Banti, l’ex sanatorio diventerà centro sperimentale

Interventi socio-assistenziali innovativi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 giugno 2012 13:33
Banti, l’ex sanatorio diventerà centro sperimentale

FIRENZE – L’ex-sanatorio Guido Banti, a Pratolino, nel comune di Vaglia, diventerà un centro sperimentale di interventi socio-sanitari innovativi. Il percorso è stato avviato stamani, con la firma di un protocollo d’intesa tra Regione, Comune di Vaglia, Società della Salute Fiorentina zona nord-ovest e azienda sanitaria 10 di Firenze. A siglarlo, in Palazzo Strozzi Sacrati, sono stati l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni, il sindaco di Vaglia Fabio Pieri, la presidente della SdS Firenze nord-ovest Caterina Conti, e il direttore sanitario, facente funzione di direttore generale, della Asl 10 Pierluigi Tosi. In base al protocollo, il complesso ospedaliero Guido Banti, nato nel 1940 come sanatorio, dismesso alla fine degli anni ’80 e ora in avanzato stato di degrado, verrà recuperato e riqualificato.

Per essere poi destinato ad accogliere un centro sperimentale di servizi socio-sanitari innovativi: una piastra sanitaria sociale, alloggi sanitari assistiti, residenza sanitaria assistenziale, e un’area per attività di ricerca e formazione. Questa destinazione richiederà una variante urbanistica, che il Comune di Vaglia si è impegnato ad apportare. Proprietaria dell’immobile – 12.000 metri quadri più 5 ettari di terreno – è la Asl 10 di Firenze. Dopo la dismissione, nel Piano urbanistico del Comune di Vaglia il complesso risulta destinato a “impianti e attrezzature di interesse generale”.

Negli ultimi anni, la Asl ha indetto per due volte una gara pubblica finalizzata all’alienazione dell’immobile, gara andata in entrambi i casi deserta. Da qui la decisione di una variante urbanistica, che ripristini l’originaria destinazione socio-sanitaria. “Come Regione valutiamo molto positivamente questa opportunità – ha detto l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni – Condividiamo le finalità di questo progetto, peraltro pienamente condiviso anche dalla Asl 10 e dalla Sds Firenze nord-ovest, e lo riteniamo coerente con la nostra programmazione.

Per quanto di nostra competenza, ci impegnamo ad attivare tutte le procedure necessarie per il recupero del Banti”. “Questa è un’operazione molto importante – è la dichiarazione del sindaco di Vaglia Fabio Pieri – Dopo un lungo periodo di abbandono, abbiamo l’opportunità di recuperare un immobile di pregio, e di restituire al Banti la sua originaria destinazione socio-sanitaria. E anche di rilanciare l’occupazione nella zona: nella nuova struttura potranno lavorare decine di persone”. Nel protocollo, tutti i firmatari si impegnano ciascuno a fare quanto di propria competenza per accelerare il recupero e la valorizzazione del complesso.

Il primo passo spetta al Comune di Vaglia, che si impegna a gestire le procedure di variante urbanistica per ampliare la destinazione dell’ex-sanatorio. Dopo il completamento di questa procedura, la Asl rimetterà all’asta l’immobile. "Per l'ex ospedale Banti di Vaglia oggi rischiamo di scrivere un altro capitolo del libro dei sogni". Così il consigliere regionale e segretario provinciale dell'Udc Firenze Marco Carraresi in merito al protocollo firmato questa mattina tra Regione Toscana, Comune di Vaglia, Asl 10 Firenze e Società della salute Nord Ovest per trasformare l'ex sanatorio in un centro sperimentale di interventi socio-sanitari.

"La verità - insiste Carraresi - è che dopo 10 anni persi in progetti faraonici e irrealizzabili (nel 2001 l'attuale governatore Enrico Rossi voleva farne una scuola di management sanitario dopo una serie di discutibili triangolazioni con l'Inail che avrebbe comprato l'immobile per poi affittarlo alla stessa Regione), si continua a immaginare un destino che potrebbe solo allungare l'agonia di un bene di grande valore storico, che rischia sempre più di degradarsi irreparabilmente". Secondo il consigliere regionale dell'Udc, "la colpa di questo status quo è principalmente del Comune di Vaglia che in tutti questi anni si è sempre ostinatamente opposto a ogni ipotesi di valorizzazione.

Cosa che avrebbe consentito una collocazione sul mercato dello stabile, con i conseguenti benefici economici. I proventi della vendita, infatti, avrebbero permesso nuovi investimenti e più servizi socio-sanitari per i fiorentini". "Purtroppo così non è stato e anche questa volta dubitiamo fortemente che la semplice aggiunta di un'ulteriore destinazione d'uso - conclude Marco Carraresi - possa portare alla rapida conclusionedi un percorso che in tutti questi anni è stato fin troppo tortuoso a causa delle lungaggini e dell'ambiguità dei soggetti pubblici coinvolti"

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