Cingari: un'ideologia per il ceto dirigente dell'Italia Unita

Lunedì 14 maggio la presentazione libraria a Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 maggio 2012 22:04
Cingari: un'ideologia per il ceto dirigente dell'Italia Unita

La presentazione del volume di Salvatore Cingari Un’ideologia per il ceto dirigente dell’Italia Unita. Pensiero e politica al Liceo Dante di Firenze (1853-1945) (Leo S. Olschki Editore) avrà luogo lunedì 14 maggio 2012, alle ore 16.45, al Consiglio Regionale, presso la Sala delle Feste, in Via Cavour 18. Saluti di Daniela Lastri, Consigliera Regionale. Introduce e modera Sergio Caruso, Università di Firenze. Intervengono: Paolo Bagnoli, Università di Siena; Pier Luigi Ballini, Università di Firenze; Carmen Betti, Università di Firenze.

Sarà presente l’autore. Presidi, insegnanti e provveditori sono parte integrante della borghesia umanistica entrata in crisi a partire dagli anni Novanta dell’Ottocento. Il liceo classico è anche per questo un luogo molto indicato per studiare il rapporto fra l’Italia e la politica. Il Dante di Firenze, in particolare, costituisce un osservatorio privilegiato, non solo per il suo importante rilievo nazionale, mantenuto fino alla prima metà del Novecento, ma anche perché la sua vicenda si svolge in una città che, almeno sino all’inizio del secolo scorso, è sentita come la capitale culturale della Salvatore Cingari (1966) è professore associato di Storia delle dottrine politiche all’Università per Stranieri di Perugia ed è stato visiting professor all’Università del Cairo.

Nel 2001 ha vinto il premio nazionale Basilicata con la monografia Il giovane Croce. Una biografia etico-politica (Rubbettino), primo volume di una trilogia proseguita con Alle origini del pensiero «civile» di Benedetto Croce (Editoriale scientifica, 2002) e Benedetto Croce e la crisi della civiltà europea (Rubbettino, 2003). Ha scritto inoltre su Ernesto Balducci, D’Annunzio, Labriola Gramsci, Capitini e su vari temi relativi alla cultura postunitaria. Attento ai problemi politico-sociali contemporanei, si è anche occupato dell’identità civile degli italiani nell’epoca della globalizzazione e della Costituzione europea. Dal Granducato alla Grande Guerra, all’avvento del fascismo, alle leggi razziste, alla Liberazione: basato su un’imponente mole di documenti inediti o poco conosciuti, il lavoro si propone di fare una storia delle idee politiche dei quadri intellettuali intermedi, cercando risposte ai grandi quesiti della storia nazionale: il Risorgimento fu una rivoluzione? Quanto fu «liberale» il moderatismo italiano? C’è continuità, o rottura fra Italia liberale e fascismo? Quale fu il consenso della cultura al regime? Furono autoctone le radici della deriva razzista?

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