Provincia di Firenze: due giornate di preapertura

Niente deroga per gli storni

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
31 agosto 2010 19:25
Provincia di Firenze: due giornate di preapertura

La Provincia di Firenze, come richiesto in sede di definizione del calendario venatorio, ha ottenuto dalla Regione Toscana due giornate di preapertura che si svolgeranno mercoledì 1 settembre e domenica 5. In queste due giornate sarà possibile soltanto la caccia di appostamento e nel territorio dell’ATC di residenza venatoria. In occasione delle preaperture e in attesa del 19 Settembre (giorno in cui l’attività venatoria entrerà nel vivo) la Vice Presidente della Provincia di Firenze e Assessore alla Caccia Laura Cantini, si è rivolta agli oltre 22.000 cacciatori della Provincia, raccomandando: “prudenza e rispetto delle regole per garantire la sicurezza di tutti e i diversi interessi in gioco, penso a quelli degli agricoltori, degli ambientalisti e animalisti, non ultimi quelli di chi pratica l’attività.

“Quest’anno la Provincia di Firenze – ha poi spiegato l’Assessore – grazie anche alla nuova normativa regionale, ha lavorato per far sì che la gestione di tutta la fauna selvatica, in particolar modo per il controllo degli ungulati, rientrasse nella normale attività venatoria. Quindi un’attività svolta dagli stessi cacciatori e nel periodo di caccia. Credo che il riconoscimento di un ruolo ai cacciatori per il mantenimento dell’ambiente e della fauna – ha aggiunto Laura Cantini – vada a beneficio dell’intera comunità che può contare sull’attività di istituzioni pubbliche e private per trovare il giusto equilibrio del nostro ecosistema”.

Quest’anno, insieme al tesserino e al calendario venatorio è stata consegnata ai cacciatori anche una lettera in cui la Vicepresidente Cantini illustra le novità in materia e le attività svolte dalla Provincia di Firenze. “Questa iniziativa – ha spiegato Laura Cantini – serve a rendere ancora più stretto il rapporto con questa parte di cittadini che sono onorata di rappresentare, per conoscerne le esigenze e stabilire un contatto diretto come già succede grazie alla numerose email a cui rispondo personalmente e alle iniziative pubbliche a cui partecipo”. Infine la Vicepresidente della Provincia ha accennato anche alla questione della mancata deroga allo storno: “Purtroppo, come ha già chiarito l’Assessore regionale Salvadori, quest’anno la Regione Toscana non ha potuto concedere la deroga a causa del parere negativo vincolante dell’Ispra (organismo tecnico del Ministero dell’Ambiente), ma lavoreremo in accordo con la Regione per trovare comunque soluzioni ai danni provocati da questa specie”.

Sul tema, si è pronunciato ieri anche l’Assessore regionale all’Agricoltura della Regione, che ha annunciato “con grande rammarico nei confronti del mondo agricolo e delle associazioni venatorie” la non possibilità di procedere quest’anno con la caccia in deroga rispetto alle direttive comunitarie sulla specie storno. "La caccia in deroga allo storno negli ultimi anni è stata, e chi la sta sostenendo vorrebbe che fosse anche quest’anno, una caccia che solo come facciata è finalizzata alla tutela delle colture agricole -interviene Guido Scoccianti, Responsabile del Settore Caccia del WWF Toscana- Non si seguono infatti i criteri indicati dalla Direttiva europea né le indicazioni del mondo scientifico; non si cercano soluzioni ‘altre’ se non lo sparo; non si cerca di ottenere un quadro conoscitivo adeguato a portare avanti scelte utili e fondate; non si legano gli abbattimenti alla presenza di altri e più lungimiranti interventi dissuasivi; non si caccia dove e quando ci sono i danni, ma dappertutto e per gran parte della stagione.

Si è sempre trattato insomma di un provvedimento mirato in realtà a far sparare di più e non a tutelare viti e olivi. Bene ha fatto l’Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale, e non altro avrebbe potuto fare un organismo tecnico come esso è, a sottolineare l’inconsistenza e la dannosità di quanto messo in opera dalla Regione e a determinare lo stop di un provvedimento sbagliato. Speriamo che possa costituire l’inizio anche in Toscana di un modo diverso di approcciare la problematica dei danni all’agricoltura, basato su dati effettivi e conoscenze e competenze tecniche rigorose.

Un suggerimento del WWF: la Regione Toscana si decida a pensare di più alla tutela della biodiversità e dell'agricoltura e a pensare meno alle richieste dei cacciatori".

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