa della piena del Mugnone, tra i primi a intervenire gli uomini della Protezione civile e della Direzione Difesa del Suolo della Provincia di Firenze. Pare che il merito della loro provvidenziale reattività sia stata una specifica esercitazione di addestramento predisposta dal Servizio di Piena della Provincia di Firenze che, un mese prima (il 27 ottobre 2012), aveva simulato, per quanto riguarda il Mugnone, la rottura degli argini all’altezza del barco ferroviario, proprio nello stesso punto in cui la piena del Mugnone ha creato la maggiore criticità nella giornata di martedì 27 novembre.

“Quanto è accaduto nei giorni scorsi – commenta l’assessore provinciale all’Ambiente e Difesa del Suolo, Renzo Crescioli – dimostra che la prevenzione è l’arma migliore per affrontare i temi legati alla sicurezza idraulica. E che la Provincia ha risorse umane e competenze preziose in grado di esercitare funzioni fondamentali per la sicurezza del territorio. Accanto alla manutenzione e alla pulizia dei corsi d’acqua è di estrema importanza il continuo addestramento degli uomini che hanno il compito di fronteggiare le situazioni di crisi.

Non a caso il mese scorso abbiamo allestito una esercitazione che ha coinvolto oltre 100 uomini, con più di 40 mezzi, della protezione civile e del ‘Servizio piena’ della Provincia di Firenze. E in quell’occasione abbiamo testato manovre complesse come la manovra di opere idrauliche, la chiusura dei varchi, l’individuazione di eventuali malfunzionamenti ed il Pronto intervento idraulico. Un addestramento che è tornato estremamente utile quattro settimane dopo ”. Montepulciano - “Il torrente Salarco ha rotto l’argine per la seconda volta, nel giro di dieci giorni.

La cosa positiva è che forti dell’esperienza dell’ultima volta, siamo riusciti a intervenire in tempo utile nella chiusura del passaggio dove l’acqua era fuoriuscita, grazie anche alle indicazioni dei cittadini. La falla è chiusa ma è una misura tampone, ovviamente provvisoria. Il fatto che continui a piovere e sia prevista pioggia anche nelle prossime ore non ci lascia tranquilli”. E’ quanto ha dichiarato il sindaco di Montepulciano (Siena), Andrea Rossi, una delle località colpite dal maltempo in questi giorni. Con lui nelle zone più a rischio anche Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana, che nel corso di tutte le allerte meteo ha seguito da vicino l’evolversi della situazione.

“Ho voluto recarmi di persona ancora una volta, così come due settimane fa, in alcune delle località colpite da fenomeni alluvionali in Toscana – ha sottolineato Giurlani -. Spero davvero che gli stanziamenti annunciati oggi dal presidente Rossi possano aiutare tutte le zone danneggiate a risollevarsi prima possibile”. Tra le zone più fragili e più colpite ancora una volta sono state le province di Grosseto e Massa Carrara, già piegate dall'ondata di maltempo di qualche settimana fa.

La situazione è in queste ore in via di miglioramento seppure l'allerta meteo è stata prorogata fino alla mezzanotte di domani. Volontari e vigili del fuoco ed operai sono tutti al lavoro anche se rimangono ancora cantine e seminterrati allagati. Sorvegliati speciali continuano ad essere i fiumi del grossetano. Tra Massa e Carrara sono un' ottantina le persone evacuate, che siaggiungono alle 37 ancora in albergo per l'alluvione di dieci giorni fa. Si interviene per alzare provvisoriamente l'argine, dopo la rottura del Carrione.

Si continua a marciare a senso unico alternato sull'Aurelia, ma sono percorribili tutte le strade provinciale, con l'eccezione della 445. Sorniano può beneficiare di un collegamento provvisorio istituito attraverso il Parco della Padula, mentre Fontia è ancora isolata. A Grosseto attorno alle tre del pomeriggio l'Albegna ha leggermente tracimato a valle della Marsiliana per un argine che si era rotto un paio di settimane fa poi ripristinato. Ma ad allargarsi sono stati solo campi. Poi la situazione è migliorata e i livelli dei fiumi sono ora tutti in calo.Attorno alle sei il torrente Sovata segnava 2,63 metri, l'Albegna aveva raggiungo i 5,58 metri alle 16.30 e l'Ombrone i 5 metri all'idrometro del Berrettino, in calo anche questo dalla mattina.. Tutti i corsi d'acqua sono rientrati entro i livelli di guardia anche a Firenze e sono attualmente in ulteriore diminuzione.

Pertanto il servizio di piena è stato chiuso. A Incisa è stata riaperta via Castellana, a Reggello la strada comunale di Pian di Stegna. A Rignano rimane invece chiuso il ponte di via di Risano e a Figline, per una frana, la via dell'argine dell'Arno. Ad Arezzo, nel comune Terranuova Bracciolini, per una frana a Poggio Orlandi si accede alle vicine case solo a piedi. A Siena, dove è continuato a piovere per tutto il giorno, più numerose e diffuse sono state le frane e gli smottamenti.

Le zone più interessate continuano ad essere la Valdichiama e l'Amiata. E' chiusa la Sp 18 tra Gallina e Pienza per il crollo del ponte dopo il cedimento di una pila. Questo ha provocato anche danni alal condotta di acqua potabile, con una trentina di famiglia tra Spedaletto, Poggio Tobruk e La Bianca rifornite con autobotti. Migliora la situazione anche a Pistoia, dove sono state riaperte e liberate dalle frane diverse strade e dove i vigili del fuoco hanno proceduto alla messa in sicurezza dell'area del campanile di Massa e Cozzile, crollato per un fulmine, con quattro famiglie ancora evacuate ed ospitate da familiari I sindacati di CGIL CISL UIL TOSCANA hanno deciso di scrivere al Presidente Monti per sollecitare l'intervento del Governo a favore delle famiglie colpite dall'alluvione.

"In particolar modo - si legge nella missiva- la zona sud del Grossetano ha subito ingenti danni: il centro abitato di Albinia, nel comune di Orbetello vede la propria popolazione vivere in accampamenti, con l’esigenza di beni primari e con le case ad oggi inagibili. Non da meno sono le varie frazioni dei comuni di Capalbio e di Manciano, tanto più che la Maremma è storicamente una zona sottoposta ad un elevato dissesto idrogeologico. Nella stessa condizione vi è la provincia di Massa Carrara, già devastata dall’alluvione dell’ anno scorso in Lunigiana, con danni diffusi ad aziende e famiglie".

Secondo i sindacati, che pure riconoscono l'impegno delle Istituzioni, quanto fatto non è stato sufficiente. "In queste ore migliaia di cittadini e lavoratori, vivono in condizioni precarie, privati di quanto costruito negli anni e tuttavia pronti a rimettersi in piedi, con la speranza di poter ripristinare quanto prima abitazioni e posti di lavoro spazzati via dalla furia dall’alluvione del 12 novembre. Come Organizzazioni Sindacali, come rappresentanti dei lavoratori e come cittadini sentiamo il dovere di richiamare la Sua attenzione per chiedere ed ottenere interventi di natura economica, che vadano a compensare quelli fino adesso accordati attraverso l’intervento dell’Amministrazione Pubblica Regionale, che consideriamo sì indispensabili, ma purtroppo insufficienti". Com'è tristemente noto i settori più duramente colpiti sono il comparto industriale e quello agro-alimentare.

"Ci permettiamo - conclude la missiva- di sollecitare il Governo da Lei rappresentato ad intervenire oltre che a favore delle famiglie, a favore dei suddetti comparti in maniera mirata, condizione indispensabile a scongiurare una definitiva perdita di migliaia di posti di lavoro". Nel contempo la Regione Toscana sta valutando una riforma radicale per il sistema dei consorzi di bonifica in Toscana. Una proposta di legge è stata di recente avanzata al Consiglio dalla Giunta regionale e proprio su di essa, nel pomeriggio, le commissioni consiliari Agricoltura e Territorio, competenti in materia, hanno svolto nell’Auditorium di Palazzo Panciatichi un seminario, cui ha partecipato anche l’assessore all’Ambiente, Anna Rita Bramerini, per fare il punto sulla proposta ed ascoltare i soggetti e gli enti interessati alla riforma. La proposta di legge, nella sostanza, prevede il riordino e la riduzione sostanziale dei soggetti preposti all’attività di bonifica, cioè dei consorzi, in coerenza con i principi dell’intesa fra Stato e Regioni. “La riforma - ha spiegato Vincenzo Ceccarelli, Pd - suddivide il territorio in soli sei comprensori contro gli attuali 41 e razionalizza i gestori, tredici consorzi di bonifica, tredici unioni di Comuni ed otto consorzi interregionali”. La riorganizzazione intende garantire l’uniformità delle attività dei consorzi in tutto il territorio.

Si intende mantenere il tributo di bonifica, benché rivedendone alcuni parametri, dal momento che è l’unico introito finalizzato alla manutenzione del reticolo idraulico. La riforma, tuttavia, vuole rendere trasparente il contributo versato da ogni consorziato e per questo sarà la Giunta regionale a dare indicazioni su come redigere i piani di classifica, i quali determineranno le necessità di manutenzione e gestione di un corso d’acqua e le modalità di ripartizione dei costi fra i privati.

Fra gli scopi della legge, inoltre, ci sono il far sì che su ogni territorio vi sia una corrispondenza fra tributo ed interventi in opere di manutenzione nonché la semplificazione e la sburocratizzazione dell’attività amministrativa e la riduzione degli organi politici con le relative spese di mantenimento. In più la riforma attribuisce le funzioni di indirizzo e di controllo alla Regione, cui va anche l’approvazione del piano di bonifica con il concorso delle Province e dei Comuni. L’assessore regionale Bramerini ha spiegato: “La razionalizzazione che proponiamo si rende necessaria in un’ottica di risparmio e alla luce dell’attuale frammentazione ed eterogeneità negli enti gestori”.

E ancora: “Le Regioni non possono abolire i consorzi di bonifica, che sono previsti dalla normativa statale, ma possono disciplinare il loro funzionamento e le loro attività nei limiti della normativa nazionale garantendo e salvaguardando il patrimonio di conoscenze che tali enti hanno accumulato negli anni con particolare riferimento alla gestione del territorio montano”. “Mi pare incredibile che si possa anche solo ipotizzare di togliere la funzione di bonifica alla montagna, che fino ad ora è stata esercitata con grande impegno e lungimiranza dalle Comunità Montane e che adesso spetterebbe alle Unioni dei Comuni”.

Così ha detto Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana, che ha aggiunto: “Tutto questo sembra una follia, soprattutto in un momento critico e delicato come questo, a causa dei tagli governativi che vanno già a ricadere con pesanti ripercussioni negative sui servizi locali essenziali. A riprova di quanto detto, invito tutti a venire a vedere di persona e a verificare con mano l’ottimo lavoro e tutte le azioni di difesa del suolo intraprese dalle Comunità Montane e dalle Unioni dei Comuni sul proprio territorio di competenza”.

“Per questo – ha concluso Giurlani - come Uncem chiediamo e ribadiamo con forza la necessità che sull’esercizio della funzione di bonifica venga lasciata ai Sindaci facoltà di scelta decisionale e che le Unioni dei Comuni Montani continuino ad avere un ruolo centrale in materia di difesa del suolo, in modo da poter attuare politiche territoriali mirate, ottimizzando costi e risultati sulla sicurezza dei territori”. "Una riforma del settore era assolutamente necessaria e siamo favorevoli a una razionalizzazione dell’universo della bonifica, imposta dalla fase storica che stiamo vivendo, fatta di ristrettezze, tagli e spending review – ha detto il presidente Urbat, Fortunato Angelini -.

Ci sono però, a nostro parere, delle lacune, ben illustrate oggi dal direttore Martuccelli e che indicheremo con precisione nelle nostre osservazioni, nei tempi stabiliti. Ribadiamo la nostra fattiva collaborazione con le Unioni dei Comuni e con i sindaci per la sicurezza idraulica del territorio e per ridurre il rischio". La riforma prevede che la manutenzione dei corsi d’acqua della Toscana sia interamente affidata dalla Regione ai Consorzi di Bonifica, che al momento da 13 diventano 6.

Anche su questo punto Urbat presenterà alcune osservazioni. Al momento, in pratica da 26 enti operanti nel settore (fra Consorzi, ex Comunità Montane e Unioni dei Comuni) si passerà ad affidare tutto il territorio regionale ai soli Consorzi di Bonifica.

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