Cgil, circa 20 mila in Santa croce per dire ''Basta''. Traffico in tilt

Traffico in tilt per le strade cittadine e migliaia in corteo tra piazza Indipendenza e piazza Santa Croce, aggregati alle bandiere rosse anche i manifestanti della società civile, i simpattizzanti e quanti hanno sposato la protesta.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 maggio 2011 14:55
Cgil, circa 20 mila in Santa croce per dire ''Basta''. Traffico in tilt

Da Massa a Grosseto, da Lucca ad Arezzo, passando per Livorno, Pisa Prato, Pistoia, Siena e Firenze, ovunque grande partecipazione alle manifestazioni indette nell'ambito dello sciopero generale della Cgil. Grande, molto grande quella di Firenze che partita da Piazza Indipendenza si è conclusa in piazza Santa Croce dove la scritta 'umana', ''BASTA!'' ha accolto il corteo, lunghissimo, è continuato ad entrare anche durante il comizio conclusivo del segretario generale della Camera del Lavoro Mauro Fuso.

La scritta è stata riprodotta in 8 delle dieci piazze sedi di manifestazione. Già di prima mattina Alessio Gramolati segretario generale della Cgil Toscana, dichiarava: "se al governo nono basta gridare per farsi sentire, vuol dire che glielo scriveremo". In piazza non solo lavoratori, pensionati e studenti, precari,- hanno aperto i cortei - anche rappresentati politici e delle istituzioni con tanto di fascia tricolore al collo. Dal palco in Santa Croce ha preso la parola Alessandro Cosimi sindaco di Livorno che ha parlato nella sua qualità di Presidente di Anci Toscana.

In piazza insieme a lui, sempre a Firenze, il segretario del Pd Toscano Andrea Manciulli e la presidente nazionale Rosy Bindi. Piazze piene dunque, ma anche fabbriche, scuole ed uffici vuoti. Alta l'adesione anche nella scuola, settore solitamente restio ad incrociare le braccia, 31.08% la percentuale di adesione, ai livelli degli scioperi unitari meglio riusciti. Da una rilevazione a campione sulle grandi, medie e piccole industrie toscane la percentuale di adesione è stata del 69.9%.

Nei settori sanità, enti locali, stato e agenzie la percentuale media di adesione si aggira intorno al 50%. Buona la riuscita dello sciopero anche nel settore del terziario e commercio con una adesione media superiore al 60%. Nei trasporti quasi ovunque lo sciopero è in corso in queste ore e quindi non siamo ancora in grado di dare dati. Dalle 9 e 30 il corteo ha lasciato piazza Indipendenza alla volta di Santa Croce guidato dalle categorie di lavoratori che non indossano come da tradizione le "tute blu" ma vestiario semplice, da uomo qualunque costretto a fronteggiare la crisi risparmiando un po' su tutto.

In realtà la consapevolezza, amaramente espressa, risulta essere quella di una classe operaia decimata, umiliata, messa ai margini non solo del corteo, ma della società stessa. Molti dei presenti sono costretti a lavori saltuari a contratti ridotti a cambiare spesso ambiente se non addirittura settore di impiego. L'on Rosy Bindi ha rappresentato in piazza il PD che lotta per rafforzare il ruolo del sindacato, presto fatto lo scontro 'ideologico' con il sindaco di Firenze, Matteo Renzi che vede invece nelle rappresentanze un oggetto 'inutile'.

"C'è ancora più bisogno di rappresentanza perchè i lavoratori soli e non organizzati sono più deboli e mi auguro che il Pd, i sindaci del Pd, e tutte le istituzioni siano ancora più vicine al mondo del lavoro e al sindacato" ed il messaggio è chiaro, un telegramma diretto alla scrivania di Palazzo Vecchio alla quale siede un giovane militante che rientra tra i "Sindaci del PD". A far riflettere è la larga rappresentativa di giovani studenti e lavoratori precari, spesso impiegati come commessi o in quei lavori semi-stagionali che offrono una copertura economica per brevi periodi e possono stare bene a chi in città resta poco, come i fuori sede, ma che vede fare fatica a sopravvivere per tutti coloro che la città la vivono regolarmente e non vedono prospettiva alcuna di poter abbandonare la famiglia.

Rientrano questi tra i "bamboccioni" categoria che non rende giustizia alla reale volontà di crescere, al desiderio di indipendenza, farfalle con le ali tarpate o per meglio dire fantasmi, come si definiscono i dimostranti stessi "Abbandonati, invisibili". In casa Cgil si registra grande soddisfazione. “La partecipazione complessiva alle manifestazioni e l'adesione allo sciopero è stata superiore a quella del 2 luglio dello scorso anno”, dichiara Alessio Gramolati, “quando a Firenze sfilarono migliaia e migliaia di lavoratori arrivati da tutta la Toscana e si ritrovarono in Piazza Santa Maria Novella per ascoltare il comizio di Susanna Camusso”.

“Grazie di cuore”!, dice ancora Gramolati, “agli uomini e alle donne della Cgil e a tutti coloro che insieme alla Cgil oggi, in tutta la regione, hanno gridato Basta!'' “Stamani nel vedere sfilare il corteo per lo sciopero indetto dalla CGIL - ha dichiarato Andrea Barducci, presidente della Provincia di Firenze - ho visto tanti giovani, studenti, donne e lavoratori di ogni categoria. Non mi pareva che ci fossero solo pensionati ma tante persone che hanno deciso di non piegarsi: ed io sto dalla loro parte”. Una folta delegazione di Italia dei Valori Toscana ha preso parte, questa mattina alla manifestazione organizzata dalla Cgil in concomitanza dello sciopero generale.

Tra le fila di Idv è intervenuta anche la Responsabile comunicazione Idv Toscana, Daniela Sgambellone. “Vogliamo ricordare che quella di oggi – commenta Sgambellone – è anche la protesta del mondo della scuola, dai docenti universitari agli studenti, dai professori al personale scolastico, affamati, derisi e offesi da una riforma, targata Gelmini, a dir poco gattopardesca, che finge di cambiar tutto per non mutare niente. Intatti i privilegi, irrisolti i problemi occupazionali legati al precariato.

Impoverita, irrimediabilmente, l’offerta formativa e culturale che per lunghi anni ha fatto eccellere il nostro Paese nel mondo. Per questo siamo qui oggi, perché dalle piazze può partire quel risveglio civile e culturale che, tradotto nel voto referendario, potrà segnare la bocciatura senza appello e il definitivo tramonto del berlusconismo”.

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