Il Comune di Firenze dona a L’Aquila il ‘pallone’ della scuola Rosai

A due anni dal sisma. Di Puccio (Misto): "Un onore raccogliere le firme a sostegno della legge popolare per il post-terremoto"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
06 aprile 2011 22:58
Il Comune di Firenze dona a L’Aquila il ‘pallone’ della scuola Rosai

Stamattina -alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano- si è svolta nella Basilica di Collemaggio una messa in ricordo delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009. Oltre 1500 persone hanno seguito la funzione religiosa officiata dall'Arcivescovo dell'Aquila mons. Giuseppe Molinari. Un dono come segno concreto e tangibile della solidarietà e della vicinanza al dramma che i cittadini de L’Aquila ancora vivono. A due anni dal sisma che sconvolse il capoluogo abruzzese l’amministrazione comunale ha deciso di regalare a L’Aquila la struttura pressostatica che per un anno è stata utilizzata come palestra dagli studenti della scuola secondaria di primo grado Ottone Rosai.

Lo ha deciso ieri sera la giunta che approvato la delibera proposta dall’assessore all’educazione Rosa Maria Di Giorgi. Il ‘pallone’, acquistato nel 2008 grazie ad un finanziamento del Treno ad Alta Velocità, e fu adibita provvisoriamente a palestra della scuola Rosai oltre che delle associazioni sportive della zona, in attesa che fossero terminati i lavori di costruzione di quella in muratura. Quest’ultima è stata completata nel corso del 2009 e da allora la struttura è stata rimossa.

«Subito – ha ricordato l’assessore Di Giorgi – abbiamo preso contatti con l’amministrazione di L’Aquila per verificare la disponibilità di accettarla in dono: il Comune abruzzese, rispondendo positivamente, ci ha fatto sapere che adibirà la struttura a centro ricreativo culturale e sociale specialmente per attività legate all’infanzia. L’amministrazione comunale, da parte sua, pagherà le spese per smontare e trasportarla a L’Aquila». «Firenze non dimentica – ha sottolineato Rosa Maria Di Giorgi – ed è vicina a quanti vivono ancora in condizioni di precarietà, dell’incertezza per il futuro, della sofferenza per il terremoto di due anni fa.

Anche in questo modo onoriamo il 150° anniversario dell’Unità nazionale». "Quasi 38000 persone non abitano ancora la propria casa; persone che convivono con transenne e militari, da due anni. L’Aquila è una città diroccata, una zona rossa invalicabile, tanto che ai varchi ci sono i militari e l’accesso ad alcune alle zone accessibili viene poi chiuso all’una di notte e riaperto l’indomani mattina". E' quanto ribedisce il consigliere del gruppo Misto Stefano Di Puccio che insieme agli altri membri della maggioranza Pd, IdV, SeL ha presentato pochi giorni fa le 1000 firme raccolte per il sostegno alla legge di inziativa popolare per la ricostruzione de L'Aquila.

"Ringrazio gli amici aquilani,- ha precisato Di Puccio-, raccogliere le firme per il progetto di legge popolare “Terremoto dell’Aquila – Legge di solidarietà Nazionale per i territori colpiti da disastri naturali", è stato un onore e un piacere". La raccolta di firme è stata organizzata insieme ad alcuni aquilani residenti a Firenze. "Gli aquilani che hanno avuto la possibilità di entrare nelle nuove abitazioni, non sono liberi di assentarsi per più di tre mesi, pena la revoca dell’alloggio; se la famiglia cambia, anche per un lutto improvviso, immediatamente si viene trasferiti……in altro alloggio.

Chi decide oggi, i commissari o cariche analoghe, non sono aquilani e ignorano la difficoltà delle persone; persone che hanno visto la loro vita cambiata, rovesciata, rimescolata. Ormai cittadini senza città, una città dove le macerie sono davvero macerie di democrazia".

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