In arrivo una nuova ondata di maltempo

Dal pomeriggio di sabato si prevedono deboli piogge sugli Appennini settentrionali e sui settori alpini centro-orientali, mentre da domenica l’ingresso di una nuova perturbazione atlantica apporterà un moderato peggioramento delle condizioni meteo.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
04 novembre 2010 18:52
In arrivo una nuova ondata di maltempo

Dopo l’ondata di maltempo che ha caratterizzato i giorni passati, si è determinata da stamani una tregua che proseguirà fino alla giornata di sabato, con qualche precipitazione debole e isolata ancora sulla Sicilia e sui settori meridionali della Sardegna, mentre nel resto del Paese l’alta pressione apporta tempo stabile, con formazione di nebbie e foschie, anche diffuse sulla pianura padana e sui settori adriatici settentrionali. Dal pomeriggio di sabato si prevedono deboli piogge sugli Appennini settentrionali e sui settori alpini centro-orientali, mentre da domenica l’ingresso di una nuova e veloce perturbazione atlantica apporterà su gran parte del Paese un moderato peggioramento delle condizioni meteorologiche, con piogge generalmente più diffuse sul nord-est e sulle regioni tirreniche centro-meridionali e venti da sud o sud-ovest in progressiva intensificazione. All’inizio della settimana prossima, secondo le previsione attualmente disponibili, un vasto minimo atlantico si porterà probabilmente sulla Spagna, determinando sul nostro Paese tempo a più riprese perturbato soprattutto al centro-nord e venti di Libeccio piuttosto sostenuti su gran parte del Paese, con mari molto mossi o agitati e mareggiate lungo le coste esposte. Il Dipartimento della Protezione civile seguirà l’evolversi della situazione in contatto con le Prefetture, le Regioni e le locali strutture di protezione civile, anche attraverso l’emissione di eventuali avvisi di avverse condizioni meteorologiche laddove necessario. Rossi chiede al Governo lo stato di emergenzaI l presidente della Regione, Enrico Rossi, ha chiesto al Governo di inserire anche la Toscana tra le zone in stato di emergenza a causa dei danni provocati dalle violente piogge del 31 ottobre e del primo novembre che hanno causato tre vittime a Massa e ingenti danneggiamenti nelle provincie di Massa Carrara e Lucca.

Per parte sua il presidente Rossi aveva già firmato due giorni fa il decreto con cui dichiarava lo stato di emergenza regionale nelle due province più colpite. Sarà il Consiglio dei ministri, in programma domani, a pronunciarsi sulla dichiarazione di stato di emergenza nazionale e ad individuare le aree interessate dal provvediemtno nazionale. "Ho accolto con favore – ha detto il presidente Rossi – la disponibilità in tal senso del responsabile nazionale della Protezione civile, Guido Bertolaso, con il quale mi sono sentito telefonicamente.

Ho apprezzato anche la dichiarazione del ministro del lavoro e delle politiche sociali, Maurizio Sacconi, che ha parlato della necessità di “azioni concrete di breve e lungo periodo” e di aprire una riflessione “sugli interventi strutturali necessari a prevenire future emergenze”. Ricordo che la Toscana ha da tempo un concretissimo Piano per la messa in sicurezza del proprio territorio, ma risorse sufficienti ad attuarlo soltanto in maniera molto parziale. Giudico quindi importante la disponibilità del Governo a considerare – come anche recentemente ho sollecitato – la questione della tutela idrogeologica del territorio, una vera e propria priorità nazionale". Se la Toscana sarà inclusa nelle aree in stato di emergenza potrà partecipare al riparto dei fondi nazionali che il Governo stanzierà per far fronte ai danni causati dal maltempo. Bramerini: "La difesa del suolo si fa col lavoro di squadra" “Il miglior servizio che possiamo rendere oggi alla Toscana sulla difesa del suolo è il lavoro di squadra.

La sfida la vinciamo solo se la filiera istituzionale è completa”. Lo ha detto stamani l'assessore all'ambiente Anna Rita Bramerini intervenendo al convegno “Arno Lavori in corso” organizzato dall'Autorità di Bacino del fiume Arno al quale ha partecipato anche il Ministro alle infrastrutture Altero Matteoli. A 44 anni dall'alluvione del '66 e a pochi giorni dalla tragedia di Massa che è costata la vita a tre persone, Bramerini ha messo in evidenza che le condizioni portano inevitabilmente a esprimere una valutazione complessiva di quanto è stato fatto e quanto ancora bisogna fare.

“E allora dico – ha precisato - che solo la condivisione degli impegni con il territorio ci permetterà di proseguire nel migliore dei modi, tenendo presente la necessità d i velocizzare, fattore ineludibile di efficienza”. Accelerare sulle opere più importanti: il messaggio è arrivato chiaro. Un'accelerazione che più si implementa quanto più fattiva è la collaborazione tra gli enti. Lo si è visto nel caso dell'Accordo del 2005 che è potuto partire avendo a monte una progettazione condivisa tra le istituzioni.

“Grazie al fatto che tutti i Piani di assetto idrogeologico allora erano approvati – ha proseguito l'assessore - abbiamo potuto individuare quegli interventi prioritari che oggi ci possono far dire che la Toscana ha una sicurezza idraulica accettabile. Non solo, quell'accordo ha permesso di istituire una cabina di regia tra Ministero, Regione e Autorità di Bacino che, che oltre a rappresentare un momento di sintesi tra le diverse realtà che gestiscono la difesa del suolo, ci ha consentito anche di individuare un set di interventi che ammontano a 200 milioni di euro di cui ad oggi ne sono stati resi disponibili 100.

E infatti sono partiti i lavori della Cassa di espansione di Figline, strategica per la messa in sicurezza di Firenze e procedono quelli alla cassa di espansione di Roffia a San Miniato realizzata già per il 40%, così come quelle in Val d'Era e quelle di Fibbiana nell'empolese". Adesso ai 100 milioni già disponibili dall'accordo del 2005 si aggiungono altri 20 milioni dell'ultimissimo accordo da 126 milioni di euro (67 statali e 59 regionali) tra Regione e Ministero dell'Ambiente in via di sottoscrizione, che destina alla difesa del rischio idraulico 57 milioni di euro di cui appunto 20 saranno dedicati al bacino dell'Arno.

Dopo aver ricordato che tanti sono stati negli anni gli accordi firmati con il ministero e che è impegno della Regione Toscana adesso fare il punto sullo stato di avanzamento di tutti i lavori previsti da quegli accordi, l'assessore ha sottolineato che “adesso l'importante è spendere le risorse che abbiamo”. Ma la Toscana ha in serbo un'altra carta, il Testo unico sulla difesa del suolo. “Stiamo lavorando a un testo unico – ha spiegato Bramerini - che riordini la materia, raccolga tutte le leggi vigenti e soprattutto tenga presente un concetto basilare: che l'acqua è un bene da difendere e al tempo stesso un rischio da cui difendersi.

Il nuovo testo unico ci permetterà di razionalizzare le competenze, semplificare, individuare con chiarezza le responsabilità e chi fa che cosa in un contesto che andrà oltre i confini amministrativi e terrà invece presente il livello regionale. La sussidiarietà orizzontale è strategica e per questo sarà valorizzata. Ma proprio a causa della complessità di molti interventi e delle procedure autorizzative, la Regione, là dove ci fossero empasse, dovuti alle oggettive difficoltà dovute alla scarsità di mezzi con i quali le amministrazioni locali si trovano spesso a lottare, potrà fare ricorso a poteri sostitutivi con la nomina di un commissario come prevede la bozza di legge sulle opere strategiche di interesse regionale”. Bramerini ha poi affrontato lo stretto rapporto tra difesa del suolo e pianificazione territoriale che ha bisogno di una doppia attenzione: quella sulla prevenzione sul settore della difesa del suolo e quella legata alle scelte urbanistiche su un territorio, la Toscana, che sappiano fragile ma che dispone di un quadro di conoscenze utile ad evitare alcune scelte discutibili del lontano passato”.

Quali rischi per Firenze? Le diffuse precipitazioni piovose degli ultimi giorni hanno interessato anche il territorio della provincia fiorentina, inducendo la protezione civile a proclamare lo stato d’emergenza "per rischio idrogeologico-idraulico" durato almeno 12 ore nella giornata del primo novembre per le zone dell'Alto Mugello, del Bacino del Fiume Ombrone e del Valdarno Inferiore. "Quali politiche preventive intende adottare l'Amministrazione Provinciale?", domandano con un'interrogazione i consiglieri provinciali del Pdl Samulele Baldini e Salvatore Barillari.

Le cronache, infatti, ogni anno riportano non solo i danni materiali, ma purtroppo anche molte vittime, a causa delle precipitazioni abbondanti, le quali provocano esondazioni dei corsi d’acqua, allagamenti, smottamenti di terreni e frane. Molti di questi eventi dipendono da errori umani, da mancata manutenzione delle vie di scolo, da scarso drenaggio dei fiumi, nonche in molti casi da disboscamento inopportuno. Ogni volta che si verificano forti precipitazioni "si deve convivere con la paura di pericolosi innalzamenti dei livelli dei corsi d’acqua, allagamenti di sottopassi e/o frane nelle zone collinari".

Baldini e Barillari chiedono alla Provincia se esiste "una manutenzione programmata di drenaggio nelle zone note per il rischio esondazione ed a quando risale l’ultimo rapporto sullo stato delle zone, delle strade, dei rilievi e di tutto ciò che è considerato a 'rischio' in caso di forti precipitazioni". "E' tollerabile - domandano - che in una città come Firenze basti un nubifragio di pochi minuti, per allagare alcune zone, a causa dell’ incuria di alcune strade e della scarsa pulizia dei punti di deflusso delle acque, come se le tristi esperienze del passato non avessero insegnato nulla?".

Un'ultima richiesta: quali controlli periodici vengono effettuati nelle zone a rischio geologico, soprattutto quelle collinari e di montagna, anche nei confronti di chi rilascia autorizzazioni che mettono a repentaglio la stabilità morfologica dei terreni, (disboscamenti, devastanti concessioni edilizie). Le previsioni meteo per il weekend Per le previsioni meteo su Firenze clicca qui, per le previsioni meteo sulla Toscana, invece, clicca qui.

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