Asl 1, 55 milioni il deficit, voragine lievitata a quasi 402 milioni di euro

Mugnai e Ferri (Pdl): «I numeri sconfessano Rossi. Crac generato da un’errata impostazione strutturale della spesa»

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 luglio 2012 11:02
Asl 1, 55 milioni il deficit, voragine lievitata a quasi 402 milioni di euro

Cinquantacinque milioni e 776.863 euro: eccolo qui, certificato dalla relazione del collegio dei sindaci revisori del 20 giugno scorso, il deficit con cui la Asl 1 di Massa Carrara, protagonista di un crac su cui è ancora al lavoro la magistratura, chiude il suo bilancio 2011. Senza previsione sulle modalità di copertura, per di più. Il trend fa spavento: il rosso ha subito un incremento del 98% rispetto al 2010, quando era di poco superiore ai 27 milioni e mezzo. E pensare che nel bilancio di previsione per il 2011 si parlava di una perdita prevista di ‘appena’ 36 milioni. A darne notizia, relazione sindacale alla mano, sono i Consiglieri regionali del Pdl Stefano Mugnai (Vicepresidente Commissione Sanità) e Jacopo Ferri (che ha presieduto la Commissione d’inchiesta che il Consiglio regionale aveva attivato sulla vicenda Asl 1): «Tutto questo – affermano – sconfessa una volta di più l’impostazione con cui il governatore toscano Enrico Rossi ha sempre cercato di derubricare la vicenda della voragine nei conti della Asl di Massa come un semplice fatto di ruberia messa in atto da un singolo.

I numeri dimostrano l’esatto contrario, ovvero che quel crac fu generato da un’errata impostazione strutturale della spesa sanitaria in quell’area. E’ quanto noi abbiamo sempre sostenuto, ed è quanto testimoniano anche le cifre del bilancio 2011 che raccontano di una macchina burocratica lanciata a mille e che ora, malgrado tutti i tagli che penalizzano il servizio ai cittadini, non si riesce a rallentare efficacemente. E’ una slot-machine fuori controllo. Altro che ruberie di un singolo, che comunque Rossi avrebbe sempre scelto, cosa che già da sé gli conferirebbe una responsabilità politica.

Ma qui c’è ben altro: soprattutto nell’incremento vertiginoso del buco rispetto alla chiusura dello scorso anno c’è la prova del nove di un sistema creato per assorbire risorse e produrre non tanto il servizio sociosanitario, quanto il consenso politico per un Pd in grado di dare lavoro e incarichi, poltrone e strapuntini». Va da sé che il buco complessivo si allarga ancora. Scrivono i sindaci revisori nella pagina conclusiva analizzando il patrimonio netto: «Le perdite pregresse ancora da ripianare al 31/12/2011 ammontano a complessive 346.114.789 euro».

Più lo sbilancio attuale, ed ecco il risultato: 401.891.652 euro che spingono il collegio dei revisori a invitare «la direzione a intraprendere senza alcun indugio tutte le possibili iniziative affinché la Regione provveda alla copertura delle perdite e soprattutto alla liquidazione di quanto dovuto (pari a euro 401.891.652 comprensivo anche della perdita 2011), vista la critica situazione finanziaria in cui versa l’Azienda, senza considerare gli effetti che ciò produce non soltanto in termini economici di bilancio ma anche nei confronti della collettività e di chi opera costantemente con l’Azienda stessa».

Su come si intenda provvedere a sanare lo sbilancio 2011, poi, non v’è certezza alcuna: «Per la perdita dell’esercizio 2011 pari a 55.776.863 euro – si legge infatti ancora nella relazione – il direttore generale non ha indicato le modalità di copertura, così come previsto dalla recente normativa regionale». Tra tutti i dati sconfortanti, spicca sicuramente quello sul debito ai fornitori: 210.766.941 euro in tutto, con pagamenti ancora fermi al giugno 2009. «La situazione è gravissima – commentano gli esponenti del Pdl – e mette in ginocchio un segmento importante dell’economia del territorio sia quanto a tenuta delle imprese, sia quanto a livelli occupazionali».

E quindi? «E quindi una volta di più torniamo a chiedere una chiarezza che Rossi si è sempre rifiutato di fare – attaccano Mugnai e Ferri – riparandosi dietro al dito dell’aver portato lui in procura gli atti di uno scandalo economico-finanziario sviluppatosi sotto i suoi stessi occhi nel corso dei dieci anni in cui l’assessore alla sanità era proprio Rossi stesso. Soprattutto, vogliamo che a pagare per quanto accaduto non siano solo i cittadini sulla loro pelle in termini di servizi e le imprese fornitrici in termini di debiti, con sacrifici che per altro non producono effetti contabili, ma chi ha avuto ed ha le responsabilità politiche e gestionali di aver generato un apparato così mostruoso.

O Rossi intenderebbe tentare di farci credere che anche questo fallimento dipende dalla spending review?».

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