Approvato il programma di governo 2010-2015

Rossi: “Ora passiamo dalle parole ai fatti, superiamo localismi e dimostriamo la capacità di vincere questa sfida”. La proposta di risoluzione, votata per appello nominale, è passata con 33 voti favorevoli e 21 contrari (su 54 votanti)

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
26 aprile 2010 23:25
Approvato il programma di governo 2010-2015

Firenze– Approvato con 33 voti favorevoli - 21 i contrari, 54 i votanti - il Programma di governo 2010-2015, presentato in Aula dal presidente della Giunta, Enrico Rossi. I Consiglieri, chiamati ad esprimersi per voto nominale, hanno infatti approvato a maggioranza la proposta di risoluzione che approva il Programma, firmata da Andrea Manciulli (Pd), Monica Sgherri (Federazione della Sinistra e Verdi) e Marta Gazzarri (Idv). Il Consiglio ha quindi deciso (all’unanimità) il rinvio dell’ordine del giorno (sempre collegato al Programma di governo) presentato dai due consiglieri dell’Udc, Marco Carraresi e Giuseppe Del Carlo.

L’atto, che avanza “proposte concrete” a tutela della famiglia, come ricordato da Carraresi, fa perno sull’articolo 4 dello Statuto regionale, ove è prevista “la tutela e valorizzazione della famiglia fondata sul matrimonio”. L’aula ha quindi respinto a maggioranza la mozione riferita al Programma di governo, firmata da Giuseppe Del Carlo (Udc), Antonio Gambetta Vianna (Lega) e Alberto Magnolfi (Pdl). Il dispositivo dell’atto respinto, valutato il dibattito in Consiglio sul Programma, avrebbe impegnato la giunta a mettere in atto “con la dovuta tempestività” provvedimenti per ridare competitività al sistema economico e produttivo toscano, al turismo e alla cultura.

Per realizzare le infrastrutture necessarie, rendere efficienti servizi pubblici locali e per una fiscalità basata sul quoziente familiare; a potenziare le politiche sulla sicurezza e “rivedere drasticamente” le politiche in merito alle posizioni sull’immigrazione. Enorme responsabilità per la sfida da affrontare ma anche gioia e forte incoraggiamento da parte di una maggioranza unita e coesa. Con questa spinta il presidente Enrico Rossi si appresta ad iniziare il cammino, e nella replica in aula non ha mancato di ricordare il “risultato straordinario del centro-sinistra in Toscana, dove solo 29 Comuni sono andati al centro-destra”.

Una fiducia che è “il risultato di un passaggio di umiltà e di ascolto con l’intero territorio e con la sua gente – ha sottolineato il governatore – ben lontano dalle rappresentazioni che della Toscana ha fatto il centro-destra, parlando di sistema bulgaro e di potere”. E alleggerendo i toni con una battuta: “Se da Martini passiamo a Rossi significa che in questo prodotto c’è un segreto, un segreto – ha sottolineato – che permette di concludere bene due legislature e di iniziarne una nuova, con il coraggio e la voglia di continuare il cammino, cercando di passare dalle parole ai fatti”.

Un percorso che sarà guidato dalla Costituzione e dai valori, primo fra tutti l’articolo 3 della Carta fondamentale, senza dimenticare il passato e credendo con convinzione alle battaglie della Resistenza, in una Toscana che, assicura il presidente, “non rischia il declino”. Con dati alla mano, Rossi ha spiegato che fino al 2007 la nostra Regione ha offerto performance migliori delle altre, c’è stato un calo nel 2008, ma nel 2009 è andata meglio, grazie agli interventi in economia portati avanti dalla giunta Martini.

E ancora: “Il Pil del Nord registra un calo del 5%, in Toscana scende del 4,9%; il nostro export sta migliorando e la competitività si fa sentire”. “A tutti noi il compito di superare i localismi, mettersi in discussione ed avere la capacità di vincere la sfida – ha sottolineato Rossi –. Chiederò tutti i vostri interventi”. E rivolto sia consiglieri di maggioranza che di opposizione: “Cercherò in ognuno il punto più qualificante per il governo della Regione Toscana. Manteniamo alto il livello delle proposte, evitando stereotipi che non rendono giustizia”.

E con una giunta “rivoluzionaria”, che cambia il modo di concepire la politica, Rossi sente di aver dato una lezione: “In Toscana abbiamo dimostrato che la politica è capace di innovarsi, di tentare strade diverse, trovando canali nuovi con la società toscana, senza allentare la guida, perché le istituzioni devono fare la loro parte”. Da qui alcuni obiettivi su cui concentrare l’azione: provare a ridurre dell’1 per cento i costi di gestione della pubblica amministrazione; puntare sul settore manifatturiero; investire nelle ricerca e soprattutto nella brevettazione; rilanciare le città e difendere il paesaggio; puntare sull’agricoltura e sulla green economy, “che è il contrario dell’ambientalismo del no”; correggere lo stato sociale, rimodellandolo sui giovani.

“Se vogliamo correre di più abbiamo bisogno di gambe nuove – ha aggiunto il neoeletto presidente –, capaci di ripensare lo stesso sistema scolastico e dei servizi”. In questo contesto Rossi ha accennato alla legge sull’immigrazione: “Una legge che scommette sui servizi per chi è regolare”. “La sfida che abbiamo davanti riguarda tutti e non può essere strumentalizzata né da destra né da sinistra – ha ripetuto Rossi – il sistema dei servizi chiede alla politica di fare un salto di qualità, partendo da confronti corretti e seri tra noi, per svolgere quel ruolo di direzione e di indirizzo chiamato a rispondere alle esigenze dei cittadini e quindi a ridare fiducia alla Toscana, una regione – ha concluso il presidente – che deve essere fiera della sua storia e deve continuare a stare nel mondo ed a parlare con il mondo”.

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