Firenze card, oltre 3500 vendute in due mesi

La giunta ha avviato le procedure per estendere l’offerta museale. La previsione è di superare le 20.000 nell’anno per un fatturato di oltre un milione di euro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 maggio 2011 20:11
Firenze card, oltre 3500 vendute in due mesi

Firenze - A due mesi dall’attivazione, il 25 marzo scorso, sono state vendute 3538 Firenze card, la speciale card che consente di visitare fino a 33 musei cittadini, tra cui Palazzo Vecchio, Uffizi, Galleria dell’Accademia, e di viaggiare gratuitamente sui trasporti pubblici fiorentini per 72 ore al prezzo di 50 euro. La previsione è di superare le 20.000 nell’anno per un fatturato di oltre un milione di euro. Ieri dalla giunta è stata formalmente avviata la procedura per l’estensione ad altre realtà museali, con l’obiettivo di coprire la quasi totalità dell’offerta sul territorio fiorentino. In media vengono vendute circa 60 card al giorno.

Di queste, circa un quarto sono vendute on line a cittadini di tutto il mondo, principalmente Stati Uniti, Francia, Spagna, Inghilterra e Germania. Le vendite dirette avvengono per un altro 25% alla biglietteria di Palazzo Vecchio, a quella degli Uffizi (10%) e all’Apt di via Cavour (11%). In totale, le card vendute hanno consentito 20.500 ingressi nei musei cittadini. E se ad essere più gettonati sono i musei più ‘grandi’ (oltre 2700 visite agli Uffizi, 2600 a Pitti, 2500 all’Accademia, 2400 a Palazzo Vecchio), la card evidenzia un particolare profilo di turista che non segue soltanto i circuiti tradizionali ma è interessato anche a ulteriori realtà cosiddette ‘minori’ (dalla Cappella Brancacci all’Opificio delle Pietre dure, dal museo di Palazzo Davanzati alla Fondazione Romano in Santo Spirito), mostrandosi un valido traino per una migliore distribuzione del pubblico.

Da segnalare, inoltre, che non si sono verificati problemi tecnici e non ci sono state lamentale o reclami. “La Firenze card è un successo - ha dichiarato l’assessore alla cultura Giuliano da Empoli - e si dimostra sempre più come un’offerta di qualità per migliorare la fruizione della cultura in città. Invitiamo adesso ad aderire altri musei, dal Duomo a Santa Croce, dai musei universitari a Casa Buonarroti al museo Horne, tanto per fare qualche esempio”.

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