''La strada'' con Venturiello e Tosca

In principio era il capolavoro cinematografico di Federico Fellini, premio Oscar nel 1956, poi Tullio Pinelli e Bernardino Zapponi ne fecero un adattamento teatrale che diventa un'opera prima di grande coinvolgimento.

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
12 marzo 2010 15:08
''La strada'' con Venturiello e Tosca

Dopo il grande successo riscosso durante la scorsa stagione nei teatri italiani e dopo aver vinto ben tre premi nell'edizione 2009 del Premio Eti - Olimpici del Teatro (Migliore commedia musicale originale - Migliore autore di musiche con Germano Mazzocchetti - Migliori costumi con Sabrina Chiocchio), arriva al teatro della Pergola di Firenze lo spettacolo "La strada", dramma con musiche tratto dall’omonimo film di Federico Fellini, con la sceneggiatura originale di Tullio Pinelli e Bernardino Zapponi e la regia di Massimo Venturiello.

Nei panni di Zampanò lo stesso Massimo Venturiello mentre in quelli di Gelsomina Tosca. In principio era il capolavoro cinematografico di Federico Fellini, premio Oscar nel 1956, poi Tullio Pinelli (sceneggiatore del film) e Bernardino Zapponi ne fecero un adattamento teatrale che diventa un'opera prima di grande coinvolgimento: così "La strada" inventa, pur mantenendo la trama e i dialoghi del film, qualcosa di nuovo; un’opera rivoluzionariamente teatrale che ritrova la sua innata e profonda dimensione poetica.

Su quella stessa vena si sposta anche Massimo Venturiello che, in qualità di attore e regista (nonché di autore delle canzoni scritte con Nicola Fano, le musiche originali sono di Germano Mazzocchetti), mette in scena insieme a Tosca questa revisione moderna del teatro-canzone. Protagonisti, sia il rapporto tra le due figure di Gelsomina e Zampanò, col loro insormontabile silenzio, sintomo della difficoltà di ascoltarsi; sia il barnum nel quale vivono, luogo di appartenenza e fonte di vita, che qui acquisisce una valenza narrativa diversa dal solito cliché per diventare invece l’avventura quotidiana di un’umanità forse non troppo lontana.

“Ho voluto mettere in scena questa vicenda, - racconta Massimo Venturiello - quanto mai attuale, con umiltà e rispetto assoluto nei confronti del grande film, confortato dal fatto che la drammaturgia di Pinelli e Zapponi, pur conservando in parte i dialoghi originari, contiene una propria peculiarità, una propria poetica squisitamente teatrale. Intorno a me e a Tosca ruota un’umanità altrettanto degradata e marginale, cinica, diffidente e povera. Dalla madre di Gelsomina che incontriamo all’inizio, alla ragazza che per ultima parlerà con Zampanò, tutti, compreso i componenti dello scalcinato circo, sono personaggi motivati soprattutto dalla fame.

Un miserabile microcosmo che si muove in un’atmosfera irreale, come in una favola dolorosa che con leggerezza si propone di scuotere pesantemente la nostra attenzione. Dedichiamo questo spettacolo ai ‘randagi’ che abitano la strada”. Note di regia “In una rivista di tanti anni fa ho letto che negli anni 40 Fellini, in giro per l’Italia, una notte, vedendo una coppia di zingari, che nel più assoluto silenzio se ne andava in una strada di campagna col proprio carretto (l’uomo tirandolo con una fune e la donna spingendolo da dietro) cominciò a seguirli, a distanza, senza nemmeno sapere perché.

Il silenzio tra i due regnava sovrano. Accesero un fuoco, la donna cucinò qualcosa, poi mangiarono e subito dopo ripartirono, il tutto senza proferire una sola parola… Fu proprio quel silenzio che diede l’input al regista per la realizzazione di quel grande capolavoro che è “La Strada”. Fellini rubò il silenzio di quei due zingari e se lo portò nel suo film facendolo diventare il protagonista assoluto e ancora oggi, a distanza di un cinquantina d’anni, quel silenzio, ci costringe a un ascolto al quale non siamo più abituati e ci racconta tanto.

Tra Zampanò e Gelsomina non c’è dialogo, ma solo una serie infinita di domande e risposte mancate. Il filo conduttore della loro storia umana, del loro breve tragico viaggio è proprio il ‘non detto’. Ecco quindi che attraverso quanto non riescono a dirsi, scopriamo tutta la disperazione della loro condizione. La diffidenza, il cinismo, l’incomunicabilità, sono la colonna sonora della loro esistenza ‘bassa’, ai margini della società e della civiltà, ma sono anche il suono della vita di tanti come loro, che ancora oggi troviamo nelle fogne delle nostre metropoli, vicinissimi a noi eppure così lontani, da non essere visti, o meglio da essere ignorati, rifiutati, maltrattati e allontanati.

Ho voluto mettere in scena questa vicenda, quanto mai attuale, con umiltà e rispetto assoluto nei confronti del grande film, confortato dal fatto che la drammaturgia di Pinelli e Zapponi, pur conservando in parte i dialoghi originari, contiene una propria peculiarità, una propria poetica squisitamente teatrale. Intorno a me e a Tosca, rispettivamente Zampanò e Gelsomina, ruota un’umanità altrettanto degradata e marginale, cinica, diffidente e povera. Dalla madre di Gelsomina che incontriamo all’inizio, alla ragazza che per ultima parlerà con Zampanò, tutti, compreso i componenti dello scalcinato circo, sono personaggi motivati soprattutto dalla fame.

Un miserabile microcosmo che si muove in un’atmosfera irreale, come in una favola dolorosa che con leggerezza si propone di scuotere pesantemente la nostra attenzione. Dedichiamo questo spettacolo ai ‘randagi’ che abitano la strada” (Massimo Venturiello).

Orario spettacoli: Dal martedì al sabato: ore 20; 45; domenica: ore 15:45. Prezzi biglietti interi: Platea: 27 euro + 3 (diritto di prevendita) 30 euro Posto Palco: 20 euro + 2 (diritto di prevendita) 22 euro Galleria: 13 euro + 2 (diritto di prevendita) 15 euro

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