Scaramuccia: “Mettiamo al centro la salute”

Riportare al centro del sistema la salute dei cittadini. É stato questo il motivo conduttore dell’intervento dell’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia alla seconda giornata del seminario ‘Individui, Persone, Comunità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 maggio 2011 17:50
Scaramuccia: “Mettiamo al centro la salute”

Firenze – Riportare al centro del sistema la salute dei cittadini. É stato questo il motivo conduttore dell’intervento dell’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia alla seconda giornata del seminario ‘Individui, Persone, Comunità: quale Welfare nel tempo della crisi?’. L’appuntamento, che si è tenuto al Convento San Cerbone a San Giuliano Terme, è organizzato dalla Fondazione Casa Cardinale Maffi Onlus. “La preoccupazione principale per chi, come noi, opera per far funzionare al meglio il sistema sanitario – ha sottolineato l’assessore Scaramuccia – non è di natura economica, ma riguarda la salute dei cittadini, il benessere della comunità e la possibilità di garantire a tutti l’esercizio del diritto universale alla salute.

La crisi attuale ha creato importanti difficoltà al sistema sanitario italiano che, fino a pochi mesi fa, poteva contare su una crescita continua delle risorse stanziate, che aumentavano di pari passo al numero di prestazioni erogate. Oggi – ha proseguito – ci troviamo a gestire una fase di cambiamento nella quale porre l’attenzione soltanto sulle razionalizzazioni, non solo è riduttivo e di breve periodo, ma rischia di indebolire il diritto alla salute che negli anni abbiamo costruito. In questo momento ciò che serve sono il coraggio e la volontà condivisa di trovare nuovi modi per raggiungere il nostro unico obiettivo, erogare salute”. Questo, secondo l’assessore, significa “rimettere al centro il paziente, la persona e riscoprire, al di là della prestazione, il valore intrinseco del bene salute, per l’individuo e per la comunità.

Erogare salute vuol dire rimettersi in discussione. Avere il coraggio di trovare nuovi modi di fare il proprio mestiere, alla luce di un mondo che cambia. Ma soprattutto significa recuperare il concetto di fiducia: tra paziente e professionista, e tra quest i e le istituzioni. La fiducia che ciascuno di noi, con il proprio ruolo, operi nell’interesse dei cittadini, per tutelare e incrementare il patrimonio di salute del singolo e dell’intera comunità. Il coraggio di cambiare – ha concluso – di affrontare le difficoltà come opportunità di crescita si trova solo se si è consapevoli di far parte di un sistema, che per funzionare al meglio ha bisogno del contributo di tutti, perché ognuno può aggiungere un tassello fondamentale alla crescita del ‘valore salute’”.

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