Sant’Anna di Stazzema, per non dimenticare

L’estate del ’44 è la stagione delle stragi nazifasciste in Toscana. Le stragi furono più di 280, i comuni interessati 83, i morti tra i civili furono circa 4.500 a cui devono essere aggiunte diverse migliaia di morti tra i partigiani e i soldati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 agosto 2011 15:40
Sant’Anna di Stazzema, per non dimenticare

Firenze - “Onorare la memoria dei caduti della strage di Sant’Anna di Stazzema nell’anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia sottolinea la convinzione che la memoria del passato è indispensabile per costruire il futuro; le istituzioni repubblicane, tutte, non possono permettersi vuoti di memoria, al contrario devono esercitarla, rafforzare le radici della nostra storia”. Così ha parlato nel suo intervento l’assessore regionale alla cultura Cristina Scaletti, a Sant’Anna con il gonfalone in rappresentanza della Regione , ma anche di tutti i toscani, in occasione dell’annuale cerimonia commemorativa svoltasi stamani. L’estate del ’44 è la stagione delle stragi nazifasciste in Toscana.

Le stragi furono più di 280, i comuni interessati 83, i morti tra i civili furono circa 4.500 a cui devono essere aggiunte diverse migliaia di morti tra i partigiani, soldati senza uniforme, che combatterono per ideali di libertà e di progresso dei popoli aggrediti dal nazifascismo. “Con la partecipazione attiva alle stragi dell’estate 1944, i fascisti scrissero un’altra pagina orribile della loro collaborazione con l’occupante nazista. Oggi – ha detto Scaletti – arrivano dopo quelle della storia anche le sentenze della Magistratura a mettere ordine, attribuendo le giuste responsabilità”. “Oggi siamo davanti a questa comunità che porta i segni indelebili di quel 12 agosto di 67 anni fa – ha proseguito l’assessore – , quando alle prime luci dell’alba le colonne di SS con il supporto di fascisit locali circondarono la vallata, divenuta terra di rifugio per centinaia di persone sfollate da tutta la Versilia e dalla costa toscana e ligure; una popolazione inerme, su cui si scatenò una ferocia che è difficile pensare possa appartenere ad esseri umani, ma di cui putroppo la storia porta ancora ferite che non si rimarginano”. Fin dagli anni settanta la Regione Toscana ha sostenuto, con leggi regionali e con contributi finanziari, la memoria dei martiri di Stazzema, città decorata con la Medaglia dell’Oro al Valor Militare per la Guerra di LiberazionE.

“Un sostegno – ha concluso l’assessore Scaletti – che oggi può vantare il risultato della costituzione, da parte del Comune di Stazzema, della Provincia di Lucca e della Regione Toscana della Fondazione Parco Nazionale della Pace di Sant’Anna di Stazzema”. “Siamo a Sant’Anna di Stazzema per non dimenticare, per commemorare le vittime di quella che è stata una delle più grandi tragedie della guerra e della lotta di liberazione - ha commentato l'on. Fabio Evangelisti - .Qui sono morte cinquecento persone, donne, bambini, anziani, uomini, gente che si era rifugiata quassù per sfuggire agli orrori della guerra e che invece sono state massacrate dalle truppe di Reder”. “Torniamo a Sant’Anna di Stazzema – ha aggiunto Evangelisti - per commemorare, per non dimenticare, per impedire che certi episodi non abbiano più a verificarsi, anche se quello che succede nel mondo, le tante guerre in Afghanistan, in Libia e in Siria ci dicono che il pericolo è sempre dietro l’angolo, e per evitare che si possano ripetere tragedie come quelle di Utoya, nate proprio all’insegna di questa insana ideologia del nazismo”. “La memoria della strage di Sant’Anna di Stazzema - ricorda l’Assessore Di Fede - desta ancora oggi un profondo senso di sgomento”.

“Ieri eravamo in piazza a Firenze a festeggiare la liberazione della città dal nazifascismo e pensare che nel ’44, mentre i fiorentini festeggiavano la sconfitta dei loro oppressori, sugli Appennini avveniva un eccidio tra i più violenti di tutti i tempi”. “Quella di Sant’Anna fu una delle pagine più orribili della barbarie nazifascista – ha concluso di Fede - , che non soltanto cercò di distruggere la democrazia, l’uguaglianza, la tolleranza, ma arrivò a far compiere inimmaginabili oltraggi dell’uomo contro l’uomo, compiendo vere e proprie stragi di persone innocenti.

Non dobbiamo mai abbandonare il ricordo, la memoria di questo terribile episodio, per non perdere mai la consapevolezza delle aberrazioni a cui può condurre la guerra, ed alimentare specialmente nei nostri ragazzi il valore della pace e del rispetto”.

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