Jethro Tull in concerto a Firenze

Il quintetto inglese torna dal vivo con la grinta ed il fascino di sempre. Una musica senza tempo che influenzato generazioni di musicisti.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
14 luglio 2010 16:01
Jethro Tull in concerto a Firenze

Parte sulle note prog-rock dei Jethro Tull il festival fiorentino Live On, 24 giorni filati di rock doc, pop d’autore, produzioni originali. E tanti ospiti internazionali. Come per le tre precedenti edizioni, l’appuntamento è alla Fortezza da Basso (viale Strozzi, 1 – Firenze – inizio concerti ore 21), a pochi passi dalla stazione di Santa Maria Novella e a fianco di un ampio parcheggio, nell’ambito della rassegna Infortezza 2010. A tagliare il nastro, giovedì 15 luglio, gli storici Jethro Tull.

Oltre quarant’anni di storia, 65 milioni di dischi, 3.000 concerti in 40 paesi: più che un gruppo, un monumento vivente. A guidare la band, allora come adesso, è il flauto di Ian Anderson. Al suo fianco Martin Barre alle chitarre (con i Tull dal 1969) e Doane Perry alla batteria (25 anni di militanza nella band), John O’Hara alle tastiere e David Goodier al basso. Dopo il tour del quarantennale, celebrato nel 2008 con una serie di concerti in ogni angolo del globo ed il doppio dvd “Classic Artists - Their Fully Authorised Story”, il quintetto inglese torna dal vivo con la grinta ed il fascino di sempre.

Una musica senza tempo che influenzato generazioni di musicisti. Era il 1968 infatti quando sulla scena del rock arrivò l'album “This Was”, un disco innovativo e affascinante, dove il leader invece di suonare la chitarra o le tastiere, utilizzava il flauto per dare colore a un suono proveniente dal blues con qualche innesto jazz e rock. I Tull si erano già costruiti un seguito come volto nuovo nella scena musicale underground di blues revival. Dopo le apparizioni a Hyde Park e al Sunbury Jazz and Blues Festival nell'estate del '68, la band ampliò i consensi proprio con la pubblicazione del successivo “Stand Up”, uscito nel 1969, vera pietra miliare nella storia della band e della musica rock-progressive.

Le influenze classiche, jazz, folk ed etniche su Ian Anderson resero quel disco eclettico un punto fermo per la storia iniziale del gruppo, che raggiunse il primo posto nelle classifiche inglesi e americane e lo portarono da un suono più tipicamente blues verso un'atmosfera più eclettica, che annuncia il progressive. Ian Anderson, compositore della maggior parte dei brani, con il passare degli anni avrebbe consolidato la sua posizione all'interno del gruppo scrivendo una serie di successi che hanno fatto la storia del rock: “Aqualung”, “Thick as a Brick” e “Songs from the Wood”, tanto per fare alcuni nomi.

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