Trasporto pubblico: Per Fit-Cisl, Ataf e Regione sono su binari opposti

"Una risorsa che rischia fortemente di finire in mani straniere, senza nessuna garanzia e solo per motivi economici"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 aprile 2012 12:23
Trasporto pubblico: Per Fit-Cisl, Ataf e Regione sono su binari opposti

La Segreteria Aziendale FIT-CISL Ataf esprime, "con forte preoccupazione, tutto il suo profondo dissenso a questo modo di gestire la crisi economica da parte degli Enti locali, in particolare nel settore di nostra competenza, cioè il TPL". "Ci pare alquanto “curioso” - scrive in una nota la FIT- Cisl - e spiazzante il diverso modo di porsi, di fronte agli attuali problemi, tra la Regione Toscana e la proprietà di Ataf. Ben venga la clausola sociale, da parte della Regione Toscana, nel bando per l’affidamento del TPL.

Però non si può preparare un bando con risorse ampiamente insufficienti con lo spettro di nuovi tagli ai chilometri, dopo quelli già subiti dai cittadini. Il TPL, per il suo ruolo strategico, è alla base di un programma di ripresa economica, anche per favorire la mobilità a basso costo delle persone, in tempi così duri per i bilanci familiari. Dall’altre parte Ataf ha annunciato, dopo aver frantumato sia i rapporti con le OO.SS., sia parte dell’azienda, di non voler inserire nessuna clausola sociale nel bando di cessione della società Ataf Gestioni Srl.

Ci chiediamo: ma Ataf non partecipa alla gara regionale? Ma la parte politica non è la stessa? Ma i lavoratori non sono ugualmente importanti per la Regione e per Ataf? La proprietà di Ataf doveva considerare l’azienda una risorsa della città e dimostrare maggiore attenzione sia alla mobilità cittadina, sia al futuro dei lavoratori che hanno 1300 famiglie alle spalle. Ora questa risorsa rischia fortemente di finire in mani straniere, senza nessuna garanzia e solo per motivi economici.

Questo è molto grave" Per la Segreteria Aziendale FIT-CISL Ataf "finché non si avrà il coraggio di investire sul lavoro, invece di tagliare e di vendere, non ci sarà nessuna ripresa economica! Aumentare le tasse e diminuire i servizi serve solo ad aumentare la crisi, così come cedere le aziende del territorio. Il lavoro è alla base del futuro di tutti noi"

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